Come è cambiato il modo di giocare della Juventus nel 2025

Una squadra più verticale capace di finalizzare un numero maggiore di occasioni.
Juventus v FC Internazionale - Serie A
Juventus v FC Internazionale - Serie A / Jonathan Moscrop/GettyImages
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È un'altra Juventus. Ce ne siamo accorti noi, Thiago Motta, i tifosi bianconeri e anche gli avversari che l'hanno affrontata nell'ultimo periodo. Una Juventus viva, trainata da una vigoria che sembrava scomparsa, illuminata soltanto da qualche calciatore e comunque presente solo a fasi alterne, in determinati momenti della gara.

Quell'energia sulla quale Motta ha confermato nel postpartita di Dazn, affermando nell'energia siamo cambiati, e sottolineando più gli aspetti che non hanno funzionato rispetto a quelli che hanno portato alla vittoria nel derby d'Italia contro l'Inter. Il risultato sembra essere una Juventus che sta diventando consapevole della sua forza, ma che non vuole accontentarsi ai primi segnali positivi. È il principio della continuità nel calcio, basato su una fame che non si sazia mai e su una consapevolezza che diventa sempre più grande.

Dalle statistiche, analizzate in parte anche al Club di Sky Calcio da Caressa e i suoi ospiti, emerge una Juventus che tiene meno il possesso della sfera, regalando diversi punti percentuali alle sue avversarie; contro PSV, Como e Inter la percentuale di possesso si è sempre assestata sotto il 50%. Il 41% nel derby d'Italia è dovuto sia allo stile di gioco nerazzurro, che però si era arreso in questa statistica nel clamoroso 4-4 dell'andata, sia a delle richieste probabilmente diverse di Thiago Motta alla sua squadra.

La Juventus infatti, in un confronto con le statistiche nel 2024, ha nel nuovo anno aumentato la produzione di xG da azioni di contropiede passando da 0.09 a 0.32 a partita. Un aumento che permette di parlare di calcio verticale (per il modo in cui si sviluppano tali azioni) è anche l'incremento del 6% per quanto riguarda questa tiplogia di passaggi (dal 25% al 31%); un cambiamento evidente riguarda infine il numero di passaggi filtranti, raddoppiati rispetto al vecchio anno (da 0.9 a 2.2 a partita).

Si tratta di modifiche che anche i tifosi hanno accolto di buon occhio, abbandonando l'idea di quel possesso scolastico in grado di generare poche occasioni durante i 90 minuti, per sposare un approccio più diretto che sta esaltando le caratteristiche di Randal Kolo Muani. L'attaccante francese incarna in pieno la nuova via scelta da Thiago Motta sia sotto il profilo tecnico-tattico che dal punto di vista dello spirito. Una risorsa in grado di attaccare bene lo spazio e lottare nel corpo a corpo con l'avversario, rapido nello stretto e veloce a campo aperto, riscoperto grande finalizzatore dopo 18 mesi amari con il PSG.

Non è bastato però soltanto il suo arrivo per cambiare il volto della Juventus. Tra i nuovi, anche Renato Veiga si è adattato in fretta e consentirà presto, con i rientri di Kalulu e Cambiaso, di modificare in positivo la linea a quattro della difesa bianconera, con un probabile dirottamento del francese a destra e del nazionale azzurro a sinistra. Le idee che hanno stupito maggiormente riguardano però il centrocampo. Va detto che, forse per non restare con il rimorso di non aver provato qualcuno, Thiago Motta ha schierato più o meno tutti nel ruolo di mediano. Da Locatelli a Fagioli e ancora Douglas Luiz, Thuram, McKennie, Cambiaso e ora anche Teun Koopmeiners. Le gerarchie odierne raccontano di un equilibrio trovato con il figlio d'arte francese accompagnato da uno tra Locatelli e Koopmeiners, che sta provando a riscoprirsi lontano dai 16 metri avversari. E se questa soluzione era stata tracciata già da coloro che optavano per una Juventus super offensiva, bisogna confermare che il motivo per cui l'allenatore sta arretrando l'olandese non è Kenan Yildiz ma Weston McKennie. Lo statunitense è l'attuale inamovibile di Thiago Motta grazie alle sue capacità di inserimento e alla sua pericolosità in area di rigore (oltre a caratteristiche difensive che non appartengono ai trequartisti comuni); contro l'Inter è stato il calciatore bianconero che ha effettuato più passaggi fondamentali, quello che ne ha realizzati di più all'interno dell'area di Sommer.

Benjamin Pavard, Weston Mckennie
Juventus v FC Internazionale - Serie A / Chris Ricco/GettyImages

Un equilibrio che non va toccato, la Juventus non può perdere quella continuità ricercata per mesi. Ma che andrà in futuro integrato da tutti coloro che il protagonismo lo stanno man mano lasciando agli altri. Da Dusan Vlahovic a Kenan Yildiz, passando per Douglas Luiz e Timothy Weah (nella sua posizione). Il club di Thiago Motta sembra aver imparato dagli errori della prima metà ed è di nuovo nella fase di costruzione di un'immagine che potrà regalare un finale di stagione diverso ai suoi tifosi.


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