Analisi sul cammino dell'Italia in Nations League
13 punti su 18 disponibili, 4 vittorie, un pareggio e una sconfitta, con il ruolo di capolista del proprio gruppo difeso a lungo e strappato via dalla Francia solo nell'ultimo turno, per differenza reti. Il bilancio, per usare le parole di Barella e Spalletti, è positivo, nonostante lo scivolone finale lo abbia in parte macchiato. Gli azzurri sono volati alla Final Eight di Nations League con una giornata d'anticipo seminando ottime idee e raccogliendo buoni risultati proprio in questi tre mesi.
Le cose positive dalla Nations League
Riavvolgiamo il nastro a qualche mese fa. Settembre, la burrascosa estate post Europeo aveva aperto ferite non sanabili in così poco tempo e il clima attorno alla Nazionale di Luciano Spalletti era tutt'altro che sereno e convinto della sua figura. La Nations League si presentava come primo esame da non sbagliare, per non far diminuire ancor di più la fiducia intorno al tecnico.
E con sorpresa di molti addetti ai lavori e semplici appassionati è la vittoria all'esordio contro la Francia a ribaltare il morale, iniziando a riposizionare la Nazionale al centro dell'attenzione e chiudendo in modo chiaro sul discorso identità. Tra le scelte migliori di Luciano Spalletti da CT abbiamo riscontrato una coerenza nelle convocazioni e soprattutto (l'ha detto proprio lui in occasione della conferenza stampa pre-sosta di settembre) la scelta di utilizzare in modo permanente il 3-5-1-1 o il 3-4-2-1; quella difesa a 3 capace di dare diverse garanzie e di donare al coloro azzurro un'identità nota e subito all'altezza delle selezioni più forti.
Salvo nell'ultima avventura, l'Italia non ha mai mancato la prestazione meritando sempre qualcosa in più rispetto ai propri avversari e superando svariate prove interne alle partite. Dalle difficoltà nello sbloccare una gara contro una Nazionale chiusa come Israele alla cacpacità di sfruttare i tanti spazi lasciati dalla Francia in contropiede, fino alla gara con il Belgio in casa, giocata alla pari dei red devils anche in inferiorità numerica.
Sono emerse molte certezze rispetto a Euro 2024, da cui sono trascorsi ormai circa 5 mesi. Un sistema definito e alcuni interpreti importanti che sembrano oggi inamovibili. L'undici-tipo si affida a capitan Donnarumma tra i pali, con Di Lorenzo, Buongiorno e Bastoni a comporre il terzetto difensivo (o Calafiori, quando tornerà dall'infortunio). Sulle corsie Dimarco e Cambiaso non si toccano, mentre il regista potrà variare tra Ricci, Fagioli e Rovella, in base al periodo di forma. Grande scelta per il ruolo di mezz'ala, in cui Spalletti dovrà tener fuori uno tra Tonali, Frattesi e Barella, con l'ultimo che già sperimentato nel ruolo di seconda punta, con la concorrenza di Pellegrini e un occhio sempre attento all'evoluzione di Daniel Maldini. Mateo Retegui è l'attaccante titolare, ma Moise Kean ha ridotto il gap presentandosi come principale alternativa grazie a un periodo di forma eccellente.
Le cose negative dalla Nations League
Sono, secondo noi, due e se su una si può far poco, l'altra è completamente risolvibile con un po' d'attenzione in più. Tutti i sistemi di gioco tendono a escludere o adattare i calciatori legati a un determinato ruolo. Il 4-4-2 sacrifica le mezzali e il trequartista centrale, il 4-3-1-2 le ali e il 3-4-3 il triangolo a centrocampo. Il 3-5-1-1 di Luciano Spalletti rinuncia agli esterni e, come è risultato evidente dalle ultime tre liste convocati, preferisce lasciare a casa giocatori che brillano nel ruolo come Zaccagni o Orsolini.
Poi il discorso negativo legato al campo. L'Italia ha subito 8 gol nelle sei sfide di Nations League disputate nella fase a girone. 7 di questi sono arrivati dagli sviluppi di palle inattive; un dato che non può essere più banalizzato e sul quale il CT dovrà al più presto alzare la soglia dell'attenzione.