Dumfries racconta la sua prima volta alla Pinetina e la chiamata di Ausilio

Denzel Dumfries
Denzel Dumfries / Marco Luzzani/GettyImages
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Dopo aver saltato la sfida in casa del Bayer Leverkusen per l'influenza, Denzel Dumfries è tornato a disposizione di Simone Inzaghi. L'esterno olandese è uno dei punti fermi del 3-5-2 dell'Inter e recentemente ha firmato il rinnovo contrattuale fino al 2028, confermando di credere nel progetto interista anche dopo il cambio di proprietà, con il passaggio dalla famiglia Zhang al fondo Oaktree. A Nelle scorse ore, in attesa del match di lunedì contro la Lazio, Dumfries ha rilasciato un'intervista ai microfoni de La Repubblica, raccontando le ore precedenti al suo trasferimento all'Inter, gli obiettivi stagionali della squadra e i suoi idoli.

"Il primo contatto con l'Inter? Mi chiamò Piero Ausilio, io giocavo a padel. Mi disse di lasciare la racchetta e correre a Milano, aveva già parlato con Mino. Non sentivo la pressione della successione di Hakimi, che è fortissimo. Credo in me stesso e Inzaghi mi ha dato fiducia. Mi ha aiutato a essere più solido e a conoscere il calcio italiano. Non posso dire che sia un amico perché è il mio coach, però è una persona eccezionale, abbiamo un bellissimo rapporto, anche se il primo giorno alla Pinetina non è stato il massimo".

"Io pensavo di fare un paio di foto e stringere mani, invece mi hanno messo subito in campo. Ho aperto il borsone che avevo in auto e ho trovato dentro due scarpe sinistre, la destro ha dovuto farmela prestare".

"Il campionato è importantissimo ma perdere la finale di Champions League a Istanbul non è stato facile, non sono mai riuscito a riguardare quella partita. Vogliamo un'altra possibilità e facciamo di tutto per conquistarla".

"In Serie A facciamo il doppio dei gol rispetto alla Champions League, ma in Europa difendiamo meglio, ma non c'è una spiegazione semplice. In coppa dobbiamo conservare lo spirito combattivo, facendo più gol. Ora però pensiamo alla Lazio: è fortissima".

"A me piaceva Seedorf, anche lui è del Suriname. Lo tifavo ovunque giocasse, a partire dall'Inter. Un altro eroe era Maicon, giocatore meraviglioso. Uno dei migliori esterni di ogni tempo".


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