Contestualizzare le sconfitte di Real Madrid e Manchester City

Quanto pesano i crolli delle più forti d'Europa in questa fase della stagione?
Real Madrid C.F. v AC Milan - UEFA Champions League 2024/25 League Phase MD4
Real Madrid C.F. v AC Milan - UEFA Champions League 2024/25 League Phase MD4 / Angel Martinez/GettyImages
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Si è appena chiuso un infrasettimanale disastroso per le squadre sulla carta più forti al mondo. Due sconfitte che ridimensionano, rispettivamente 3 e 4 gol subiti a fronte di uno solo segnato che pongono in discussione l'attuale valore del Real Madrid di Carlo Ancelotti e del Manchester City di Pep Guardiola. Il dominio mostrato in patria e in Europa nei cicli di durata diversa che li definiscono hanno alterato la normalità e oggi il peso delle sopracitate cadute è forse troppo esagerato e poco contestualizzato.

Proviamo a disegnare il contesto in maniera chiara attorno ad ognuna, a citare quelle giustificazioni che attenuano la disperazione mista a incredulità che segue questi risultati.

Il crollo del Real Madrid

Ci sono diversi tipi di crolli nel calcio e quale sia il peggiore dipende da situazione a situazione. Ci sono club che perdono colpi contro compagini di livello inferiore, mancando la vittoria consecutivamente e perdendo terreno che in passato avrebbero arato senza particolari patemi; ci sono poi club che accusano invece le sfide di prestigio, contro avversari che si presentano alla pari e si rivelano superiori.

Nel caso del Real Madrid si tratta più del secondo scenario. Avvisaglie si erano avute già con il Borussia Dortmund, in un primo tempo perso 0-2 e poi ribaltato fino al 5-2 al triplice fischio. Poi il primo scossone l'ha offerto il Barcellona in un Clasico dominato al Santiago Bernabeu con un poker dolorosissimo per i tifosi blancos. Un passo falso che ha evidenziato diversi problemi dei nuovi galacticos di Carlo Ancelotti. Dalle difficoltà nell'associarsi in fase offensiva senza Rodrygo (un paradosso considerando che da molti in estate era indicato come il sacrificabile dell'attacco) alla fluidità di manovra persa nei momenti topici delle gare senza Toni Kroos (ritiratosi a luglio), fino alla fragilità difensiva e alla friabilità delle distanze tra reparti.

Carlo Ancelotti
Real Madrid C.F. v AC Milan - UEFA Champions League 2024/25 League Phase MD4 / Angel Martinez/GettyImages

Il secondo colpo l'ha offerto il Milan di Paulo Fonseca, un club che sembra voler abituare a risultati clamorosi in momenti della stagione colmi di tensione. Il Real si è sgretolato in casa propria per la seconda volta a distanza di una settimana, nonostante fosse anche più riposato degli avversari. Le assenze di Courtois, Carvajal e Rodrygo sono delle mancanze silenziose che acuiscono un periodo già negativo, in cui le redini di Carlo Ancelotti si sono leggermente slabbrate aprendo a discorsi da fine ciclo che peggiorano il clima intorno all'ambiente madridista e che appaiono in qualche maniera ingenerosi.

La lezione subita da Guardiola

La tesi secondo cui Pep Guardiola avrebbe scoperto la sua prossima nemesi, in procinto di giungere al Manchester United, è al momento da accantonare. Ruben Amorim ha superato il catalano con un 4-1 fantastico nella terra di Cristiano Ronaldo, in una gara di Champions League ricca di pathos anche per l'imminente addio della guida tecnica che ha impennato le aspettative dello Sporting. Il Manchester City, dopo essersi portato in vantaggio, ha subito una rimonta pazzesca decisa dallo strapotere di un Viktor Gyokeres in stato di grazia (tripletta).

Si è trattato della prima sconfitta nella corrente stagione europea, ma anche della terza consecutiva in tre competizioni differenti (con il Bournemouth in Premier League e con il Tottenham in EFL Cup). Un evento rarissimo che allenatori del suo calibro si sono quasi conquistati - Pep Guardiola non perdeva tre gare consecutive dalla stagione 2017-18, oltre 6 anni fa.

Pep Guardiola
Sporting Clube de Portugal v Manchester City - UEFA Champions League 2024/25 League Phase MD4 / Gualter Fatia/GettyImages

Il contesto del Manchester City, ormai completamente disabituato alla difficoltà di risultati, è quello di un momento negativo legato agli infortuni. L'infermeria dell'Etihad è piena e molti dei calciatori scesi in campo nella sfida di Lisbona non erano al meglio della propria condizione fisica. L'infortunio di un fenomeno come Rodri pesa maggiormente quando mancano altri interpreti cruciali (Ruben Dias, Stones, De Bruyne) e dimostra ancora una volta che anche nelle squadre la cui filosofia di gioco appare preponderante sul protagonismo dei singoli, ci sono elementi di categoria superiore che alzano il livello.

Il nuovo formato della Champions League e gli avversari

Vincere a lungo termine, senza soluzione di continuità sia in Europa che in patria, è impossibile. Ciò che ha creato il Real Madrid negli ultimi dieci anni di Champions League (dal 2014) non ha eguali da quanto la competizione ha assunto questo nome (1992); vale lo stesso discorso per le vittorie consecutive di Pep Guardiola in Inghilterra (4), da quando anche la Premier League ha assunto la nuova denominazione (sempre 1992).

Abbiamo visto qualcosa di unico e forse lo abbiamo sottostimato al punto da non pretendere più errori da parte di determinati club o allenatori. Invece esistono gli avversari, esistono squadre che affidano a determinate partite pesi differenti e che arrivano alle stesse con delle motivazioni speciali. È il caso di Milan e Sporting Lisbona e di un nuovo formato della Champions League che, alla metà della sua nuova fase campionato (caratterizzata da 8 partite), propone una classifica molto lontana dalle aspettative - ad oggi tra le prime 8 figurano club come Sporting, Aston Villa, Brest e Monaco.

Ottobre e soprattutto novembre sono mesi complicati a livello calcistico, mesi in cui i programmi dei club si infittiscono, in cui la fine della stagione appare ancora molto lontana, ma nei quali al contempo divampa la volontà di tirare bilanci provvisori. Quelli di Manchester City e Real Madrid - aggiunto il contesto - raccontano, secondo noi, di sconfitte che non sembrano aprire crisi lunghe e senza soluzioni, ma dovute a una casualità di eventi e una sequenza di calendari scomodi che hanno, almeno per un momento, permesso ai tifosi dei due club di tornare sulla terra e riassaporare il sapore a volte anche amaro della realtà.

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