Le voci sul Milan, i problemi con Lotito e gli auspici futuri: Sarri torna a parlare
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Le discusse dimissioni da tecnico della Lazio come ultimo atto, fin qui, della carriera di Maurizio Sarri in panchina: l'esperto allenatore ha voglia di tornare a mettersi in gioco e si è raccontato ai microfoni del Corriere della Sera, soffermandosi innanzitutto su questioni di natura strettamente personale che hanno caratterizzato questa annata lontana dal campo. Questo quanto affermato da Sarri, anche in merito agli auspici per il ritorno in panchina:
"È stato complesso stare lontano dal calcio, ma anche per problemi di carattere personale: è venuta a mancare mia madre e mio zio a cui ero molto legato. Mia moglie è stata in terapia intensiva e anch'io ho subito un infortunio. Ci siamo ripresi dopo un periodo difficile. Offerte? Ne ho ricevute diverse, anche dall'Arabia, ma nessuna di queste mi ha suscitato quel qualcosa in più da farmi accettare e ricominciare".
La giusta scintilla: "Negli ultimi dieci anni ho lavorato in club importanti, spero di ricevere la giusta chiamata per tornare in campo, ma deve esserci quella scintilla, altrimenti resto fermo"
Le voci sul Milan: "Preferisco non rispondere, le dico che ho non ho vacillato sulle proposte che mi hanno fatto".
Dove allenerebbe: "In Serie A, in Italia, è il campionato che rispecchia al meglio le mie caratteristiche. Anche la Premier ha un fascino unico".
Milan nel 2015: "Dopo il colloquio Galliani mi disse che la trattativa stava andando a buon fine. Ma poi non lo sentii più: secondo me il Cavaliere trasali quando lesse una mia intervista dove dissi che non avrei votato Renzi perché troppo a destra come Berlusconi".
La distanza dal calcio: "Del calcio mi è mancato tutto, dalla preparazione all'adrenalina, tranne una cosa, il mercato: sembra la soluzione a tutto, ma non si parla mai di come accrescere il talento".
Chi lo ha sorpreso: "Il Como di Fabregas, apprezzo molto il progetto e la connessione con il club. È stato un mio giocatore quando allenavo al Chelsea, è un ragazzo molto arguto. Ci siamo incontrati e ha preso appunti sulla tattica. È un ragazzo umile."
De Laurentiis e Lotito: "Sarò sempre grato ad Aurelio. Lotito? Appare differente da ciò che è realmente, ho affetto per lui, ma ci sono state diverse discussioni soprattutto nell'ultimo periodo. Mi aspettavo dei rinforzi dopo un secondo posto conquistato e la vendita di Milinkovic Savic. Alla fine ho trasmesso il mio scontento alla squadra".
Gli altri dirigenti con cui ha lavorato: "A Torino ho avuto Andrea Agnelli, il punto di riferimento di tutta la Juve. Poi mi sono relazionato con Roman Abramovich, meno algido e più ironico di quanto si pensi. Fra tutti il più simpatico è però Corsi dell’Empoli. Mi manca lavorare con i fondi".
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