Che tipo di attaccante serve alla Fiorentina come vice-Kean?

I viola cercano un profilo che possa far rifiatare un punto fermo
Palladino e Djuric
Palladino e Djuric / Timothy Rogers/GettyImages
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L'eccellente prima parte di stagione vissuta dalla Fiorentina, soprattutto in campionato, fa sì che tifosi e addetti ai lavori del mondo viola si proiettino già su gennaio e su quel che potrà accadere in ottica mercato: il passato del resto insegna, spesso in modo severo, come una sessione invernale deludente possa compromettere quanto costruito fino a quel punto o non riesca comunque a dare la spinta giusta per la seconda parte della stagione, per mantenersi in posizioni importanti di classifica.

Si può riconoscere innanzitutto, come presupposto di partenza, quanto la rosa costruita in estate da Pradè e da Goretti abbia il pregio di incastrarsi coerentemente con gli auspici di Raffaele Palladino: in porta, in difesa e a metà campo non sembrano esserci lacune particolari, neanche considerando il 4-2-3-1 con cui sta giocando attualmente la Fiorentina (dopo l'iniziale input connesso al 3-4-2-1 come modulo di base). Le attenzioni principali in ottica mercato sono rivolte all'attacco e al profilo giusto per il ruolo di vice-Kean: sia Kouamé che Beltran non danno garanzie in tal senso e non sembrano dotati delle caratteristiche ideali per prendere il posto, quando necessario, dell'ex bianconero (autore fin qui di una stagione da incorniciare).

Che vice-Kean serve ai viola?

Né l'ivoriano né l'argentino riescono a ricalcare quanto fatto da Kean, soprattutto nella difesa del pallone e nello strapotere fisico espresso, al di là dell'istinto e del fiuto del gol da prima punta: Kouamé si trova meglio partendo più largo, per far valere la propria corsa e il proprio spirito di sacrificio, Beltran ha trovato la propria identità tattica come rifinitore alle spalle della prima punta, come preziosa alternativa a Gudmundsson (ormai pronto a a rientrare dopo la sosta) sulla trequarti. Sono dunque due le certezze da cui partire: serve un centravanti di mestiere, una prima punta di ruolo, e serve qualcuno che sappia accettare il ruolo di rincalzo senza sgomitare per un posto.

Raffaele Palladino
Palladino / Gabriele Maltinti/GettyImages

Si tratterà verosimilmente di elementi che non infiammeranno la piazza, l'aspetto cruciale è che possano far rifiatare Kean e che possano dare un buon contributo anche nel lavoro di sponda e nel gioco aereo: le candidature di Milan Djuric e di Andrea Petagna appaiono coerenti in questo senso. Si tratta di elementi dalle caratteristiche che mancano nell'attuale rosa della Fiorentina, di prime punte dal gran fisico, profili low-cost in grado di fornire anche soluzioni diverse a partita in corso: Kean resterà il punto fermo, come terminale offensivo, e in base alle partite Palladino potrà decidere se affidarsi a Gudmundsson-Beltran o se puntare appunto a un centravanti più statico a guidare l'attacco.

Gli investimenti e i nomi in grado di intrigare, almeno sulla carta, diventeranno validi per giugno: è probabile che Pradè inizi già a porre le basi per acquisti da concludere nella sessione estiva, il profilo di Shpendi del Cesena in questo senso è indicativo e non va visto certo come centravanti "di riserva" pronto all'uso. Commisso, dal canto proprio, ha fatto capire di essere disposto anche a investire e a seguire gli input degli uomini mercato qualora lo ritenessero necessario per difendere una posizione di classifica importante.

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