Le ambizioni della Roma, il futuro da dirigente, il caso Dybala: la conferenza stampa di Ranieri

Claudio Ranieri
Claudio Ranieri / Silvia Lore/GettyImages
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Conferenza stampa di presentazione per Claudio Ranieri, ormai giunto alla terza avventura sulla panchina della Roma. Il neo tecnico giallorosso ha preso il posto di Ivan Juric e traghetterà la squadra fino al termine della stagione, diventando poi dirigenti del club - a stretto contatto con la proprietà - a partire dalla stagione 2025-26. Queste le parole del mister riprese da Sky Sport.

"Avevo smesso di allenare, ho avuto più richieste in questi mesi che quando ho vinto il campionato con il Leicester. Ho sempre detto no, ho detto solo in due casi possono tornare ad allenare: o per la Roma o per il Cagliari nel caso qualcosa fosse andato male. Ma io ero convinto di andarmene per i fatti miei, però il fato ha voluto che tornassi a casa. Ho iniziato nella Roma da giocatore e finirò come dirigente".

"Se mi conoscete sapete che parlo in faccia per cui ho detto a Friedkin cosa pensavo (Roma senza identità, fredda e perplesso per l'esonero di De Rossi, ndr). Lui mi ha lasciato a bocca aperta per le cose che ha detto, per il bene che vuole a questa città e a questo club. Lui dice che non può girare il mondo e vedere Roma caput mundi e la squadra che non va. Ha detto che ha speso tanti soldi e che non è riuscito a fare quello che aveva in mente. Per questo mi ha preso, per cui ora tocca a me, con la mia esperienza, il mio modo di fare le cose e mi auguro di riuscire nel mandato che mi ha messo lì davanti. Quando lui mi ha detto queste parole non ho potuto dire che sì, per questo lo ringrazio perché mi ha riportato alla casa madre".

"Siamo abituati a veder ele cose in modo piramidale mentre la famiglia mentre la famiglia Friedkin la vedono in maniera orizzontale, collegiale. Le decisioni verranno prese con il beneplacito di tutti quanti, per portare la Roma dove merita. Immaginate mettere una barca di quattrini e poi non hai i risultati, qualcosa di storto ci è andato sicuramente, speriamo adesso le cose vadano nel momento giusto. In primis come tifoso e poi come uomo che sta qui dentro, che deve aiutare Florent affinché le cose marcino nel modo giusto".

"Credo che ormai non ci sia più un sistema di gioco base, se non per quegli allenatori che stanno lì da tanti anni. Anche Gasperini non gioca più sempre a tre, gli allenatori cercano di apportare delle modifiche durante la partita per cercare di stravolgere i piani degli avversari. Dire adesso come giocheremo non sarei onesto, devo vedere intanti chi sta in forma per il mio modo di intendere il calcio e da lì sceglierò. Non è questione di moduli, di giocatori che hanno voglia di sputare sangue sul campo e non mollare mai. Anche se le cose vanno male voglio che non mollino. Dico ai tifosi di starci vicino perché giocare a casa propria con il pubblico che ti fischia è la cosa più difficile che ci possa essere".

"Credo che la fortuna se te la vai a sudare, se insisti, deve girare. Voglio un pubblico coeso, qui siamo tutti una famiglia, il mio primo discorso l'ho fatto a tutti i miei collaborator: mi devono aiutare perché non ho tempo di fare errori. Qui già iniziamo e ci sono tre partite una più bella dell'altra, i tifosi se ne devono andare orgogliosi dal campo e di che almeno ci abbiamo provato. Non abbiamo fissato un obiettivo specifico, se non quello di fare il massimo. Oltre al contratto poi ho dei premi per il raggiungimento di obiettivi. Quando ero all'estero ho messo anche vittorie del campionato per una squadra che si doveva salvare. Ho messo tutti gli obiettivi perché non voglio precludermi nulla, so delle difficoltà ma sono una persona sempre positiva. Ero così anche da calciatore, potevo giocare bene o male ma dovevo dare tutti".

