90min difficili, 11ª giornata di Serie A: il VAR

Tra errori e interpretazioni che fanno discutere.
90min difficili
90min difficili / VAR
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Per la terza volta nel giro di una settimana, eccoci di nuovo alla ricerca di 90 minuti complicati nell'11ª giornata di Serie A. Un turno che ha modificato sia le zone alte della classifica che quelle inferiori. Il Napoli è caduto fragorosamente in casa con una solidissima Atalanta, la Roma è crollata di nuovo in trasferta (a Verona), Inter e Juventus hanno accorciato, Lazio e Fiorentina hanno convinto nuovamente assestandosi al treno di testa.

90min difficili è una serie nella quale viene evidenziata la prestazione più negativa, secondo noi, tra le 20 squadre di Serie A, in ogni giornata, dalla 1ª alla 38ª. Un viaggio, un appuntamento settimanale da non perdere accompagnato da una nuova grafica e altre novità che saranno sviscerate nel corso della stagione.

In campo si è rivisto anche Mario Balotelli, 1701 giorni dopo l'ultima volta e il Genoa ha conquistato 3 punti che mancavano dal 24 agosto. Tuttavia, esclusivamente per questo turno, abbiamo scelto di virare leggermente la lettura dei 90 minuti negativi, estendendo l'analisi a un discorso più ampio. A fare più fatica, nell'11ª giornata di Serie A, sono stati il VAR e la classe arbitrale, protagonisti in negativo condidecisioni discusse che hanno inciso in maniera pesanti sulle gare.

Step on foot, trattenute leggere, sviste clamorose che, con i precedenti ovviamente generati nelle prime 10 giornate della Serie A, offrono polemiche alimentate anche a caldo dai principali allenatori colpiti (Nesta, Juric, Di Francesco). Proviamo a raccontare i 4 episodi che hanno incendiato il weekend del massimo campionato italiano.

Il contatto Bondo-Theo

Si parte da una delle gare dal sabato, quella in cui il Milan è obbligato a vincere per restare attaccato al treno Champions League. All'U-Power Stadium però, almeno nel primo tempo, c'è solo il Monza. La squadra di Nesta attacca e trova il vantaggio con Dany Mota. L'arbitro fischia, ma non per convalidare il gol, è lui stesso, senza intervento del VAR, a lasciar proseguire l'azione e ad annullare poi la rete per un fallo di Bondo su Theo Hernandez. Una trattenuta che inevitabilmente fa discutere, il centrocampista brianzolo e il terzino francese si spintonano a vicenda e il contatto, rivisto attraverso molti replay, appare nei limiti della regolarità.

Il gol di Magnani e la gomitata a Ndicka

Questo è forse l'episodio più clamoroso della giornata e quello che potrebbe tradursi maggiormente in una svista da parte degli arbitri al VAR. Sul colpo di testa girato in rete da Magnani, le cose da rivedere sono circa tre. La spinta a Dovbyk, l'azione di disturbo di Kastanos su Svilar e la gomitata ricevuta da Ndicka. E sono forse i primi due a indebolire l'attenzione verso il colpo assestato involontariamente dal centrale del Verona a quello ivoriano. Un fallo evidente da sanzionare sul quale il VAR non è però intervenuto confermando la rete del 2-1 scaligero.

Il gol annullato a Sverko

Qui invece sembra ci siano tutti gli estremi per annullare la festa del Venezia, nonostante poi nel postpartita Eusebio Di Francesco si sia soffermato sull'assenza di oggettività in relazione alle immagini proposte dal VAR. Luca Marelli, in video, chiarisce la regolarità dell'azione dell'arbitro Ferrieri Caputi nel non dover revisionare al monitor una situazione chiarita dalle immagini, ma a far discutere, secondo molti, è proprio il tema del non avere a disposizione un frame chiaro e nitido nel quale si evidenzia il tocco di mano di Sverko (che comunque, per chiarire la nostra posizione, crediamo sia avvenuto).

La doppia espulsione Mina-Adopo

Poi l'ultimo evento, nonché uno dei più clamorosi. Per completezza d'informazione occorre dire che Yerry Mina è stato graziato al 28° da un potenziale cartellino rosso (c'erano gli estremi del DOGSO). Tuttavia è l'espulsione per doppio giallo arrivata nel secondo tempo a far discutere. Una spinta del colombiano ai danni del Taty Castellanos che non sembra avere gli estremi per una sanzione e che invece lascia nel giro di pochi secondi il Cagliari prima in 10 uomini, e poi addirittura in 9 per il doppio cartellino rimediato istantaneamente da Adopo per proteste.

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