George Weah tiferà Juventus contro il Milan ma ricorda con affetto gli anni rossoneri
Un passato importante al Milan, con due Scudetti vinti e 58 gol segnati tra il 1995 e il 2000, con un Pallone d'Oro in bacheca, eppure George Weah in vista della sfida tra i rossoneri e la Juventus tiferà per i bianconeri. Oltre alla presenza del figlio, Timothy (che si gioca una maglia da attaccante con McKennie, vista l'assenza di Vlahovic), determinante è la sua passione per la Juventus fin da bambino. Lo ha raccontato a La Repubblica l'ex centravanti liberiano, spiegando il suo amore da ragazzino per Michel Platini:
"Ero uno juventino incallito. Erano gli anni in cui Platini giocava nella Juventus e tanti bambini africani stravedevano per lui, me compreso. Adoravo come calciava le punizioni, i rigori e noi piccoli che giocavamo in strada cercavamo di imitarlo. Quando la palla partita dal suo piede, girava, noi non ci riuscivamo mai. Platini è stato un modello, io non ho mai smesso di essere juventino. Tra Milan e Juventus tiferò i bianconeri, è sempre stata la squadra del mio cuore e ora ci gioca anche mio figlio. Vorrei fosse una bella partita. Se vince la Juventus sono contento, se vince il Milan non lo sono al 100% ma un po' sì. Si può dire che mio figlio ha realizzato il sogno che avevo da bambino".
"Quando giocavo nel Monaco, la Juventus si era interessata a me ma ero ancora molto giovane e Wenger mi consigliò di restare un Francia per maturare. La Serie A era il campionato più difficile al mondo, così andai al Paris Saint-Germain. Al Milan ho vissuto cinque anni fantastici, da avversario lo guardavo, lo ammiravo e ricordo bene la finale di Champions League persa contro l'Ajax. C'era ancora Van Basten, che poi mi fece l'onore di lasciarmi la sua maglia numero 9. Tutti volevano giocare in Italia. Sognavo la Juventus ma non avrei potuto dire no al Milan. Sono ancora in contatto con i vecchi compagni: Sebastiano Rossi, Boban, Maldini e il mio grande amico Marco Simone".
"Avevo parlato di Timo (il figlio, ndr) con Maldini e c'era la possibilità di farlo andare al Milan ma non si è concretizzato. Quando mio figlio mi ha accennato della Juventus, gli ho detto di non esitare neanche un momento. Ne abbiamo discusso con la mamma e il manager e tutti siamo stati d'accordo. Non si poteva rifiutare questa opportunità, al di là del mio tifo, è la squadra giusta per lui. Con Lilian (Thuram, ndr) siamo stati compagni al Monaco, lo chiamavo piccolo fratello, eravamo sempre insieme ed è bello che i nostri figli riannodino il legame che avevano i loro padri".