"Qui c'è gente che si fa delle trasferte incredibili. A Cagliari ho ritrovato tre tifosi che venivano dal Belgio! C'è gente che fa sacrifici enormi e quando andiamo in campo dobbiamo sentire questo. Sono l'uomo vicino alla famiglia Friedkin, in modo che facciamo tutto insieme. Si parlerà e si cercherà di sbagliare il meno possibile. C'è bisogno di una persona conosciuta, che sa di calcio per far sì che sia sempre nelle prime posizioni. Il presidente vuole una società seria, di gente che lavora. Ha fatto molti cambiamenti, Trigoria non lo riconoscevo. Lui vuole che Roma sia conosciuta bene anche dal punto di vista calcistico".

"Il ritorno di Totti alla Roma? Non sono chiuso a niente. Adesso la cosa principale è riportare la squadra in alto, poi magari si parlerà con Francesco. Se ci può dare una mano, io non sono chiuso. Questo non vuol dire che tornerà!".

"Non ho fatto alcuna richiesta di mercato. Fatemi prima conoscere la squadra, la Roma ha preso tanti giovani validi che vanno inseriti in una squadra compatta. Qui si sono cambiati due allenatori e invece di proteggerli sono un po' allo sbaraglio. Vediamo quelli che sono bravi da qui a gennaio e poi se ci sarà l'opportunità di prendere qualcuno io sono sicuro che mi accontenteranno"

"Non penso ci siano giocatori che giocano contro un allenatore. Ci sono allenatori che riescono a trovare la chiave d'entrata di ogni singolo calciatore e questo ti dà il 120%, ci sono giocatori e allenatori che non trovano feeling e magari dà l'80%. Alla Roma non basta: bisogna dare il 120% altrimenti vengono fuori dal campo. Ho letto critiche su giocatori che correvano come matti, forse male ma si impegnavano. Loro hanno dato il massimo, non fischiateli, a fine partite vengo io sotto la curva e mi fischiate, ma durante la partita non ci fischiate. Alla fine potete fare quello che volete".

"Con De Rossi mi sono sentito e ci sentiremo in questi giorni. Oltre ad essere stato mio giocatore è una grande persona, per cui sicuramente ci parlerò. Per quanto riguarda lo spogliatoio, anche se è un quarto visto che ieri c'erano sei calciatori e tre stavano facendo cure, cambiare due allenatori a novembre non è facile per nessuno. Uno vuole giocare in un modo, uno in un altro, per cui un po' di elettroshock c'è ed è normale. Cercherà di riportare tutti sulla giusta direzione. Se vado a vedere che è successo ieri non racapezzo più nulla. Mi è stata data carta bianca e io devo fare il massimo con questi giocatori, da oggi in poi sono io il responsabile".

"Credo che Soulé e Dybala possano giocare bene. La squadra è composta da equilibri, io credo possano giocare insieme ma non mi sento di prometterlo perché se non lo sento non faccio una cosa che non sento".

"Io voglio stare sempre solo perché per me conta lo spogliatoio. Meno gente vede, meglio è. Capisco che in Italia il presidente ci deve stare, questo gliel'ho detto, ma all'estero le proprietà parlano pochissimo. La figura del presidente esiste ma solo per fine mese. Se mi ha chiamato si è reso conto degli errori, lui mi ha detto che vuole portare la Roma ad alti livelli. Cosa deve dirmi di più? Una volta che ho i giocatori non ho bisogno di niente. Capisco che non è facile riempire tutti i giorni le pagine dei giornali, avete la mia stima perché non è facile".

"Ai giocatori ho chiesto di dare il massimo per risalire la classifica. Qui si viene a lavorare seriamente ma con il sorriso, non accetto che si vada in un posto di lavoro con un viso preoccupato perché ci si annoia. Su Paulo Dybala la prima cosa che ho detto al presidente è che faccio come mi pare, non mi interessano clausole o no. Una volta un presidente mi ha detto di non far giocare un calciatore, ma io l'ho fatto giocare e me ne sono andato a casa. Voi mi vedete sempre con il sorriso ma quando mi incazzo parlo romano e alzo i tavoli. Ai miei presidenti parlo sempre in faccia. Dybala quando sta bene fa la differenza, magari potesse giocare sempre ma non potrà, ma ancora devo parlare con lui".

"Ho visto un po' di partite. Perché non dovrebbe giocare Hummels? Vediamo, pure lui ha una certa età. Io scelgo chi mi fa vincere, l'allenatore bravo è chi sbaglia meno".


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