Fonseca insiste sull'atteggiamento della squadra e sullo sfogo di mercoledì

Paulo Fonseca
Paulo Fonseca / Stephen Nadler/ISI Photos/GettyImages
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Alla vigilia della sfida contro il Genoa di domani, il tecnico rossonero Paulo Fonseca si è presentato in conferenza stampa per analizzare il momento del Milan, gli avversari e la situazione che sta vivendo in questo momento lo spogliatoio milanista dopo le polemiche dello stesso portoghese nel post gara di Champions League. Queste le parole di Fonseca.

"Per me era facile dopo la partita (contro la Stella Rossa, ndr) parlare solo della vittoria. Domani il Milan fa 125 anni e dobbiamo rispettare la storia e per me non era così. Questo club ha fatto la storia del calcio. Ho già detto alla squadra ciò che penso, come sempre. Oggi ho parlato con i giocatori e per me siamo pronti per avere una serata all'altezza del Milan".

"Parlato con Theo? In questo momento non ho altro da aggiungere, non farò nomi, ho semplicemente parlato con i giocatori e ho detto quello che penso. Per me significa andare avanti. Dopo la partita siamo andati negli spogliatoi e tutti hanno lo stesso feeling. Per me questo è molto positivo. Successivamente abbiamo parlato, la squadra ha lavorato bene. Siamo una famiglia e dovevamo risolvere il problema nello spogliatoio e l'abbiamo fatto".

"Domani giocherà la squadra migliore per me affinché vinca. Oggi non posso ancora dire nulla sulla formazione, ho sentito l'appoggio della società come sempre. Io dico sempre la verità, difficile per me nascondere ciò che sento dopo la partita. Penso che devo essere sempre onesto, questo sentivo e questo ho detto. Penso che siano messaggi importanti. Ho avuto questa necessità".

"Il progetto Milan Futuro è importante e lavoriamo da sempre con quei ragazzi, domani vedremo in campo qualcuno di loro. A questo livello è normale avere situazioni di questo tipo (sui rapporti con i giocatori, ndr). Non chiudo mai gli occhi davanti ai problemi, li affronto. Sono pronto a risolverli. Questo è normale in tutte le squadre, in tutte le famiglie. Non sono preoccupato di ciò che pensano gli altri. Se lo fossi sarebbe difficile lavorare. Tutti hanno una opinione ma io sono qui e so come si vive all'interno. Vedo i giocatori tutti i giorni e non posso vivere in funzione del pensiero altrui".

"Dobbiamo lasciar crescere Camarda con equilibrio. A volte le aspettative e le pressioni sui giovani non sono buone. Non creiamogli pressioni. È un ragazzo equilibrato, lasciamolo tranquillo. Devo sempre pensare a come gestirlo bene: lui ha qualità ma deve continuare a crescere, non deve avere il peso di essere decisivo. Che faccia la sua evoluzione con serenità".

"Contro la Stella Rossa per me il problema non è stato tattico né tecnico ma di atteggiamento. Questo influisce sul resto. Non è stato un problema difensivo, loro non hanno creato praticamente nulla. Penso che la squadra difensivamente stia molto meglio, non è stato un problema tattico. Mi è già capitato in passato, come penso sia successo a tutti gli allenatori. Penso sia normale e va fatto ciò che è giusto per risolvere le situazioni. Al Milan è diverso rispetto al passato, ma mi era già capitato. A questo livello non può essere tutto rose e fiori, esistono sempre queste situazioni. Lo si deve allo status della squadra, ai giocatori e così via. Nei grandi club è sempre così".

"Sono arrivato per cambiare il modo di giocare, avevo solo 15 calciatori e tanti ragazzini. I più importanti erano in nazionale. Poi è diventato difficile allenarsi giocando ogni tre giorni, ma per me abbiamo già cambiato cose che ritengo importanti e giocato buone partite. In Champions League abbiamo avuto l'atteggiamento giusto per continuare a crescere, nelle ultime dieci partite dell'anno scorso si dicevano le stesse cose, non accade solamente ora. Quando sono arrivato qui il Milan aveva già tre capitani: Calabria, Theo e Leao. Se io cambiassi capitano, la stampa mi ammazzerebbe. So di avere la fiducia nel nostro capitano. Ho rispettato le gerarchie della squadra finché deciderò eventualmente di cambiare".

"Scudetto? Penso che ora sia più difficile, ma dentro di me continuo a crederci. Basta l'atteggiamento di un solo calciatore per rendere insufficiente una prestazione. Fino al Cagliari abbiamo avuto il problema di non difendere bene le situazioni legate ai cross. Poi siamo migliorati tanti e ora non è più un problema".

"Io sto sempre bene. Jimenez? Può giocare sulle due fasce, è polivalente e mi piace. Io ho già visto il Milan come piace a me in diverse partite. Ma serve essere costanti, non sono un mago. Dopo le montagne russe magari domani sarà diverso. Quello che voglio è avere una squadra costante mentalmente. Per questo è una questione di atteggiamento. Sicuramente è risolvibile".


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