Com'è cambiata la Fiorentina dopo il mercato invernale?

Un percorso di rinnovamento iniziato in estate e diventato sempre più radicale
Palladino
Palladino / ATPImages/GettyImages
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Dopo un'estate di cambiamenti radicali, con una vecchia guardia pronta a salutare e nuovi protagonisti intenzionati a lasciare il segno, la Fiorentina ha vissuto una sessione invernale ancora sulla scia del rinnovamento, dando l'impressione di vivere ancora un percorso di assestamento. Niente di conservativo, dunque, nonostante una prima parte di stagione tendenzialmente positiva: lo stesso Biraghi è passato dalla fascia di capitano al ruolo di esubero e, raggiungendo il Torino, ha definito "rivoluzione" il percorso intrapreso dal club viola. Difficile discostarsi dalla lettura dell'ex capitano: in pochi mesi la Fiorentina ha varato l'inizio di un nuovo ciclo, passando da Italiano a Palladino, e ha ricostruito le proprie fondamenta, perdendo tanti punti fermi e provando a crearne di nuovi.

Daniele Prade
Pradè / Jonathan Moscrop/GettyImages

Milenkovic, Bonaventura, Nico Gonzalez, Martinez Quarta, Biraghi, Kouamé, Ikoné, Sottil: protagonisti oppure comprimari ma, di fatto, nomi che hanno segnato nel bene o nel male gli ultimi anni del progetto gigliato. Il discorso tecnico si lega a quello di leadership, alla necessità di individuare un nuovo nucleo da responsabilizzare, nuovi punti di riferimento: in questo senso è evidente che De Gea e Gosens su tutti abbiano saputo lasciare il segno, anche al di là di capitan Ranieri e di un Dodò ritrovato, diventando leader di una squadra rimasta priva dei suoi riferimenti più consueti. C'è poi un altro volto del rinnovamento, quello più intrigante, quello offerto dal campo e dalle scelte di Palladino (input seguiti da Pradè e Goretti in sede di mercato).

Che Fiorentina sarà dopo il mercato invernale?

Si può notare come la Fiorentina abbia rinunciato a un'eredità targata Italiano, perdendo esterni puri e preparandosi dunque a prospettive diverse: tra l'estate e oggi sono partiti Nico Gonzalez, Ikoné e Sottil, al contempo sono arrivati profili dalle caratteristiche differenti da impiegare sempre a supporto della punta (Gudmundsson, Zaniolo, Colpani ma anche Ndour, che Palladino vede sulla trequarti). Prospettive che ci allontanano dunque da uno dei paradigmi di Italiano e che ci riavvicinano al Palladino di Monza, alla possibilità di un 3-4-2-1 che veda i due esterni (Dodò e Gosens) protagonisti anche in fase offensiva e i due trequartisti (es. Gudmundsson e Zaniolo) più attivi per vie centrali, senza cercare necessariamente l'ampiezza.

Anche in caso di 4-2-3-1, con Folorunsho esterno atipico e Beltran-Zaniolo dall'altra parte, è evidente che il profilo degli esterni sia radicalmente diverso da quello visto in passato. Di fatto, dopo qualche mese di assestamento e di studio, la mano di Palladino sulla rosa sembra più evidente e riscontrabile: una difesa in grado di passare a tre e quattro senza patire il colpo, esterni in grado di spingere (Dodò a destra, Gosens e Parisi dall'altra), un jolly come Folorunsho a metà campo, una trequarti ricca di fantasisti e povera di ali e Kean come certezza assoluta, da unica punta.

Michael Folorunsho, Lucas Beltran
Folorunsho e Beltran / Gabriele Maltinti/GettyImages

Fondamenta in grado di rendere sostenibile senza troppi slanci di fantasia il 3-4-2-1 lungamente utilizzato a Monza ma che permetta anche di proseguire con 4-2-3-1, proprio grazie a elementi applicati e disciplinati come Folorunsho e Beltran da utilizzare sugli esterni. Si può anche notare come Palladino abbia scelto di rinunciare a esterni che non hanno nel loro DNA calcistico la tendenza a rientrare, Sottil e Ikoné nello specifico: il primo ha vissuto mesi positivi prima dell'addio, mostrandosi anche più generoso e disciplinato del solito, ma è evidente che Beltran e Folorunsho diano qualcosa in più da quel punto di vista, arrivando così a conquistarsi la fiducia del tecnico.

La Fiorentina dopo il mercato invernale:

4-2-3-1: De Gea; Dodò, Comuzzo, Ranieri, Gosens; Adli (Fagioli), Cataldi; Folorunsho (Zaniolo), Gudmundsson, Beltran; Kean.

4-3-2-1: De Gea; Dodò, Comuzzo, Ranieri, Gosens; Adli (Fagioli), Cataldi, Folorunsho; Zaniolo, Gudmundsson; Kean.

3-4-2-1: De Gea; Comuzzo, Pablo Marì, Ranieri; Dodò, Adli (Fagioli), Folorunsho (Cataldi), Gosens; Zaniolo, Gudmundsson; Kean.

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