La Fiorentina e Fagioli si servivano a vicenda: la ricetta di un riscatto

La chiave del riscatto personale del classe 2001 e la sua importanza per Palladino
Fagioli
Fagioli / Image Photo Agency/GettyImages
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Si è spesso citato il percorso che collega Firenze e Torino come un curioso caso di inimicizia che diventa, per paradosso, un movimentato tragitto di mercato: discorso ormai storico, ripensando ai tanti ex offerti dal passato, ma a maggior ragione valido se ci si riferisce all'attualità e agli intrecci più recenti, in entrambe le direzioni. La vittoria della Fiorentina sulla Juventus per 3-0, al di là dell'evidente peso specifico sul già critico momento bianconero, racconta tante di queste storie e lo fa in due sensi opposti: la delusione per il rendimento di chi ora milita nella Juventus - con specifico riferimento a Vlahovic e Nico Gonzalez - e il senso di riscatto che alberga nei viola Moise Kean e Nicolò Fagioli.

Il peso della fiducia

Si è già detto tanto della rinascita dell'attaccante, vero pupillo di Palladino capace di vivere in viola la sua migliore stagione dopo un'annata da zero gol, ma merita ovviamente spazio anche il capitolo connesso a Fagioli, per un suo riscatto personale e - al contempo - per ribadire quanto la fiducia di una società e di un tecnico riescano a fare concretamente la differenza, cambiando la traiettoria di una carriera. Il caso di Fagioli, come quello di Kean, rappresenta plasticamente la traiettoria virtuosa di chi deve smarcarsi dal ruolo scomodo di promessa non mantenuta: il tema ambientale in questo senso è cruciale ed è evidente quanto la piazza bianconera, in sé, vada a gravare sulle spalle di chi (ancora giovane) non può concedersi periodi di discontinuità, cali di tensione.

La realtà viola, per quanto ambiziosa, sa rivelarsi più adatta per un percorso a lungo termine che contempli anche inciampi, cadute e periodi di flessione: gli esami sono duri anche a Firenze ma, di fatto, consentono più appelli per trovare riscatto. Il tragitto bianconero, anche senza voler enfatizzare le responsabilità di Motta, ha fatto sì che l'accoppiata Thuram-Locatelli divenisse una costante inattaccabile: dalle speranze estive, così, Fagioli è passato in fretta al ruolo di riserva, con pochi ritagli a disposizione per imporsi e una funzione comunque marginale all'interno della squadra.

Un bisogno reciproco

La storia personale del classe 2001 faceva sì che, per una necessaria volontà di riscatto, il minutaggio fosse una delle chiavi di volta per tornare protagonista, anche il richiamo azzurro d'altro canto offre una spinta ulteriore: Spalletti ha dimostrato concretamente di credere nel ragazzo ma, senza il giusto minutaggio, la fiducia avrebbe rischiato di consumarsi. Come nel caso di Kean, inoltre, anche per Fagioli vale il discorso dell'opportunità offerta dalla Fiorentina dal punto di vista dei meri bisogni tattici di Palladino: il centrocampista si pone come interprete ideale per integrarsi con Cataldi, fornendo una fonte alternativa di gioco, offrendo soluzioni fondamentali sia quando si tratta di lanciare i due esterni che volendo andare subito in verticale (e i due assist di ieri lo dimostrano).

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Palladino e Fagioli / CARLO HERMANN/GettyImages

Il doppio-play è uno scenario vitale nel contesto di 3-5-2 su cui Palladino sembra voler puntare, con un altro centrocampista in aggiunta a Cataldi-Fagioli in grado di dare un contributo di volta in volta diverso (uno insomma tra Mandragora, Folorunsho o Adli). La partita contro la Juve, la più attesa per un figlio di quella stessa realtà, ha fotografato al meglio lo stato delle cose: la nota tecnica del calciatore e la sua visione di gioco hanno trovato sponda in una personalità e in un coraggio che - va da sé - richiedono una grande dose di fiducia alle spalle, una reale responsabilizzazione. La sensazione, tornando al senso di rivalsa, è quella di una centralità tutt'altro che di facciata: Pradè ha fatto capire quanto il classe 2001 sia un talento su cui puntare con forza, Palladino sta dimostrando nel concreto quanto la fiducia nel centrocampista sia salda (e pienamente ripagata).

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