Calciatori in libera uscita? L'etica del lavoro e la retorica della morale

Polemiche e critiche per la presenza di calciatori di Milan e Roma ai concerti di Lazza e Pezzali
Calabria e Theo
Calabria e Theo / Paul Kane/GettyImages
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L'idea di calciatori che sgattaiolano fuori dalle rispettive camere, passando magari dalla finestra o da qualche uscita nascosta, ci rimanda a un immaginario lontano, a ritiri isolati dal mondo e alla voglia - clandestina - di godersi la propria gioventù eludendo i dettami di qualche severo tecnico. Una prospettiva distante in modo abissale dall'attualità, sia per profilo delle parti in causa che per le infinite sfumature mediatiche (e social) emerse nel corso degli ultimi anni, pensando alla gestione dell'immagine di un atleta. Il racconto delle cose di calcio sa rendersi però anacronistico quando è il caso, sa farlo quando si cerca qualcosa di simile alle bandiere (nel commentare le vicende di mercato) , quando si parla di tradimento di fronte a un trasferimento, ancor di più quando si richiede un atteggiamento "irreprensibile" al calciatore di turno.

Etica o distorsione mediatica della normalità?

Si è visto in modo goffo anche la scorsa estate quanto la retorica connessa all'etica del lavoro sappia farsi grottesca, persino banale: si è reso oggetto di critica il fatto che i calciatori della Nazionale italiana, dopo un Europeo deludente, si siano concessi le vacanze e lo abbiano fatto (addirittura) condividendone qualche scatto sui social anziché percorrere la strada della vergogna. Esiste una parte di opinione pubblica pronta, in sostanza, a ricorrere a un immaginario quasi medievaleggiante: auto-fustigazione, eremitaggio, vergogna da custodire silenziosamente e senza occasioni mondane da concedersi.

Si scivola appunto nella facile retorica, nella volontà di infiammare gli animi contro il bamboccio viziato di turno, senza riflettere sul peso del tempo presente, sui risvolti più pratici e pragmatici della quotidianità di un atleta professionista (anche senza scomodare la libertà nella gestione dell'immagine lasciata, ad esempio, agli atleti/icone dell'NBA). Dalle vacanze, citate la scorsa estate, si passa dunque ai concerti di Lazza e di Max Pezzali, a cui hanno presenziato rispettivamente - nei giorni scorsi - calciatori del Milan e della Roma.

Il dominio dei risultati: oltre la retorica

Salotti televisivi in cui si parla di etica, di onore, rispetto: parole che suonano come tuoni rispetto al fatto di base - un concerto appunto - e che ci raccontano quanto il dominio dei risultati resti in realtà la sola etica concreta a cui appellarsi. Fanno rumore le uscite, fa rumore la vita mondana, quando nell'arco di una stagione una squadra rende al di sotto delle aspettative: il successo cancella ogni ricorso ai grandi temi, le vittorie rendono innocuo ogni scatto rubato, dando una legittimazione assoluta e consegnando un'immunità indistruttibile rispetto ai moralizzatori di turno.

Lorenzo Pellegrini, Bryan Cristante e Gianluca Mancini hanno partecipato al concerto di Max Pezzali a Roma poche ore fa...

Posted by Rompipallone.it on Wednesday, January 29, 2025

Confondere l'etica e la professionalità diventa un rischio, a livello mediatico, portando a demonizzare anche la normalità: il rispetto necessario delle regole, degli orari e dei livelli attesi in allenamento alberga altrove rispetto alle attività quotidiane, ad azioni talmente banali (peraltro condotte in accordo coi tecnici) che non meritano di sfociare nel tiro a segno mediatico. Ciò che fa la differenza, di fatto, resta sempre e comunque il campo: lì arrivano le risposte e lì nascono le critiche, senza poter più ricorrere a un immaginario polveroso e etichette ormai datate.

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