Atteggiamento, mentalità e mercato: l'analisi di Fabio Capello sulla Juventus

Fabio Capello
Fabio Capello / Jonathan Moscrop/GettyImages
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Attraverso La Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore di Milan, Real Madrid, Juve e Roma Fabio Capello ha analizzato la situazione della squadra bianconera allenata da Thiago Motta. Una situazione che vede la Juventus fuori da Coppa Italia e Champions League, fuori dalla lotta Scudetto e con il solo quarto posto come obiettivo minimo da conquistare per assicurarsi di partecipare alla prossima Champions League. Queste le parole di Don Fabio.

"La Juventus non ha equilibrio e questo porta ad essere troppo vulnerabile. Contro l'Empoli Motta ha cambiato atteggiamento, la squadra ha cercato di giocare più in verticale, di velocizzare la manovra. Ma è un cambio di impostazione che andava fatto molto prima. A Bologna il gioco di Motta era imperniato sul palleggio in orizzontale, una costruzione lunga e paziente che poi trovava l'accelerazione negli ultimi venti metri grazie alle doti atipiche di Zirkzee. A Bologna ha funzionato grazie anche all'atteggiamento degli avversari, sicuramente meno chiusi e più propositivi rispetto agli avversari della Juventus che pensano soprattutto a difendersi".

"Alla Juventus devi rischiare di più, devi trovare il modo di essere meno leggibile. I tredici pareggi in campionato sono anche figli di questo atteggiamento, punti lasciati per strada a causa di una impostazione troppo scontata. Motta non abbia paura a cambiare rotta anche perché ha gli elementi a disposizione per velocizzare il gioco".

"Serve sicuramente anche una svolta a livello di mentalità. Pure qui il lavoro dell'allenatore è imprescindibile. Deve tenere alta la motivazione anche dopo l'eliminazione dalla Champions League. Gli stimoli non servono quando affronti grandi partite, servono molto di più quando il risultato sembra scontato e rischi di sottovalutare l'avversario. Una squadra non si accende e spegne come l'interruttore della luce: la gestione dell'allenatore è fondamentale".

"Il management e l'area tecnica devono riflettere sulle scelte fatte. Il primo criterio selettivo è capire quali sono i giocatori da Juventus, perché se sbagli il livello poi arrivano i problemi. Bisogna saper parametrare i giocatori ed è la cosa più difficile da praticare e al tempo stesso più importante. Lo scorso anno la Juventus è arrivata terza con 71 punti e una determinata rosa, capire chi può rendere di più sul breve/medio periodo è l'aspetto da cui partire per poi valutare gli innesti in base al budget a disposizione. Non è un lavoro che si può basare su numeri e algoritmi, serve anche l'occhio umano. E la Juve ha tanto lavoro da fare su questo lato. Penso agli addii di Chiesa e Danilo, poco comprensibili col senno di poi, e a quei due-tre innesti necessari che devono farti alzare il livello quando chiudi al terzo posto. La società ha deciso di avviare un nuovo percorso con Thiago Motta, ora però tutti devono dimostrare di essere da Juventus, non solo i giocatori e l'allenatore".


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