90min difficili, 21ª giornata di Serie A: il Lecce

Crollo nella ripresa con la complicità dei cambi (da una parte e dall'altra) e del rosso a Rebic
90min difficili: il Lecce
90min difficili: il Lecce / 90min Itali
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Seconda giornata del girone di ritorno di Serie A, una giornata caratterizzata dall'impressione sempre più netta che lo Scudetto sia diventato un gioco a due e da una corsa salvezza più che mai affollata e caratterizzata da un andamento ondivago, dall'idea che tutto possa succedere. Nove squadre in quattro punti, distanze minime ed equilibri pronti a sfaldarsi in fretta: una situazione complessa a cui partecipa suo malgrado anche il Lecce di Marco Giampaolo, un Lecce che non si affacciava in questa nostra poco ambita rubrica - 90min difficili - da diversi turni (dall'ottava giornata) e che torna protagonista per il 4-1 rimediato in rimonta a Cagliari.

Il Lecce arrivava da due risultati confortanti e incoraggianti allo scontro col Cagliari di Nicola all'Unipol Domus, un Cagliari rinfrancato a sua volta dal pari col Milan e dal successo col Monza ottenuti nelle due scorse giornate. Partita che si preannunciava dunque combattuta e ricca di stimoli di classifica, con una posta in palio elevata: prospettive che hanno trovato uno specchio concreto nel copione raccontato dal primo tempo, con un Cagliari più vicino al gol e a tratti sfortunato e con un Lecce che - al netto di qualche errore in costruzione - si è dimostrato comunque cinico e capace di trovare la rete in un momento potenzialmente cruciale, al di là di qualche fisiologico momento di difficoltà. Il Cagliari ha mostrato anche nel primo tempo una maggiore pericolosità, pur con un dato equilibrato sul possesso palla, senza però che emergessero tracce vere e proprie del successivo dominio totale.

Inerzia ribaltata e crollo emotivo

Ciò che colpisce in modo particolare, nel valutare la sconfitta dei salentini, è la gestione emotiva del match e un'inerzia potenzialmente favorevole andata via via a spostarsi dalla parte opposta, anche con merito di Nicola e dei suoi cambi. L'entusiasmo dovuto alla rete di Pierotti alla fine del primo tempo, assieme ai sospiri di sollievo per le occasioni non sfruttate dai rossoblù per portarsi in vantaggio, si è dissolto a cavallo tra la fine della prima frazione e il drammatico inizio di ripresa, con l'occasione non sfruttata da Krstovic come preambolo di ciò che sarebbe poi accaduto. Il tema dei cambi appare decisivo e cruciale per raccontare il blackout giallorosso nella ripresa, per descrivere la parabola discendente di una sfida che nel primo tempo stava seguendo un copione di tutt'altro tenore.

Plasticamente si può riassumere il ribaltone espresso dalla ripresa nell'asse Deiola-Gaetano con cui il Cagliari ha confezionato il bel gol dell'1-1, spinta in grado di dare un tono radicalmente diverso alla ripresa, la classica giocata che rimette in piedi una partita e ridà entusiasmo. Una situazione dal chiaro effetto anche a livello ambientale. Due nuovi entrati che dialogano in area e avviano la rimonta, Gaetano che trova il suo primo gol stagionale con una modalità naturalmente galvanizzante: l'ex Napoli è partito dal limite dell'area, ha visto Deiola e lo ha servito per poi infilarsi tra i centrali salentini e beffarli con una piroetta, prima di freddare Falcone. Una situazione che di fatto ha annientato quell'inerzia favorevole di cui sopra e che ha posto le basi per la disfatta leccese, di fronte a un Cagliari capace di guadagnare fiducia col passare dei minuti e di completare la rimonta subito dopo (gol di Gaetano al 60', 2-1 al 65') per poi dilagare definitivamente.

Giampaolo stesso ha sottolineato come il Lecce "si sia spento" dopo il gol preso e non abbia saputo rispondere alle difficoltà, situazione opposta a quella di un Cagliari che invece ha tirato fuori tutte le risorse possibili a livello caratteriale e di reazione (oltre che tecnico, data la prova di Gaetano). I cambi hanno dunque fatto la differenza, in positivo per i rossoblù - valutando anche Deiola, Marin e Augello - e decisamente in senso opposto per un Lecce che ha trovato in Bonifazi, Ramadani e in Rebic, per motivi diversi, tre fattori in senso negativo. Merita chiaramente una parentesi a sé l'impatto disastroso del croato, espulso dopo neanche dieci minuti dall'ingresso in campo per un pestone gratuito a Mina (col centrale cagliaritano a terra). Rosso diretto e traduzione pratica delle parole di Giampaolo su quanto conti, nei fatti, "la gestione degli eventi emozionali della gara".


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