I migliori attaccanti di sempre
Qualsiasi definizione si voglia dare è fallace in sé, si accompagna cioè a una dose ovvia di soggettività non solo nelle scelte conclusive ma persino nei criteri presi in considerazione. Ecco dunque che, a maggior ragione, comprendere chi meriti di essere inserito tra i migliori attaccanti della storia pone di fronte a una serie di quesiti: il numero di gol fatti è il solo criterio da valutare? L'attinenza o meno al profilo tipico di centravanti è un fattore ineludibile? Come la mettiamo, invece, coi calciatori universali e capaci di interpretare più ruoli nel corso della propria carriera?
Troviamo così una classifica quanto più variopinta possibile, composta da tutti i "colori" di un ruolo che ha nel gol il suo filo conduttore ma che - al contempo - presenta sfumature personali e differenti, legate anche a epoche lontane tra loro. Dal centravanti potente e feroce, quindi, passiamo alla punta sgusciante e rapida, all'attaccante più statico si affiancano punte di movimento: le reti messe a segno - una valanga - risultano il filo conduttore più coerente e stabile (ma non certo l'unico) per capire quali siano stati i migliori attaccanti di sempre.
15. Alan Shearer
Collezionista di record nel contesto inglese: si tratta innanzitutto del miglior marcatore nella storia della Premier League, del calciatore che vanta il maggior numero di triplette in carriera e del calciatore con più reti in una sola partita (5) in Premier. Un ricco bagaglio di gol che ha trovato tra l'altro un ulteriore marchio storico, quello del titolo vinto col Blackburn nel 1994/95 con ben 34 reti segnate in una sola stagione. Il solo titolo vinto in carriera, sì, ma dal peso specifico incalcolabile.
14. Gabriel Omar Batistuta
Batistuta racchiude in sé la quintessenza del centravanti, basta del resto ascoltare il racconto degli ex compagni di squadra che - nei suoi anni d'oro - lo vedevano entrare in campo con spirito da condottiero. Un indole che trovava uno specchio fedele sul campo, nella potenza animalesca con cui interpretava il ruolo di punta: in lizza per ben sei volte per il Pallone d'Oro nonostante militasse in un club, la Fiorentina, che non lo vedeva certo competere ad alti livelli con continuità.
13. Luis Suarez
L'esplosione in Eredivisie lo ha portato a compiere il grande salto verso la Premier nel 2011, un passaggio che non ha certo intaccato la sua vena realizzativa e che lo ha visto spiccare il volo coi Reds per poi finire nel Barcellona e collezionare stagioni dai numeri incredibili (40 gol nel 2015/16). Attaccante circondato dall'aura di bad boy, dal fiuto del gol inarrivabile e caratterizzato da un'aggressività che ha certo rappresentato croce e delizia all'interno del suo prestigioso percorso sportivo.
12. Robert Lewandowski
L'assenza di un Pallone d'Oro nel suo curriculum è puramente frutto di sfortunate coincidenze, il polacco ha rappresentato a lungo (e rappresenta tuttora) il prototipo del centravanti perfetto. Un discorso che si lega ovviamente al mero lato realizzativo (incredibile il suo percorso in Bundesliga, con medie gol da alieno) ma che trova sponda anche nella sua capacità di giocare per la squadra, nella sua intelligenza tattica e nella rara dote di elevare un intero reparto. Famelico e cinico come nessuno, insomma, ma tutt'altro che egoista.
11. Karim Benzema
Da chi un Pallone d'Oro lo ha solo sfiorato, come Lewandowski, a chi quel titolo individuale lo ha ottenuto davvero. Un centravanti dalla tecnica invidiabile, in grado di fare da riferimento offensivo ma anche da partner ideale e da punta di movimento: CR7 lo ha avuto come compagno al Real Madrid e ha sfruttato al meglio le doti del francese, tante volte (anche mediaticamente) penalizzato dalla stessa convivenza col portoghese. Dal 2009 al 2023 alle Merengues, 354 gol col Real e un posto garantito tra i migliori centravanti di sempre.
10. Gunnar Nordhal
Cambiamo nettamente era calcistica e troviamo Gunnar Nordahl, miglior realizzatore di sempre nella storia del Milan e prototipo ideale - storicamente - del centravanti potente, capace di travolgere le difese grazie allo strapotere fisico e alla fame di gol. L'esperienza in rossonero è chiaramente il punto più alto della sua carriera: cinque volte di fila capocannoniere in Serie A (un record imbattuto), due Scudetti ottenuti col Milan e la capacità di segnare con una continuità ineguagliabile nella prima metà degli anni '50.
9. Romario
Profilo atipico rispetto a quello di tanti altri attaccanti qui citati, sgusciante e rapido, tecnico e imprevedibile prima che potente: la statura inferiore al metro e settanta disegnava il profilo di una punta emblematica per il calcio brasiliano, una punta in grado di fare la differenza con club e Nazionale. Capocannoniere in tre diversi Paesi e miglior calciatore del Mondiale vinto dal Brasile nel '94. Un dato su tutti per comprendere il suo segno sulla storia: è il quarto miglior marcatore di sempre con 760 reti segnate in carriera.
