La riscoperta di Correa e le gerarchie dell'attacco dell'Inter
Così, all'improvviso, al rientro dalla sosta e sovvertendo svariate gerarchie. Il Tucu Correa si è preso la scena dell'Inter o l'Inter ha riscoperto in Correa ciò quella vena creativa che sembrava non essere incline a esprimersi a Milano. Nella trasferta del Bentegodi l'argentino ha dominato la gara fin dai primi minuti, decidendola con un gol e un assist, entrambi di pregevole fattura, alla metà della prima frazione.
In estate era stato a lungo vicino a una cessione, digerendo alla fine la permanenza e quel ruolo di quinta scelta (in un attacco a due) che l'avrebbe costretto a una stagione opaca. Fino alla trasferta di cui sopra, era entrato 3 volte per dei sottostimati spezzoni contro Monza, Udinese e Roma (sempre lontano da San Siro). Oggi, forse inebriati dalla prestazione del Bentegodi, molti lo vedono già come principale alternativa a Lautaro e Thuram, come se una singola prestazione potesse sovvertire la gerarchia con la quale è stata preparata l'intera stagione.
A volte accade, e questo potrebbe essere uno dei casi, in altre occasioni si conclude come una piacevole sorpresa che però non cambia la quotidianità dei lavori. Proviamo a fare il punto sull'attaccante argentino.
La lista Champions e la concorrenza di Arnautovic e Taremi
Joaquin Correa non fa parte della lista Champions, bloccata a 25 giocatori e presentata dall'Inter agli inizi di settembre. Da quinta scelta si è accomodato fuori insieme al connazionale arrivato alla fine del calciomercato Palacios. Gli attaccanti inseriti da Simone Inzaghi per la rosa che potrà utilizzare fino al termine della 'fase campionato' in Europa sono infatti Lautaro, Thuram, Arnautovic e Taremi. Soltanto con la qualificazione alla fase successiva, la società nerazzurra sarà libera di operare 3 cambi in lista.
La coppia titolare non è ovviamente in discussione, sia dopo il campionato dominato nella passata stagione sia grazie al protagonismo straripante a livello realizzativo di Thuram nella corrente. Tuttavia, nonostante le diverse chances in più, né Marko Arnautovic né Mehdi Taremi sono stati in grado di convincere Simone Inzaghi e i suoi tifosi con continuità e di assurgere così nel ruolo di prima riserva.
Inoltre, gli elementi che portano a pensare a un superamento di Correa nelle gerarchie di cui sopra sono sostanzialmente tre.
La prestazione contro il Verona. Sarà banale, ma tali discorsi vengono quasi sempre originati dal campo e una prestazione così completa non si può ignorare, soprattutto perché i suoi contendenti per il ruolo di prima riserva di Lautaro-Thuram, non sono mai riusciti a registrarla nella corrente stagione.
Il rapporto con Inzaghi. 198 partite sotto la guida di Simone Inzaghi, prima alla Lazio e ora all'Inter, praticamente due terzi della sua carriera. L'allenatore nerazzurro, nel postpartita, ha speso parole di stima sul giocatore e sulla serietà in allenamento, e la fiducia che ripone nell'argentino, stabilita da un lavoro cominciato insieme nel 2018, potrebbe fare la differenza.
Le caratteristiche tecniche. Per quanto sia Arnautovic che Taremi non possono descriversi come attaccanti d'area di rigore, non si tratta di giocatori fenomenali nel ruolo di seconda punta. In quella posizione nella quale brilla invece Joaquin Correa. La sua capacità di muoversi abilmente tra le linee e il guizzo della giocata lo rendono quasi l'unico 10 (per la concezione menzionata) del parco attaccanti nerazzurro; una caratteristica che potrebbe garantirgli più spazio in diverse situazioni.