Erick Thohir parla della sua esperienza all'Inter: stadio, economia globale e debiti

Erick Thohir, ex patron dell'Inter
Erick Thohir, ex patron dell'Inter / Robertus Pudyanto/GettyImages
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Intervistato dal Corriere dello Sport, l'ex proprietario nerazzurro Erick Thohir ha parlato della sua esperienza alla guida dell'Inter, dell'incontro con Massimo Moratti, del calcio italiano ma anche di alcune scelte effettuate durante la sua era (come la scelta di Piero Ausilio come diesse) e della situazione debitoria del club nel periodo della sua presidenza.

"È capitato che qualche tifoso mi chiedesse di tornare in Italia ma non potrei mai farlo. Amo troppo l'Inter: è un club leggendario e il legame è troppo forte. Sono sempre un tifoso e seguo tutti i risultati. Sono stato contentissimo per la vittoria della seconda stella. Come tutti i tifosi anche io voglio vincere a ogni occasione. L'Inter è ancora più forte: ha giocatori straordinari come Lautaro, Thuram, Barella e Bastoni. Attenzione però alle altre grandi che stanno tornando: Juventus, Milan e Napoli. Sarà un campionato combattuto".

"Ho incontrato Moratti l'ultima volta che sono stato a Milano. L'ho detto fin dall'inizio: sono arrivato per aiutare l'Inter a crescere e tornare in alto, magari qualcuno avrebbe potuto mirare subito alto ma io conoscevo la situazione ed era necessario recuperare innanzitutto. La sostenibilità finanziaria era fondamentale. Alla riprova dei fatti e delle promesse che avevo fatto, dopo cinque anni l'Inter è tornata a giocare in Champions League. Avrebbe potuto arrivarci prima, quando c'ero io, se le squadre italiane qualificate fossero state quattro anziché tre".

"La Serie A ha bisogno di cambiare, già ai miei tempi spingevo perché si guardasse anche ai mercato esteri, in particolare a quello asiatico. È successo, ma è durato un paio d'anni. Poi si è fermato tutto. L'economia globale si sta spostando verso l'Asia. Con me, l'Inter ha iniziato la sua espansione verso gli Stati Uniti e appunto verso l'Asia. Non a caso, c'è stato subito un aumento dei ricavi commerciali".

"Recentemente ho incontrato Gerry Cardinale qui a Giacarta e gli ho parlato dello stadio. Gli ho detto che la strada giusta è quella di fare un nuovo impianto insieme all'Inter. Sarà un bene anche per la Serie A. All'epoca ne avevo discusso pure io con Barbara Berlusconi, però ha poi voluto proseguire da sola. Avevo provato a chiedere al Sindaco di Milano di avere San Siro per l'Inter ma ho dovuto fermarmi davanti alla complessità di leggi e regolamenti".

"Sono stato io a nominare Piero Ausilio direttore sportivo: ho sempre pensato fosse un valido manager e lo sta dimostrando. Ho perso i contatti invece con Zhang, quando ho lasciato la presidenza della società ho preferito lasciargli campo libero, evitando di interferire. Dico però che ai miei tempi il debito del club era di soli 160 milioni di euro, ora è molto più alto. Non ho mai detto che Nicola Ventola era il mio giocatore preferito, ma soltanto che conoscevo anche lui oltre a tutti i giocatori della storia nerazzurra. Sarebbe stato troppo semplice indicare uno dei tanti campioni che tutti ricordano. Oggi, quindi, faccio il nome di Federico Dimarco. Ai miei tempi era solo un ragazzo delle giovanili, adesso è uno dei migliori della rosa. Avrei potuto citare Lautaro ma sarebbe stato troppo facile".


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