Calhanoglu ammette di aver incontrato gli ultras dell'Inter: cosa rischia?
La Questura di Milano ha atteso che il giocatore tornasse dagli impegni con la propria nazionale, ma finalmente ha avuto modo di interrogare Hakan Calhanoglu in merito al caso ultras. Va specificato che il turco non è indagato e che è stato sentito solo come persona informata dei fatti. Nello specifico, gli inquirenti volevano vederci chiaro sul tipo di “relazione” che aveva con gli associati della Curva Nord dell'Inter.
Stando a quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, Calhanoglu ha ammesso di aver avuto contatti con Marco Ferdico, ultrà ora in carcere per per associazione a delinquere con l'aggravante mafiosa, e con Antonio Belocco, arrestato per l’omicidio di Andrea Beretta. Tuttavia, ha anche specificato che questi contatti fossero solo a “titolo personale”, in segno di riconoscenza alla solidarietà ricevuta quando, all’epoca del terremoto nel suo paese nel febbraio 2023, era apparso uno striscione con scritto "vicini a Siria e Turchia. Calha uno di noi", e che gli incontri erano avvenuti nonostante l'Inter gli avesse sconsigliato di parlare con gli esponenti del tifo organizzato.
Cosa rischia Calha?
Se dal punto di vista penale non c'è niente di incrimanante, diversa la questione sul piano della Giustizia Sportiva, il cui Codice, al comma 10 dell'articolo 25, vieta ai calciatori "di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società”. Il procuratore federale, Giuseppe Chinè, ha già aperto un fascicolo, anche se potrà esprimersi sulla questione solo quando avrà ricevuto dalla Procura di Milano tutta la documentazione del caso. Stando al regolamento Calhanoglu può incorrere in una multa di 20mila euro e in una squalifica di una o più giornate di campionato.