Il grande avvio della Fiorentina e la clausola di Kean: Palladino non si nasconde
Dopo un avvio di naturale rodaggio, la Fiorentina ha assimilato i principi di gioco di Raffaele Palladino e, con dodici giornata di campionato ormai in archivio, si trova al terzo posto in classifica, a un solo punto dal Napoli capolista. Nell'intervista concessa a La Repubblica, proprio il tecnico ha commentato l'andamento sorprendente dei viola, parlando anche di due dei suoi principali artefici: Moise Kean e Pietro Comuzzo.
Una Fiorentina che dà fastidio alle grandi:
“Dopo le prime gare, a mercato ancora aperto, abbiamo cercato gli incastri giusti e la quadra tattica. Si è creata una magia interna: è merito dei ragazzi, quello che fanno durante gli allenamenti è incredibile perché le mie richieste sono toste. Mi piace la convinzione dei miei ragazzi, sono ambiziosi. Alcuni provengono da grandi club, portano questa mentalità e mi fa impazzire di gioia questa cosa. Ma bisogna guardare la realtà: non è facile rimanere lassù, ci sono club attrezzati che hanno speso tanto. Dipende tanto da noi: adesso ci affronteranno tutti per batterci, siamo in alto e diamo fastidio. De Gea, Gosens, Kean. Insieme a Bove, Cataldi e Adli hanno portato la mentalità che serviva alla Fiorentina. Un gruppo fantastico che rema tutto dalla stessa parte. Devo ringraziare il presidente Commisso, il dg Ferrari insieme a Pradè e Goretti che mi hanno consegnato questa rosa”.
Su Moise Kean:
"Moise l'ho voluto io e la società mi ha subito assecondato. Mi sento un fratello maggiore per Moise. È il primo che ho chiamato a Firenze. Non veniva da anni importanti, ma abbiamo creduto nel ragazzo e nel calciatore. Può fare un grande campionato ma deve stare sempre bene fisicamente. Se mi preoccupa la clausola da 52 milioni? Se arriva una società che paga tutti quei soldi vuol dire che è stato fatto un grande lavoro da parte di tutti. Firenze e la Fiorentina devono godersi questo Kean. Pensiamo al presente, che è bello. Abbiamo dato un attaccante fortissimo alla Nazionale. La sua fame e la voglia di andare a far gol all’ultimo secondo col Verona sono il manifesto di quello che sta facendo. Ha una grande mentalità, non deve mai farsi condizionare da niente e qualora si distraesse lo capirei subito. E una mia qualità: lo noto subito, da chi abbassa la testa in allenamento".
Su Comuzzo:
"Lo chiamo “soldato” perché è così in tutto ciò che fa. Un grande difensore, sono d’accordo con Spalletti. Ha talento nel fermare gli avversari, nei duelli individuali. Adesso viene il difficile: non lo affrontano più come un giovane ma come un nazionale”.