Jolly per vocazione e non per caso: Cambiaso come esempio di modernità
- Irrinunciabile per Thiago Motta: Cambiaso è il più utilizzato in bianconero
- Simbolo del nuovo corso azzurro: punto fermo anche con Spalletti
- Duttilità come traduzione naturale dell'intelligenza tattica
Associare ad un calciatore la definizione di jolly porta con sé l'ovvio rimando a doti apprezzabili, lo si afferma perlopiù con accezione positiva, ma non manca un rovescio della medaglia e un implicito pregiudizio di fondo in grado di dare un tono diverso al discorso, a non renderlo soltanto lusinghiero. Jolly in quanto versatile, in quanto utilizzabile dove più occorre, spesso però il ragionamento implica qualità che rischiano di annacquarsi: utile ovunque ma mai eccellente, prezioso per riempire vuoti ma non irrinunciabile.
Un pregiudizio che si sovverte radicalmente parlando di Andrea Cambiaso: il suo status di punto fermo è ormai conclamato e anche statisticamente dimostrabile, si tratta infatti del calciatore più utilizzato da Thiago Motta in questa stagione alla Juventus, sia in Serie A che valutando tutte le competizioni. Al contempo si tratta di un elemento che in pochi mesi, nel contesto della Nazionale, ha saputo diventare altrettanto necessario, passando dallo status di esordiente (a marzo) a quello di uomo di fiducia del CT Spalletti, di fedelissimo a cui diventa proibitivo rinunciare soprattutto col nuovo assetto tattico varato in questo corso azzurro.
Cambiare senza risentirne
Merita una sottolineatura speciale la continuità del classe 2000 di scuola Genoa in contesti tatticamente diversi, con allenatori anche lontani tra loro per idee di calcio: nella Juventus ha saputo rinforzare il proprio status di titolare col passaggio dal 3-5-2 dello scorso anno, con Allegri, al 4-2-3-1 di Thiago Motta; in Nazionale riesce a rivestire al meglio il ruolo di quinto di centrocampo a destra, uno dei tanti ruoli compresi nel suo ampio repertorio, e lo ha fatto sostanzialmente in tutto il percorso azzurro in Nations League (quarto elemento più utilizzato da Spalletti nella fase a gironi appena conclusa, al secondo posto, dagli Azzurri).
Una versatilità che appartiene al DNA di Cambiaso, da non leggere come semplice disponibilità e come mero spirito di sacrificio ma più compiutamente, come traduzione del concetto di modernità. Un concetto che, nelle valutazioni fatte dai tecnici che hanno avuto modo di allenarlo, si accompagna (come vero ritornello) a quello di intelligenza e che - di fatto - si associa alla innata capacità di indossare coerentemente le vesti che occorrono alla squadra, di "avere relazione con il gioco della squadra", citando Spalletti, e di "conoscere il calcio" (citando ancora una volta il CT ma seguendo anche idee espresse da Allegri e Thiago Motta nel percorso bianconero).
Si nota in Cambiaso una perfetta coerenza rispetto all'auspicio di allenatori che, sempre di più, vogliono calciatori in grado di "fare più cose" e che non si accontentano di una definizione statica e schematica di un ruolo: la fluidità e l'adattabilità fanno ormai parte delle richieste basilari ad alti livelli, Cambiaso dimostra di trovarsi a proprio agio con una simile esigenza e di voler lavorare per seguire, col lavoro quotidiano, questa evoluzione all'insegna della modernità. Il tutto senza perdere d'occhio i fondamentali e le basi: Thiago Motta, in particolare, ha auspicato un miglioramento in fase difensiva che - anche osservando le recenti prove positive in Nazionale - appare necessario per compiere un ulteriore salto di qualità.
Nel vivo del gioco
Accanto alla necessità di crescere in fase di non possesso e nella gestione nelle zone più pericolose, occorre sottolineare quanto Cambiaso mostri una disciplina tattica rara e quanto - sorprendendo - mostri tecnica e visione di gioco fondamentali quando (spesso, soprattutto partendo da destra) si accentra. La tendenza a entrare nel vivo del gioco è una chiave di lettura cruciale per Cambiaso, qualcosa che abbiamo imparato ad apprezzare e che lo ha visto protagonista di una crescita ininterrotta tra Genoa, Bologna e Juventus. Anche all'interno delle singole esperienze, partendo da quella delicata nel Genoa 2021/22, si ritrova quella stessa crescita e quella capacità di seguire gli input del tecnico: a Bologna poi, in particolare, Thiago Motta si trovò a sottolineare quanto Cambiaso "capisse bene quando deve creare superiorità o stare largo".
La duttilità diventa dunque una conseguenza naturale dell'intelligenza tattica, della capacità di leggere il gioco: non si tratta dell'atteggiamento da gregario, della toppa che copre le lacune, ma di una diversa leadership che trova un proprio senso in ogni zona del campo, comprendendo volta per volta cosa occorra. E c'è di più: anche uscendo dalle risposte fornite dal campo si può apprezzare quanto Cambiaso, nell'arco di poco più di un anno, si sia emancipato totalmente dal ruolo di rincalzo (o di mera promessa ancora irrisolta) per diventare uno dei capitani di questa Juve ricca di giovani, anche al di là di un minutaggio che racconta tanto, e per apparire come inatteso leader carismatico anche nel rapporto con lo spogliatoio e coi media.