McTominay e De Gea come emblema dei fallimenti del Manchester United

Gli exploit nell'ultima giornata di Serie A per i due ex United.
Napoli v Como - Serie A
Napoli v Como - Serie A / Francesco Pecoraro/GettyImages
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Una triste realtà per i tifosi dei red devils che sembra avverarsi con una costanza incredibile. Il Manchester United compra talento con la frequenza di una classica big di Premier League, investe centinaia di milioni ogni stagione, ma i risultati maturano altrove.

Analizzando la rosa odierna dei red devils vi si rintracciano quattro calciatori giunti direttamente dalla Serie A per un costo totale di circa 200 milioni di euro: Rasmus Hojlund, Joshua Zirkzee, André Onana e Amad Diallo. Interpreti che (escludendo il nuovo arrivato Zirkzee) non hanno ancora raggiunto il livello intravisto in Italia, frenati da difficoltà strutturali che caratterizzano il presente e ormai recente passato dello United dall'addio di Sir Alex Ferguson.

A Manchester il talento si disperde, si prende una pausa in qualunque fase esso si trovi. Che si tratti un calciatore giovane, di uno esperto, di un record breaker, tutti, con le dovute differenze, tendono comunque a livellare la propria carriera verso il basso. E gli esempi che confermano questa tendenza generale arrivano proprio da coloro che lasciano la parte rossa di Manchester per iniziare una nuova avventura.

Gli esempi Scott McTominay e David De Gea

L'anno scorso si trattava di Jadon Sancho (Borussia Dortmund) e Mason Greenwood (Getafe), quest'anno tocca al portiere spagnolo e al centrocampista scozzese. Due calciatori non comuni per i tifosi del Manchester United, almeno in riferimento al legame che dopo una decade si crea con chi scende in campo vestendo i colori che il pubblico sugli spalti sostiene.

David De Gea è arrivato in Inghilterra dall'Atletico Madrid nel 2011, quando aveva soltanto 21 anni e i red devils sborsavano 25 milioni di euro per tesserarlo. Una carriera lunga da portiere di rilevanza mondiale interrotta soltanto per un anno, il precedente. Svincolato dal Manchester dopo l'acquisto di André Onana, lo spagnolo è rimasto ai box per un'intera stagione, prima di rimettersi i guantoni in quella corrente e impiegare circa un paio di mesi per far parlare di sè con la maglia della Fiorentina.

I due rigori parati nella stessa partita contro il Milan saranno senza dubbio arrivati ai tifosi dei red devils, che non hanno avuto modo di salutare con affetto il portiere degli anni 2010, una figura diventata simbolo del Manchester United grazie alle 545 presenze che lo posizionano al settimo posto tra i calciatori con più apparizioni nella storia del club, dietro a una leggenda come Wayne Rooney.

Un senso di appartenenza che è passato in secondo piano anche con Scott McTominay, faro della Nazionale scozzese, rimasto per anni la promessa incompiuta della parte rossa di Manchester. Le cifre non sono le stesse di De Gea, ma il percorso a Old Trafford è senza dubbio molto più intenso. McTominay è nato a Lancaster nel 1996 ed è entrato a far parte delle giovanili dei red devils nel 2002, a soli 6 anni. Ne ha trascorsi 22 a difendere i colori del Manchester, prima che la società decidesse di sostituirlo con Manuel Ugarte investendo 50 milioni per tesserare l'uruguaiano del PSG (20 in più rispetto alla cessione dello scozzese al Napoli).

Cifre che hanno poco valore se estrapolate dal contesto, ma che possono assumerlo nel caso in cui un altro calciatore simbolo (255 presenze con lo United) brilli nella sua nuova destinazione. Il primo gol con la maglia del Napoli di Scott McTominay ha riaperto un tema caldo in quel di Manchester dove Ten Hag, a soli due mesi dall'inizio della nuova stagione, è già a forte rischio esonero.

Qualche anno fa andava virale un video di un tifoso che affermava che il Manchester United si sarebbe pentito della cessione di Chris Smalling, secondo lui più forte di Harry Maguire. Chissà se nei prossimi giorni si ripeterà una storia analoga con i due sopracitati.

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