Così simili e così diversi: Vlahovic, Nico Gonzalez e la coperta troppo corta

Thiago Motta costretto a snaturare Nico Gonzalez: la Juve lo aiuterà col mercato?
Vlahovic e Gonzalez
Vlahovic e Gonzalez / Gabriele Maltinti/GettyImages
facebooktwitterreddit

Profondamente diversi eppure uniti da tratti di vicinanza che l'attualità rende evidenti: Dusan Vlahovic e Nico Gonzalez hanno capito innanzitutto, chi negli anni e chi in pochi mesi, quanto vestire la maglia della Juventus rappresenti la traduzione concreta dell'assunto secondo cui gli esami non finiscono mai. Partendo dai punti di connessione e di affinità si può ovviamente partire dal salto compiuto passando dalla Fiorentina alla Juventus, da una realtà che li celebrava a un contesto che richiede costantemente di rispondere, di dimostrare, di chiarire se si sia o meno "da Juve".

Così simili, così diversi

Il club di provenienza e la necessità di dimostrare, dunque, considerando anche l'esborso sostenuto dai bianconeri (in momenti diversi) per assicurarseli: il peso dei milioni, il profilo da "grandi colpi", deve dunque trovare il necessario conforto del campo e - in entrambi i casi - sono emersi ed emergono aspetti di discontinuità in grado di minare l'idillio con la piazza. Il tratto di vicinanza più sorprendente, però, è quello legato al campo e al ruolo svolto agli ordini di Thiago Motta: Nico Gonzalez si sta trovando a tornare utile (anzi necessario) come vice-Vlahovic, come terminale offensivo, e non come esterno mancino in grado di far male partendo da destra (suo marchio di fabbrica nei momenti migliori vissuti a Firenze).

Dusan Vlahovic
Juventus v AC Milan: Italian Super Cup / Image Photo Agency/GettyImages

Si passa così ai tratti di distanza, agli elementi che tracciano un solco tra il centravanti serbo e chi invece centravanti non è, se non per questioni puramente contingenti come l'assenza prolungata di Milik. L'aspetto che emerge con forza, considerando le prestazioni offerte dal titolarissimo Vlahovic e dal "sostituto per caso" Gonzalez, è quanto la coperta risulti corta e quanto la Juve si trovi in ogni caso a dover rinunciare a qualcosa: si è rimproverato spesso a Vlahovic il contributo inferiore alle aspettative nel legare il gioco, si rimprovera ora a Gonzalez di non riuscire a incidere a dovere sotto porta.

A caccia di un vero vice

L'argentino ha dimostrato in passato di poter agire anche nelle vesti di punta, lo ha fatto anche nelle prime fasi della sua carriera così come allo Stoccarda, ma è evidente che il suo modo d'intendere il ruolo di attaccante sia distante dal profilo di boa offensiva che sostiene su di sé il peso del reparto. Si è visto nel derby, ad esempio, come Koopmeiners fosse chiamato spesso ad affiancare Gonzalez, fungendo quasi da terminale offensivo "estemporaneo" (in una serata difficile per l'olandese, sempre a caccia di una posizione in cui lasciare realmente il segno). Occorre però riconoscere come l'argentino abbia saputo offrire un buon lavoro spalle alla porta, anche sorprendente per certi versi, arrivando ad agire di sponda con qualità.

Nico Gonzalez, Kenan Yildiz
Torino v Juventus - Serie A / Jonathan Moscrop/GettyImages

Quel che è mancato è la proverbiale "cattiveria" nell'attaccare la porta e - al contempo - è evidente che Nico Gonzalez utilizzato come prima punta costringa a rinunciare al suo vero e proprio marchio di fabbrica, la capacità cioè di saltare l'uomo agendo sulla fascia. Si perde per strada, di fatto, un valore aggiunto. Al di là della posizione di facciata mantenuta spesso da Giuntoli, citando il recupero di Milik come priorità, è chiaro quanto la Juve abbia bisogno di un vice-Vlahovic in senso stretto, di un profilo che non obblighi altri elementi dell'attacco a snaturarsi e a perdere quelle qualità in grado di fare realmente la differenza.

feed