Conceiçao giura amore alla Juve e spiega cosa gli chiede Thiago Motta

Francisco Conceiçao
Francisco Conceiçao / Marco Canoniero/GettyImages
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Sono bastati solo un paio di mesi a Francisco Conceiçao per entrare nel cuore dei tifosi della Juventus. Merito di quelli spunti palla al piede e dei dribbling nello stretto con cui spesso riesce a creare superiorità numerica sulla fascia destra o comunque a rendersi pericoloso. Nell'intervista rilasciata ai microfoni de La Stampa, il portoghese ha parlato del suo futuro in bianconero, sostenendo di vedersi a Torino ancora a lungo, e ha anche spiegato cosa vuol dire essere un figlio d'arte.

Cosa ti chiede Motta?
"Mi ispiro al calcio di strada, un modo di pensare che attiva l’interesse dei tifosi. Motta ci chiede creatività quando siamo nell’ultimo terzo di campo. Ci dice che dentro ad una strategia collettiva, ognuno è, poi, libero di sfruttare al meglio le proprie caratteristiche. E le mie sono queste"

La vittoria come ambizione:
"Io penso, fortemente, che vincere debba essere un’esigenza: ho vissuto un po’ ad Amsterdam, all’Ajax, un bel po’ al Porto e, ora, alla Juve. Club storici e club dove conta arrivare prima degli altri".

Sul suo futuro alla Juve:
"Non mi vedo di passaggio con questa maglia, altri discorsi non li posso fare perché non tocca a me farli. Ma il progetto Juve mi piace...Torino mi incuriosisce molto: qui c’è tutto per vivere al meglio la mia professione".

Sugli altri figli d'arte Weah e Thuram:
"Tra di noi parliamo della “strana” circostanza che ci lega ad una storia comune. Mio padre con quello di Thuram hanno anche giocato insieme...".

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