Barella trequartista: pro e contro dell'esperimento di Spalletti
Si avvicina Belgio-Italia, la selezione azzurra è atterrata a Bruxelles per affrontare il quinto turno della fase a gironi di Nations League. La competizione vinta dalla Spagna nel 2023, in cui all'Italia di Spalletti basterà un punto per accedere direttamente alla prossima Final Eight, anche 0 nel casoin cui i red devils non riuscissero a conquistare il pieno bottino nelle prossime due sfide.
Alle spalle degli azzurri (10 punti) spicca la Francia (9), che sta attraversando un ricambio generazionale forse inatteso, e il CT e i suoi ragazzi, arrivati a questo punto della fase a gruppi, hanno la volontà e il dovere di provare a tenerla a distanza. Il tutto, con un pensiero fisso a fare ogni cosa per proporre un ciclo solido, che possa poggiare su basi variabili e permettere diverse soluzioni valide (uno dei limiti più grandi degli azzurri a Euro 2024).
Come accaduto già nelle precedenti convocazioni, spiccano le novità anche nella corrente. A risaltare non è soltanto il ritorno di Manuel Locatelli, ma anche le riconferme nel gruppo di Okoli, Pisilli e Maldini, e soprattutto le prime chiamate di Spalletti del terzino destro della Juventus Savona, del centrale viola Comuzzo e del regista biancoceleste Rovella. Un'altra dimostrazione che l'occhio vigile del CT premia chi sta brillando nel massimo campionato italiano e altrove, indipendentemente dalla gerarchia dei nomi disponibili.
Mentre ci si interroga sugli 11 titolari che verranno schierati in Belgio, in conferenza stampa è emerso che Nicolò Barella sarà tra loro. In quella posizione da trequartista/seconda punta che nelle precedenti uscite il CT ha affidato in primis a Lorenzo Pellegrini, ma anche a Raspadori e Maldini, ignorandola invece quando ha scelto di schierare l'attacco pesante formato da Kean e Retegui. Ecco alcuni pro e contro del probabile esperimento azzurro.
Pro. La qualità dell'Italia a centrocampo. Se parliamo di Nazionale fenomenale nel reparto mediano o di esubero di centrocampisti fortissimi, la prima che storicamente soccorre la nostra memoria non è la selezione azzurra. Tuttavia la direzione dell'Italia nella gestione Spalletti sembra tendere con forza all'utilizzo di tanti calciatori di qualità capaci di adattarsi a nuove posizioni, sacrificando diversi interpreti offensivi (spiccano ancora le mancate convocazioni di Zaccagni e Chiesa). Frattesi e Pellegrini sono già stati utilizzati in avanti, Dimarco e Cambiaso possono considerarsi centrocampisti aggiunti e ora Barella alle spalle di uno tra Retegui e Kean appare come l'ennesima prova che il CT non vuole rinunciare a un calciatore della sua qualità nonostante il ruolo da lui solitamente calpestato sia occupato.
Contro. Si tratta di una gara delicata, è vero. Però Spalletti ha già dimostrato in passato la possibilità di stupire attraverso scelte singolari degli interpreti. Il suo 3-5-1-1 si è rodato senza Nicolò Barella, assente per infortunio nelle precedenti soste, e sostituito in maniera impeccabile dal compagno anche con l'Inter Davide Frattesi e dal rientrante Sandro Tonali. L'unico contro che immaginiamo riguarda quindi l'eventuale fallimento dell'esperimento Barella trequartista, che potrebbe regalare un tempo più agevole agli avversari (tendiamo comunque a pensare che in caso di mal funzionamento il CT intervenga all'intervallo).