Le vittorie con Inter e Real, i suoi modelli e l'impatto sul Milan: Fofana a 360°

Youssouf Fofana
Youssouf Fofana / SOPA Images/GettyImages
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In un avvio di stagione che per il Milan è stato più altalenante del previsto, Youssouf Fofana è lo stesso una piacevole sorpresa. Arrivato al termine di un lungo tira e molla estivo con il Monaco, il francese rappresenta infatti quel centrocampista fisico e abile in fase d'interdizione che a Milanello mancava praticamente dai tempi di Kessié. Certo anche lui ha commesso degli errori, come molti altri rossoneri d'altronde, ma la sensazione è che il suo apporto alla causa possa crescere di settimana in settimana. Proprio Fofana è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport per commentare le prime sensazioni sul campionato italiano e per ripercorrere le emozioni provate con le vittorie contro Inter e Real Madrid.

Sulla partita contro la Juventus
"L'anno scorso l’ho vista in televisione, anche perché c’erano tanti francesi. È come un derby con tanta intensità in campo e sugli spalti". 

Sul nuovo progetto della Juve:
"Motta è un ottimo allenatore. Lo scorso anno ha fatto un gran lavoro a Bologna qualificandosi per la Champions. Quest’anno ha più qualità in squadra ed è normale la stia portando in alto. Sarà una partita combattuta, vincerà il migliore".

Sulla classifica del Milan:
"Vorremmo stare più in alto. Abbiamo raccolto qualche risultato meno positivo. Ma significa che possiamo migliorare molto, rimanendo meno esposti. Quando inizieremo a dare continuità a gioco e risultati faranno i conti con noi. Credo nel lavoro del mister e nella qualità dei miei compagni di squadra. Sono certo che la strada è giusta". 

Il Milan punta allo scudetto?
"Certo, siamo il Milan. Il Milan deve giocare ogni anno per lo scudetto. Lasciateci un po’ di tempo per lavorare e poi vedremo più avanti dove saremo".

Sul suo adattamento in Serie A:
"Perché conoscevo il progetto che ho accettato con la massima disponibilità per l’allenatore che mi ha dato spazio. La Serie A mi piace. È diversa dalla Ligue 1 dove in ogni squadra ci sono due o tre individualità: una volta bloccate puoi dominare. In Italia tutte le squadre seguono una strategia tattica fino al fischio finale, e diventa più difficile". 

Cosa ti chiede Fonseca?
"Equilibrio, di fare da tramite tra difesa e attacco, di essere il primo a impostare il gioco e il primo a difendere, occupando gli spazi lasciati dai compagni, essendo una squadra che si muove molto. Io sono quello che si muove di meno, colmando i vuoti, da giocatore nell’ombra. Mi sto abituando, mi piace perché mi permette di migliorare".

Su Ibrahimovic:
"Fin da subito mi ha spiegato il progetto e l’importanza del Milan per lui e la Serie A. Ci tiene molto al nuovo corso. È molto presente e positivo. Prima delle partite ci dà sempre un paio di consigli. Ci trasmette fiducia".

Chi ti ha colpita di più dei tuoi compagni?
"In realtà mi aspettavo questa qualità. Alcuni li conoscevo dall’Europeo, come Reijnders o Leao".

Quali delle tue qualità fanno la differenza in Italia?
"Quelle fisiche, nel contrasto e recupero palla. E poi l’orientamento e la lettura del gioco, osservando quello dei compagni, magari solo per rallentare il ritmo, cercando se serve il fallo per farli rifiatare". 

Sui suoi modelli:
"Yaya Touré, oppure Ndombele al Lione. In genere giocatori che decidono il gioco e sanno quando fare il passaggio o tenere palla". 

Sulla vittoria contro il Real:
"È stata una bella vittoria contro un club assolutamente prestigioso, fa piacere, dà fiducia, ma restano tre punti. Siamo il Milan e vogliamo andare il più lontano possibile in ogni competizione". 

Sul primo derby con la maglia rossonera:
"Maignan e Theo Hernandez me ne avevano parlato davvero molto, non vedevo l’ora di esserci. E dopo quello che è successo all’andata non vedo l’ora di essere in campo per giocare il ritorno".

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