I regali di Natale che il Milan avrebbe voluto trovare sotto l'albero

AC Milan v Genoa - Serie A
AC Milan v Genoa - Serie A / Jonathan Moscrop/GettyImages
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Il Milan ha vissuto un'estate di cambiamenti, pensando in particolare alla fine dell'era Pioli e dalla scelta di puntare su Paulo Fonseca. Una decisione che, già di partenza, è apparsa distante dalle aspettative dei tifosi e dall'idea di ambire immediatamente a traguardi importanti: l'ex giallorosso non aveva agli occhi del mondo rossonero quell'appeal associato invece a grandi nomi (come Conte, poi ripartito dal Napoli). La stagione è ormai prossima alla metà e si può riconoscere come, dopo un precampionato illusorio, i rossoneri abbiano vissuto una stagione fatta di alti e bassi, con un rendimento discontinuo e tanti casi a turbare l'ambiente.

1. Un riferimento per i tifosi

Zlatan Ibrahimovic
Ibrahimovic / Ciancaphoto Studio/GettyImages

L'aspetto identitario è sempre presente nelle valutazioni fatte dai tifosi ed è evidente che, in un club glorioso come il Milan, non manchi la necessità di una quota che sia - appunto - storica. In questo senso il ruolo di Ibrahimovic, come consulente della proprietà, non appare in linea con figure ritenute più affidabili, con veri e propri garanti: lo svedese, di fatto, rappresenta più la visione della proprietà che non il filo conduttore con la storia recente del club.

Al dà dei risultati e degli aspetti prettamente sportivi, in sostanza, sembra mancare un punto di contatto tra l'anima rossonera e il presente del club. Un tema sicuramente amplificato dalle scelte fatte a livello societario e dai piani rivendicati con orgoglio da Cardinale (più che mai contestato dalla piazza).

2. Un clima diverso

David Calabria, Theo Hernandez
AC Milan v AS Roma / Paul Kane/GettyImages

Un tema ricorrente nella stagione rossonera fin qui è quello dei casi, tanto ripetuti quanto deleteri per i risultati e per il clima (a livello interno ma ancor di più come percezione mediatica). Si può citare in tal senso il mancato cooling break di Leao e Theo Hernandez all'Olimpico, col resto della squadra, oppure le parole dell'attaccante portoghese sulla propria posizione in campo.

Ma non finisce qui: anche in occasione della vittoria in Champions con la Stella Rossa hanno sorpreso le parole di Fonseca, insoddisfatto dallo spirito di alcuni elementi della squadra, una sorta di j'accuse che ha condotto alla caccia al colpevole (con tanto di presa di posizione social di Calabria e di voci di mercato insistenti).

3. Il contributo dei big

Theo Hernandez, Francisco Conceicao, Rafael Leao
Francisco Conceicao (C) of Juventus FC reacts next to Theo... / Nicolò Campo/GettyImages

Non si tratta di svilire in senso assoluto il rendimento di Theo Hernandez e di Leao, comunque tra i più impiegati da Fonseca, ma di riconoscere come - senza soluzione di continuità - i due si siano resi protagonisti di casi o di un mancato idillio (mediatico o sostanziale che sia) con Fonseca.

I rossoneri hanno trovato nell'accoppiata Reijnders-Fofana la propria ossatura e in Gabbia-Thiaw la sorprendente coppia di centrali, al contempo i due calciatori di maggior valore - Rafael Leao e Theo Hernandez appunto - si sono rivelati discontinui e non hanno rappresentato quei punti fermi su cui appoggiarsi, soprattutto nei momenti di difficoltà. Un aspetto concretizzato sia dalle voci di mercato che dalle panchine che, in vari momenti della stagione, son toccate sia al francese che al portoghese.

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