90min difficili, 22ª giornata di Serie A: la Juventus
La ventiduesima giornata di Serie A è andata ieri in archivio, coi due posticipi del lunedì. Un turno che ha regalato come portata principale il big match del Maradona tra Napoli e Juventus, concluso col successo dei partenopei sui bianconeri: un 2-1 in rimonta, maturato nella ripresa, che ha visto la Juventus perdere l'imbattibilità in campionato e che la vede al contempo diventare suo malgrado protagonista di questa rubrica, 90min difficili, mossa dalla volontà di analizzare chi ha vissuto un weekend da dimenticare.
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- 90min difficili, 10ª giornata di Serie A: il Como
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La prima sconfitta in campionato della Juventus di Thiago Motta è arrivata al Maradona, contro una squadra in grado di inanellare un'impressionante striscia positiva (arrivata al big match coi bianconeri forte di sei vittorie consecutive) e di tenersi stabilmente in vetta alla classifica, con la sola Inter all'inseguimento. L'addio di Kvaratskhelia, al netto della volontà di sostituirlo sul mercato, non sembra aver tolto sicurezza al Napoli e a un Antonio Conte che si è rivelato in grado di individuare e valorizzare un solido gruppo di titolari, potendo trarre il meglio da una stagione senza impegni europei.
Un primo tempo illusorio
La stabilità del Napoli da una parte e una Juventus dalle fondamenta meno granitiche dall'altra, Juve spesso vittima di defezioni forzate e finalmente alle prese con un'abbondanza inedita soprattutto nel reparto avanzato. I presupposti incoraggianti per Thiago Motta e per i suoi, che del resto arrivavano dalla vittoria sul Milan, si sono tradotti in un primo tempo all'altezza, peraltro condito dal gol del nuovo arrivato Kolo Muani (preferito a Vlahovic, con Nico Gonzalez impiegato insolitamente a sinistra). Al di là delle scelte di Motta, a livello di undici iniziale, si sottolinea come nel primo tempo la Juventus abbia saputo mantenere il possesso con continuità e con ordine, seguendo il copione ormai consueto e affidandosi spesso a efficaci ripartenze dal basso, con l'ausilio frequente di Di Gregorio.
I bianconeri si sono resi protagonisti di un primo tempo di pressione efficace, recuperando bene palla anche nella metà campo azzurra contro un Napoli che, dal canto proprio, si è rivelato pressoché innocuo, coi principali punti di forza tenuti a bada. Il lavoro bianconero in pressing si è tradotto anche in occasioni, in particolare quella di Yildiz in avvio (con annesso miracolo di Meret). A premiare la prima frazione è arrivato il gol di Muani poco prima dell'intervallo, approfittando di un tocco maldestro di Anguissa a liberare l'ex PSG. Lo stesso Anguissa, tra l'altro pericoloso di testa già a fine primo tempo, è poi salito in cattedra nella ripresa, risultando un fattore determinante (e rappresentando in sintesi il senso di dominio espresso dai partenopei).
La ripresa spiega tutto
Copione ribaltato nella ripresa dunque, come evidente e come ribadito anche da Thiago Motta nel post-partita: il tecnico bianconero ha sottolineato quanto fosse cruciale compattarsi, il Napoli dal canto proprio ha tirato fuori nella ripresa tutta la lucidità e la precisione mancate nel primo tempo. Il volume di gioco dei partenopei è cresciuto, Anguissa è diventato un fattore chiave anche in fase offensiva ed è riuscito spesso a inserirsi in modo minaccioso, eludendo la marcatura dei bianconeri. La capacità della Juve di controllare Lukaku e le principali armi offensive del Napoli, emersa nel primo tempo, è venuta meno nella ripresa: i partenopei sono riusciti spesso ad appoggiarsi su Lukaku, ad allargare il gioco e a sfruttare gli inserimenti di Anguissa e McTominay sui cross.
Gli interni bianconeri dal canto loro, rispetto al primo tempo, si sono abbassati e hanno lasciato campo agli avversari, al contempo la Juve si è fatta meno precisa e lucida in uscita, con soluzioni che hanno portato inesorabilmente alle occasioni azzurre. Non sono mancate poi recriminazioni nei confronti di Thiago Motta e delle sue scelte a livello di cambi, nei commenti del post-partita: l'avvicendamento tra Muani e Vlahovic in particolare ha fatto discutere, considerando la prova sottotono di Koopmeiners e l'idea intrigante di vedere il serbo e il francese insieme in campo.
Conte è riuscito dunque a ribaltare la propria storia tutt'altro che positiva da avversario della Juve, riuscendo a leggere la partita in modo più reattivo rispetto a Thiago Motta e a rimettere in piedi la sfida dopo il gol subito. La Juve, dal canto proprio, ha confermato di non riuscire a tenere le redini dopo il vantaggio, una situazione che fin qui ha portato i bianconeri a buttare via ben 17 punti partendo appunto da situazioni di vantaggio.