La gestione di Leao, il rimpianto De Ketelaere e le emozioni al Milan: parla Pioli

Stefano Pioli
Stefano Pioli / Yasser Bakhsh/GettyImages
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Sebbene le loro strade si siano divise, il nome di Stefano Pioli resterà per sempre legato a quello del Milan. L'attuale allenatore dell'Al-Nassr di Cristiano Ronaldo ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Radio TV Serie A in cui, tra le altre cose, ha tirato un bilancio sulla sua avventura in rossonero, culminata con la vittoria dello Scudetto, e ha parlato di giocatori come Leao, Theo e Reijnders. Ecco le sue parole:

Sulla sua carriera:
"Sono uno degli 8 ad averle allenate sia Milan che Inter? Sapevo che non eravamo tanti. Io sono qui in Arabia con il  mio prof, l’unico che ha iniziato con me, il prof Matteo (Osti) che è con me dal 99 a Bologna, quindi ogni tanto dico “Matteo certo che se ci avessero detto tutto quello che abbiamo fatto e ora siamo qui in Arabia Saudita, in pochi l’avrebbero detto”. Poi ovviamente si ricordano ad esempio lo scudetto del Milan, ma io tutte le volte che ho allenato il Chievo e ci siamo salvati, ho allenato il Sassuolo e l’obiettivo erano i playoff e ci siamo andati, oppure ho allenato il Bologna a 0 punti per arrivare a 51, quelle sono tutti stati successi che mi hanno permesso di fare quella carriera che abbiamo fatto".

Su Theo e Leao:
"Loro due hanno di speciale che sono due ragazzi con i quali siamo cresciuti insieme, due ragazzi ai quali ho voluto un bene dell'anima e due ragazzi che secondo me avevano bisogno di certi tipi di rapporti ma al contempo due ragazzi che sono solari, belli, difficili perché non così continui, a volte un po' indolenti. Io con loro ho avuto un bellissimo rapporto, poi a volte mi facevano arrabbiare, perché sono due giocatori che potevano condizionare il risultato della partita sia in positivo che in negativo. In un ambiente così dove c'è così tanta pressione, tanta aspettativa, hanno bisogno di essere aiutati, spronati, stimolati. Perché poi aiutarli non vuol dire coccolarli sempre, a volte sì ma a volte vuol dire dargli bastone e carota in ufficio e altre volte davanti a tutti. Insomma è stato un bel lavoro e credo che abbiamo ottenuto successi importanti. Io mi sento il padre calcistico di tutti i giocatori che ho avuto, perché per me e per lo staff il primo obiettivo è sempre stato a fine anno quanti giocatori siamo riusciti a far crescere, secondo chiaramente i nostri principi calcistici ma anche morali".

Il rimpianto De Ketelaere:
"Giocatori per cui ho un rimpianto? Sicuramente più di uno, perché poi il tuo modo di fare e il tuo modo di essere non funzionano con tutti e non possono piacere a tutti, è inevitabile che sia così. Credo che onestamente nel corso della mia carriera sono stati più i giocatori dai quali sono riuscito a prendere tanto, piuttosto che altri. Però chiaramente ci sono stati anche giocatori come De Ketelaere, che adesso è sulla bocca di tutti, ma è chiaro che non credo che sia stata solamente colpa mia. Chiaro che probabilmente qualcosina non ha funzionato mentre adesso con Gasperini sta funzionando anche grazie all’ambiente. Uno può essere lui, ma sicuramente ce ne sono anche altri"

Un bilancio dell'avventura al Milan:
"Credo che il bilancio non possa che essere positivo. Mi fa venire ancora i brividi lo Scudetto e questo credo che non passerà mai, anche se dovessi vincere ancora, perché è stato talmente inaspettato da parte di tutti, talmente bello da vivere, con una squadra giovanissima, una magia particolare, che credo che a me rimarrà sempre nel cuore, nella testa e in tutto quello che farò. È chiaro che bisogna andare oltre, e sto andando oltre, non è che mi sono fermato lì, però rimarrà sempre". 

Il rapporto con Maldini e Massara:
"Tante volte sono stato accontentato e tante no (ride, n.d.r), però ho sempre avuto un ottimo rapporto con i dirigenti. Frederic e Paolo mi dicevano sempre “guardati il tizio, caio, sempronio” io poi cercavo di dare la mia valutazione, e poi dopo loro cercavano di chiudere il cerchio quando ci riuscivano e così è stato anche l'anno scorso, quindi credo che tante cose abbiano funzionato e poi qualche altra come naturalmente può succedere tra tante scelte che fai hanno funzionato meno"

Su Reijnders:
"Durante la scorsa stagione gli ho sempre detto che non la buttava mai dentro. Io già lo conoscevo, avevo visto un West Ham-AZ Alkmaar con mio figlio e con l'altro mio analista e ho detto “guardiamo questo giocatore qua perché mi è piaciuto”. Per me è un giocatore di un'intelligenza, di una qualità, di una classe incredibile, però l'anno scorso ha avuto tante e tante occasioni per segnare, anche in allenamento, perché lui ha un gran tiro preciso e non riusciva a segnare, ma fa parte di annate così. Il primo anno in Italia è sempre molto difficile per i giocatori perché siamo complicati noi, siamo diversi. Più strateghi, più tattici, il calcio è più difficile da sviluppare, ma sulle qualità di Tiji non ho mai avuto un dubbio".

Su Pulisic:
"È un altro di quei giocatori con una mentalità e una qualità incredibile. Uno di quelli con il quale ho fatto il primo colloquio in videochiamata, ero già convinto prima perché lo conoscevo come giocatore, l'avevo studiato per le caratteristiche che ci servivano. L'avevo visto così focalizzato, umile, così voglioso di affrontare la nuova esperienza. Christian poi è un top come ragazzo, come giocatore, può giocare in tante posizioni. Ha la mentalità di dare sempre il meglio, sempre positivo, è stato un giocatore piacevole da allenare".

Su Conceiçao:
"Credo che Conceicao abbia la chiarezza dentro di sé di quello che vuole essere, di quello che è e quindi cercherà di portare il suo modo di giocare, il suo modo di allenare, il suo modo di porsi alla squadra e poi dopo è tutto imprevedibile, secondo me è un ottimo allenatore, quindi gli auguro di fare il meglio, ma che si creino oppure no certe cose è difficile prevedere".

Ancora su Leao:
"Rafa è un ragazzo stupendo. Ha di brutto (per modo di dire), il suo body language che inganna, ma Rafa è un ragazzo molto intelligente. molto sensibile, molto buono d'animo e che va un po’ spronato, stimolato, aiutato. Quello che vedo è che a volte le critiche e gli elogi nel calcio sono sempre eccessivi. Io personalmente continuo a vedere una crescita continua di Rafa. Poi non so se riuscirà a diventare un top e a poter vincere un giorno un pallone d'oro. Io l'ho sempre sostenuto, l'ho sempre detto, continuo a pensare che lui possa diventare un giocatore da pallone d'oro, che la sua crescita sia continua ma dentro la crescita si possono avere a volte dei bassi, ma sarà sempre comunque un giocatore così perché certe caratteristiche rimangono, sempre crescendo e migliorando". 

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