I retroscena dell'avventura di Rudi Garcia al Napoli

Rudi Garcia
Rudi Garcia / Francesco Pecoraro/GettyImages
facebooktwitterreddit

Rudi Garcia non ha usato troppi giri di parole per descrivere la sua breve esperienza sulla panchina del Napoli. Il tecnico francese ha svelato alcune interferenze del patron De Laurentiis nel suo lavoro di allenatore, così come alcune richieste non ascoltate. L'ex guida tecnica degli azzurri inoltre ha attaccato anche il suo successore Walter Mazzarri. Queste le sue parole al media Carré.

"All'inizio pensavo di avere a che fare con un gentleman, invece si è rivelato qualcuno che si immischia in cose che non gli competono. Ho pagato il fatto di avergli detto di rimanere al suo posto. Lui mi rispose che non poteva proteggermi se non lo ascoltavo. Ma io non ho bisogno di essere protetto. Voleva che facessi giocare per quarantacinque minuti un giocatore e poi altri nella ripresa e non è che a 60 anni mi si viene a dire chi mandare in campo. De Laurentiis è uno che capisce di cinema ma non molto di calcio".

"Quando arrivai tutti volevano andarsene, si lamentavano di essere pagati poco. Quindi ho lavorato per rimotivare l'ambiente. Il diesse Giuntoli se n'era andato e nessuno interveniva quando per esempio Osimhen e Kvaratskhelia non accettavano di essere sostituiti. Sarebe stato più opportuno annunciare subito di puntare alla qualificazione in Champions League. Sapevo che mi prendevo un rischio arrivando in un club che aveva appena vinto lo Scudetto. Di solito non vado in squadre dove non posso fare meglio, ma era il Napoli e la Serie A".

"Inconsciamente i giocatori pensavano di rifare esatamente come l'anno prima. Ma non funziona così. Volevo dei rinforzi in difesa come Aguerd, un mediano possente. Invece hanno preso giocatori di prospettiva e non è un caso che siano stati prestati altrove. Poi avrei voluto che si rinnovassero i contratti di Osimhen e Zielinski per metterli nelle migliori condizioni in campo. Ho visto poi che quest'anno, invece, hanno investito molto per un difensore centrale come Buongiorno e un mediano come McTominay".

"Mazzarri non ha classe e non mi ha mai ringraziato dei punti che gli ho lasciato, e del fatto che gli sarebbe bastato vincere una partita per qualificarsi per gli ottavi di Champions League. Ha fatto un'intervista, mentre ero ancora in carica come allenatore, per spiegare come avrebbe fatto giocare la squadra. Quello che mi consola è che ancora oggi c'è chi mi scrive ricordandomi come un gentiluomo".


feed