Blackout Juve e buona la prima per Conceição: 2-1 Milan, in finale sarà derby
Una sfida da dentro o fuori tra due squadre che, seppur in modo diverso, hanno vissuto fin qui una stagione ricca di ombre e di criticità, culminate nel caso del Milan nell'avvicendamento tra Fonseca e Conceição. Nelle prime battute il Milan si mostra arrembante ma col passare dei minuti la Juventus prende le misure e guadagna campo, limitando l'aggressività rossonera grazie a un buon possesso dal basso. Un buon momento bianconero che culmina nel gol al 21': Mbangula lancia Yildiz che si allarga e fa partire un potente destro sul primo palo.
Lo stesso Mbangula al 27' serve un buon cross per Koopmeiners, colpo di testa ampiamente alto ma Juve a caccia del raddoppio. Il possesso rossonero cresce a fine primo tempo ma la Juve controlla bene e non arrivano occasioni fino all'intervallo al di là di un tiro velleitario di Fofana. Sono anzi i bianconeri a provarci con Yildiz ma Maignan respinge bene, nel recupero.
Il copione si ripete anche in avvio di ripresa: rasoterra di Yildiz che fa la barba al palo già al 46', il turco poi serve Vlahovic che manda fuori di poco. Al 55' il Milan va a un passo dal pari: destro da due passi per Theo Hernandez, un tiro sbilenco che finisce alle stelle. Di diverso tenore il tentativo di Reijnders al 66': destro da fuori, leggermente deviato e bloccato da Di Gregorio. Al 71' il Milan trova il pari su rigore causato da Locatelli, in ritardo su Pulisic: lo statunitense va dal dischetto, tira centrale ma beffa Di Gregorio. Il gol rossonero cambia tutto: il Milan prende fiducia e trova addirittura il gol della rimonta, un cross di Musah deviato da Gatti in porta. L'assalto della Juve culmina con un'occasione di Gatti, Gabbia salva tutto: in finale sarà derby di Milano.
La chiave tattica
Pressing alto e aggressivo del Milan nelle prime battute, come chiede Conceição: squadre corte e ritmi elevati, con ribaltamenti di fronte ripetuti e poche possibilità di impostare in modo ragionato. La Juve col passare dei minuti alza il baricentro e riesce a uscire bene dalla propria metà campo con qualità, sfruttando anche le fasce (soprattutto a sinistra). Il Milan dal canto proprio ha qualche difficoltà in impostazione, non riuscendo a condurre palla in modo ordinato e con lucidità. Il gol dà ulteriore fiducia alla Juve sia in fase di possesso che nel disturbare le uscite del Milan, con un efficace pressing sulla trequarti: i duelli sono quasi tutti bianconeri. Sul finire del primo tempo i rossoneri fanno possesso e avanzano il raggio d'azione, senza riuscire però a trovare occasioni.
Anche nella ripresa la Juve mostra più personalità in possesso e maggiore efficacia nel giro-palla, alternando soluzioni e puntando su Yildiz-Mbangula sulle fasce. L'ingresso di Musah dà maggiore dinamismo al Milan che prova a diventare meno prevedibile: Conceição cambia le carte in tavola inserendo Abraham accanto a Morata mentre Motta inserisce Gonzalez come nove, al posto di Vlahovic. I cambi premiano il Milan che, dopo l'1-1, prende fiducia e dà subito l'impressione di poter ribaltare la sfida. Dopo il 2-1 rossonero la Juve appare stordita e il Milan si chiude a protezione della propria area anche coi cambi conservativi (e utili) di Conceição.
L'episodio del match
Una sfida ribaltata in pochi minuti, la Juve apparentemente in controllo che dà vita al classico blackout inatteso: dopo l'uscita dal campo di Vlahovic e di Mbangula i bianconeri non riescono più a tenere palla e a rendersi pericolosi, disunendosi in modo evidente. Da segnalare in particolare il sorprendente errore di Locatelli che porta al rigore di Pulisic, un intervento in ritardo.
Il migliore in campo
Yildiz è indubbiamento l'elemento che si mette maggiormente in mostra, al netto della sconfitta bianconera, grazie al gol che apre le danze e alle occasioni create per il potenziale 2-0. Dall'altra parte Pulisic, dopo un primo tempo deludente seppur generoso, riesce a incidere conquistando il rigore e superando Di Gregorio dal dischetto.