Il calcio di domani: lo studio Deloitte sulle novità auspicate dai tifosi
Le valutazioni e le idee espresse dagli addetti ai lavori con riferimento al "calcio del futuro" passano spesso, inesorabilmente, dalla volontà di rivedere ciò che da decenni diamo per appurato: il calcio come universo in divenire, senza regole intoccabili o senza pilastri che resistano, impermeabili alle istanze dei tifosi (soprattutto dei più giovani). Non si parla qui di ipotesi avveniristiche o di suggestioni campate in aria ma, soprattutto con riferimento ai giovani tifosi, alle aspettative concrete per il calcio di domani: in tal senso si sottolinea uno studio condotto da Deloitte, nell'ambito della seconda edizione di Deloitte Football Fan Experience: 2.120 interviste (a tifosi di età compresa tra i 10 e i 75 anni) legate alle regole del calcio, a tutto ciò che circonda il mondo del pallone, alle modalità di fruizione più apprezzate e a ciò che potrebbe accrescere il coinvolgimento.
Come dovrebbe cambiare il calcio? Lo studio Deloitte
Partiamo da aspetti strutturali, dalle fondamenta, partiamo cioè dalle regole stesse del calcio e della possibilità di apportare novità che migliorino il gioco: il 75% degli under 35 intervistati vedrebbe positivamente cambiamenti regolamentari (legati al tempo di gioco e novità in grado di migliorare la trasparenza degli interventi arbitrali, da sempre un tema controverso). Soffermandosi proprio sul discorso arbitrale più nel dettaglio il 78% dei tifosi auspica una revisione nell'utilizzo del VAR, aspetto che non manca mai di far discutere e di scatenare polemiche: da un lato un aiuto evidente al direttore di gara ma, d'altro canto, un fattore in grado di generare nuovi lati potenziali di ambiguità. Per quanto riguarda il tempo di gioco si sottolinea un 68% di tifosi ben disposti ad accogliere revisioni in tal senso, con match più brevi o con l'introduzione del tempo effettivo, aspetto che del resto vedrebbe favorevoli anche tanti tifosi e addetti ai lavori.
Non è intoccabile, agli occhi dei tifosi, neanche il formato del campionato di Serie A: il 54% degli intervistati vedrebbe positivamente una competizione strutturata diversamente, con meno squadre o con l'introduzione dei tanto spesso citati playoff e playout, che non risultano dunque un tabù agli occhi degli appassionati. Una delle problematiche principali, ma non è del resto un mistero, riguarda una certa delusione per l'esperienza all'interno dello stadio: il 39% dei tifosi più accaniti si dice soddisfatto dell'esperienza negli impianti di gioco, con crollo ulteriore tra i tifosi meno appassionati (10% di soddisfatti, una percentuale decisamente esigua). Cosa chiedono i tifosi per veder migliorare l'esperienza allo stadio? Il 54% vorrebbe aree ristoro più moderne, non manca però chi auspica interventi nelle aree verdi (45%) o in negozi/musei legati ai club (40%).
Divario generazionale: calcio femminile e sostenibilità
Un dato che si può legare a sua volta al tema delle infrastrutture è quello connesso alla volontà (di 8 tifosi su 10) di visitare i centri sportivi in cui si allena la loro squadra, con tanto di apertura all'idea di pagare un biglietto. L'incontro coi calciatori appare l'aspetto che intriga maggiormente (58%), seguito da corsi dedicati ai più giovani (39%) e accesso ad aree ristoro (37%). Un aspetto che sancisce una linea di demarcazione generazionale è il seguito del calcio femminile: il 75% degli under 35 lo segue, si scende invece al 60% tra gli over 35. Un tema che spesso si limita a un risvolto puramente teorico, quello dell'azionariato popolare, intriga il 63% dei tifosi sfegatati: questi sarebbero infatti disposti a spendere mediamente 119 euro all'anno per il proprio club (il 42% dei tifosi appassionati). Per quanto riguarda la partecipazione attiva alla vita del club si sottolinea come il 50% dei tifosi segua solo il lato sportivo, tra partite e aspetti immediatamente prossimi, mentre solo un tifoso su quattro è interessato a ciò che riguarda le iniziative sociali condotte dal club.
C'è poi tutta l'area della fruizione mediatica del calcio, la TV la fa da padrona: il 44% la segue tramite i canali a pagamento, il 26% tramite emittenti regionali, inoltre circa il 70% dei più giovani auspica una comunicazione che passi maggiormente dai social e dai nuovi media, in modo da interagire di più con la propria squadra. Non manca infine una spinta verso la sostenibilità, spinta dimostrata dalle statistiche: il 74% dei tifosi pensa che le istituzioni calcistiche (a livello nazionale e internazionale) debbano muoversi per rendere in calcio più sostenibile. Una conferma che arriva da un dato per certi versi sorprendente: il 66% dei tifosi arriverebbe anche a smettere di seguire la propria squadra se questa non rispettasse quanto promesso a livello di sostenibilità (percentuale così alta grazie al contributo dei tifosi tra i 15 e i 34 anni).