8. Gerd Muller
Sesto miglior marcatore di sempre nella storia del calcio, con 732 reti realizzate in carriera, ha legato il proprio nome e la propria fama al Bayern Monaco, club in cui ha militato dal 1964 al 1979 (conquistando quattro campionati tedeschi e altrettante Coppe di Germania). Bomber implacabile e capace di sfiorare (o persino superare) quota 40 gol in una sola stagione, miglior marcatore nella storia della Bundesliga e vincitore di un Pallone d'Oro (quello del 1970) oltre che del Mondiale del '74.
7. Giuseppe Meazza
Andiamo agli albori del nostro calcio, a una figura mitologica all'interno del panorama italiano. Ha vissuto le migliori stagioni dalla fine degli anni '20 alla seconda metà degli anni '30 e possiamo affidarci a cronache lontane nel tempo e a racconti che sfociano nella leggenda: i numeri ci parlano ancora però e ce lo consegnano tuttora come il miglior marcatore nella storia dell'Inter. Attaccante tecnico, veloce e dalle grandi doti acrobatiche: lontano dal prototipo del centravanti ma sicuramente uno degli attaccanti più spettacolari offerti dalla storia del nostro calcio.
6. Marco Van Basten
Eleganza e rimpianto: queste possono rappresentare due parole chiave efficaci per trasmettere il ricordo di Van Basten, centravanti dalla rara leggiadria nonostante il fisico (quasi uno e novanta di altezza) e calciatore costretto a interrompere la propria carriera neanche trentenne a causa dei problemi irrisolvibili alla caviglia. Autore di gol iconici e di indiscussa bellezza, si tratta di un centravanti in grado di lasciare il proprio segno indelebile su un periodo d'oro del Milan (quattro Scudetti e due Coppe dei Campioni) così come dell'Ajax.
5. Alfredo Di Stefano
Attaccante in grado di fare la storia del Real Madrid, dominatore assoluto del panorama spagnolo ed Europeo a cavallo tra gli anni '50 e '60: punta di diamante di quei Blancos, vincitori di otto titoli spagnoli e di cinque Coppe dei Campioni tra il '53 e il '64. Nato come ala, ha saputo poi imporsi come prima punta in un Real Madrid che resta nella storia del calcio, sfruttando al meglio la propria tecnica, la fantasia oltre alla capacità di svariare su tutto il fronte offensivo: un calciatore totale più che un semplice attaccante.
4. Eusebio
Calciatore incontenibile a livello atletico, dotato di una grande velocità (non a caso il soprannome Pantera Nera) che - assieme al tiro insidioso - lo rendeva un vero incubo per portieri e difensori. La sua media gol nel Benfica è del tutto fuori da ogni logica: più reti segnate che presenze nel club di cui ha fatto la storia (miglior marcatore di sempre delle Aquile). Capocannoniere del campionato portoghese per sette volte (record decisamente proibitivo da eguagliare).
3. Ferenc Puskas
Si resta ovviamente nel Gotha della storia del calcio, sicuramente appare limitante considerare Puskas meramente come attaccante data la completezza del suo profilo e la capacità di far valere caratteristiche tecniche e di intelligenza tattica da calciatore totale. Un elemento iconico per la storia dell'Ungheria e uno dei punti di forza - così come Di Stefano - nel Real Madrid che tra gli anni '50 e '60 vinceva tutto ciò che era possibile vincere, in Spagna e a livello europeo.
2. Ronaldo
Si sono citati qui diversi attaccanti in grado di farsi valere anche in altre zone del campo, dotati di visione di gioco o indole da "regista", ma con Ronaldo ci spostiamo su un profilo del tutto diverso. Lo scatto bruciante e il dribbling rappresentano il marchio di fabbrica di un attaccante iconico come pochi altri, chiamato Il Fenomeno come a voler riassumere le sue doti totalmente aliene sia a livello realizzativo che - ancor di più - come spunto e capacità inarrivabile di saltare l'uomo. Due Mondiali vinti col suo Brasile e due Palloni d'Oro rimangono nel curriculum dell'attaccante che ha saputo far innamorare del calcio una generazione intera, anche in Europa.
1. Pelé
Restiamo in Brasile ma da un attaccante rappresentativo di una data era calcistica "moderna", come Ronaldo, chiudiamo il cerchio col nome più iconico possibile in una prospettiva storica. Come in altri casi è evidente che, oggi, il suo nome suoni come leggenda più che come realtà direttamente sperimentata. Il profilo di Pelé trascende dunque l'esclusiva valutazione calcistica e sfocia oltre, coi numeri e i dati oggettivi (il record di Mondiali vinti, i riconoscimenti ufficiali) che non riescono comunque a completare la definizione di chi - pur lontano storicamente e geograficamente da noi - riesce tuttora a restare O Rei.