Juve, ecco il predestinato Kulusevski: "la freccia di Stoccolma" vuole prendersi anche i bianconeri

Gabriele Maltinti/Getty Images
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Kulusevski-Juve, un matrimonio che arriva al momento giusto, per entrambi. Lo svedese è un vero e proprio camaleonte, in grado di cambiare “colore” e posizione in base al modulo scelto dall'allenatore o alle situazioni di gioco, il jolly che più che mai serve alla Vecchia Signora, in piena fase di ricostruzione. Un'operazione da circa 55 milioni, ritenuta da molti eccessiva, ma chi lo ha seguito con attenzione conosce il valore e l'intelligenza tattica di questo giovane talento.

È indubbio che, nel grande almanacco dei nomi, ve ne sono alcuni con una tradizione mitica e affascinante. Nomi con un fortissimo potere evocativo, che al solo ascolto è un tripudio di emozioni. In questo caso Savicevic, funambolo del Milan degli anni '80 e '90, e Stankovic, regista dell'Inter degli inizi del secondo millennio, condividono con "Kulu" il nome, Dejan. Il classe 2000 vuole però costruirsi la propria carta d'identità, essere riconosciuto per il suo stile di gioco, senza alcun tipo di paragone con altri calciatori.

Sono anni che si parla di Kulusevski come di un predestinato, uno dei più decisivi nella dimensione del calcio giovanile in Italia. Nell’Atalanta, che lo scorso anno ha vinto il campionato primavera, è stato infatti votato come miglior giocatore delle fasi finali. A distanza di un solo anno, alla sua prima stagione da protagonista in Serie A, è stato premiato come miglior giovane. 10 gol, 8 assist e prestazioni da urlo, impatto niente male insomma.

Nato come centrocampista, Dejan viene trasformato da D'Aversa in esterno destro del suo 4-3-3.
Dotato di uno strappo devastante, attraversa il campo con una rapidità e leggerezza incredibile, il che è strano per un essere umano di un metro e 86 con la faccia di bambino montata su un corpo possente. Ha saputo ricoprire quel ruolo con grande maturità e disciplina tattica, sia in fase difensiva, protagonista di innumerevoli ripiegamenti difensivi, sia in fase offensiva, alternando ricezioni sulla linea laterale, da dove parte poi in conduzione usando soprattutto l’esterno, a ricezioni nei corridoi centrali. Proprio questa sua caratteristica di toccare tanti palloni in quasi tutte le zone del campo lo ha reso ancora più imprevedibile e difficile da arginare per tutte le difese.

Ciò che rende davvero speciale Kulusevski è la visione di gioco in verticale, la capacità di eseguire dei filtranti con l’interno del piede mentre è lanciato in velocità, anche con un coefficiente di difficoltà molto alto. Quando riceve nel mezzo spazio di destra ed entra all’interno del campo può effettuare filtranti pericolosamente precisi con l’esterno del piede. Pochi giocatori riescono ad abbinare la sua visione di gioco con un'intensità di questo tipo. Altre due statistiche decisamente degne di nota sono quelle riguardanti le occasioni create (2,54 rispetto a 1,08 dei compagni di ruolo) e i dribbling (2,46 contro 0,94).

DeFodi Images/Getty Images

Nonostante la giovane età, sembra quasi non sentire la pressione. Ha calcato campi importanti come San Siro, l'Allianz Stadium, il San Paolo e lo Stadio Olimpico, ma ha sempre mantenuto la calma e giocato con la personalità di un veterano. Tutto questo grazie anche al suo rito scaramantico del chewing gum, spiegato così da lui stesso: “Prima di entrare in campo ho sempre un chewing-gum in bocca, che butto via al primo passaggio sbagliato. Ma se non sbaglio nulla lo tengo fine alla fine”.

Serietà e professionalità sono i mantra che contraddistinguono il suo modo di intendere il gioco del calcio. Mezzala, trequartista, esterno o ala, non importa, l’importante è giocare, Pirlo e la Juventus sono avvisati. Il "millennial" che sta incantando il mondo del calcio vuole continuare a stupire, sempre di più, sempre con i piedi per terra.


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