Conceiçao se la prende per gli episodi negativi e rivendica la propria esperienza

Sergio Conceiçao
Sergio Conceiçao / Alessandro Sabattini/GettyImages
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Seconda sconfitta consecutiva per il Milan che, dopo il 2-1 di Torino, cade anche a Bologna nel recupero della 9ª giornata di Serie A, rimanendo così ben lontano dal quarto posto. Al termine dell'incontro del Dall'Ara, Sergio Conceiçao ha commentato così la prestazione dei suoi ai microfoni di DAZN.

Come si spiega la sconfitta?
"C'è un fallo clamoroso di mano sul primo gol. Dovevamo fare di più, ma gli episodi negativi per noi sono decisivi. Alla fine c'è da continuare a lavorare e da vedere cosa abbiamo fatto bene nella partita, anche se di calcio si parla poco. C’è da continuare a lavorare, vedere cose che abbiamo fatto bene. Anche se di calcio si parla poco, perché ci sono stati errori nostri e non solo. Questi piccoli episodi sono decisivi".

Mentalmente non riuscite a essere sempre al 100%?
"È proprio così. È un ragionamento perfetto. Siamo concentrati sulla partita, compatti, sappiamo dove pressare l'avversario e abbiamo anche esplorato spazi nel gioco, i corridoi laterali. Ricordo le due occasioni con Musah e Jimenez, ma si vede che quando siamo in partita giochiamo seguendo quello che prepariamo creiamo occasioni".

Le responsabilità dell'arbitro:
"L’arbitro non è il responsabile di questa sconfitta, mi metto io per primo. Tutti questi piccoli episodi sono decisivi per gli altri e per noi negativi. A volte si danno falli che non ci sono, a volte si fischia troppo, a volte non si fischia. Gli arbitri come gli allenatori commettono degli errori".

Ma si riferisce solo all'episodio del gol o alla direzione dell'arbitro in generale?
"Si parla dei criteri, dei falli che prima si fischiano poi no. Gli arbitri commettono errori, ma questi piccoli episodi hanno un peso grande. Abbiamo bisogno di risultati positivi per l'ambiente. Mi conoscete: tutti i giorni si parla della mia situazione qua e non è giusto. Ho affrontato 5-6 squadre italiane e sono sempre passato, solo con l'Inter non ce l'ho fatta. La mia situazione è semplice: se mi dicono che non servo più me ne vado, non voglio manco un euro in più. Si divertono di me ma ho più di 100 partite in Champions League e ho vinto 13 trofei. Scusate lo sfogo".


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