Il Milan si ferma ancora: reti bianche a San Siro contro il Genoa
- I rossoneri escono tra i fischi dello stadio
- Un pareggio amaro nell'omaggio per il 125° anniversario del club
Milan-Genoa accende San Siro per la domenica sera della 16ª giornata di Serie A e a stupire, con qualche scelta di formazione particolarmente sorprendente, è proprio la squadra di casa. Paulo Fonseca fa accomodare in panchina Theo Hernandez e spinge Alex Jimenez titolare a sinistra; poi spicca anche l'esordio dal primo minuto di Mattia Liberali, il giovane scelto dal portoghese per operare da trequartsta alle spalle di Abraham.
Il nuovo e positivo Genoa di Patrick Vieira risponde con un coraggioso 4-3-3 che ha finora portato ottimi risultati alla causa rossoblu. Leali ancora tra i pali, con Vasquez al rientro dopo la squalifica. Martin torna ad agire da terzino e Miretti come ala sinistra; Zanoli opera come ala destra, mentre il centro dell'attacco è riservato al solito Pinamonti. Ancora in panchina Mario Balotelli.
Le formazioni ufficiali di Milan - Genoa
Milan (4-2-3-1): Maignan; Emerson Royal, Gabbia, Thiaw, Jimenez; Reijnders, Fofana; Chukwueze, Liberali, Rafael Leao; Abraham. Allenatore: Paulo Fonseca.
Genoa (4-3-3): Leali; Vogliacco, Bani, Vasquez, Martin; Thorsby, Badelj, Frendrup; Zanoli, Pinamonti, Miretti. Allenatore: Patrick Vieira.
La chiave tattica della partita
Un pallone vintage che passa da una generazione all'altra per accendere San Siro in un clima tra i festeggiamenti e l'omaggio per l'anniversario del club. I bastoni led che scrivono il numero 125, con la voce dello speaker a esaltare il pubblico sugli spalti, aizzato nel finale dall'ingresso di alcuni tra i più grandi calciatori della storia rossonera con in mano parte del Palmarés. Si apre così il prepartita di Milan-Genoa, sfida valida per il 16° turno della Serie A 2024-25.
Prime battute lente e con poche idee per entrambe le squadre. Poi, come spesso accaduto in questa stagione, è Tijjani Reijnders a svegliare il Milan. L'olandese conduce a grandi falcate un contropiede che Emerson Royal conclude con un tiro parato in corner da Leali. Poco dopo è ancora il centrocampista orange a mettersi in mostra con un recupero alto e un assist che Tammy Abraham, libero in area di rigore, spreca chiudendo troppo l'interno.
Intorno al 20° l'episodio che fa discutere. Mattia Liberali si libera sul versante destro dell'area di rigore, sterza sul destro e va giù in area dopo il contatto con un avversario. Gli estremi per il calcio di rigore ci sono, ma l'arbitro fa proseguire ritenendo il contatto lieve e il VAR non può intervenire. Il Milan si accende ancora con due conclusioni pericolosissime di Reijnders e Chukwueze che sfiorano la traversa. Dopo una parte centrale di primo tempo ricca di occasioni, il leit motiv vira con un Genoa che sistema qualcosa e nega soluzioni ai padroni di casa.
Nella seconda parte il Milan rientra con una novità: Fonseca lascia negli spogliatoi Abraham e inserisce Morata. E la prima occasione matura nel primo minuto del secondo tempo: Chukwueze pennella ed è ancora Emerson Royal a svettare chiamando al grande intervento Leali. La seconda mossa del tecnico portoghese è il cambio tra i due giovanissimi, esce Liberali dopo una buona prova ed entra, acclamato da San Siro, Francesco Camarda.
La sfida diventa più intensa, ricca di duelli fisici, che sporcano la fluidità delle azioni. Non ci sono grandi palle-gol da segnalare fino a un quarto d'ora dal termine. Chukwueze invola Reijnders al contropiede, l'olandese imbuca per Morata che sterza mettendo a sedere un avversario, ma poi apre troppo il piatto sinistra calciando largo. Qualche minuto più tardi è sempre lo spagnolo a trovarsi sui piedi l'occasione più nitida della partita: Jimenez recupera alto, Reijnders serve l'ennesimo assist della partita, ma la conclusione del numero 7 si stampa sulla traversa.
È l'ultima grande occasione di una partita che termina con una sensazione amara, quella di un altro risultato negativo (0-0) che lascia i rossoneri ancora immersi nella crisi.
L'episodio della partita
Poca lucidità. Non è un Milan dominante, che crea innumerevoli occasioni e domina l'avversario. È una squadra che, senza alcuni interpreti cruciali (Theo, Pulisic, Loftus-Cheek) si dimostra counque una volta in grado di generare chances per un numero minimo di un paio di gol; invece, sotto porta, i rossoneri non sono cattivi, sprecano sempre al momento decisivo. E si tratta, senza dubbio, di uno di quei fattori che hanno condotto la squadra all'attuale situazione di classifica.