Moise Kean racconta la trasformazione dalla Juve alla Fiorentina

"A Torino ero precipitato nel buio, a Firenze sono tornato a rivedere le stelle". Così Moise Kean descrive il suo passaggio dalla Juventus alla Fiorentina avvenuto la scorsa estate. L'attaccante italiano è tornato assoluto protagonista in Serie A con la maglia viola e quest'anno arrivati quasi al giro di boa è già arrivato in doppia cifra in campionato (10 gol in 15 partite; 14 in totale comprese Conference League e Coppa Italia), riconquistando anche la convocazione in Nazionale.
L'addio alla Juventus ha cambiato - almeno per ora - la carriera di Moise Kean. Nessuno ha mai messo in discussione le qualità del calciatore, ma non sono mancate le polemiche all'indirizzo della dirigenza viola al momento dell'investimento estivo, legato soprattutto ad una stagione 2023-24 che ha visto l'attaccante italiano chiudere l'anno con zero reti segnate tra Serie A e Coppa Italia. La scelta sia del club viola che del giocatore si è rivelata azzeccata. Nella lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, Moise Kean racconta la sua esperienza a Firenze e il rapporto con la Juventus.
"L'anno scorso gli infortuni hanno pesato tantissimo e mi hanno condizionato. Ho perso tante belle occasioni, compresa quella di andare a gennaio all'Atletico Madrid. È stato un anno difficile, soprattutto dal punto di vista mentale. C'è chi cade in depressione, io invece ho reagito e Firenze mi ha fatto rinascere. Ho scelto la Fiorentina perché mi somiglia, è ambiziosa come me. È anche per l'orgoglio della sua gente per i propri colori. Firenze è calda e passionale e ha avuto grandi attaccanti nella sua storia. Quando è capitata l'occasione, Vlahovic mi ha incoraggiato".
"Anche Palladino è ambizioso. Mi voleva già al Monza lo scorso gennaio ma non è stato possibile. È una grande persona, per me più di un allenatore".
"Non ho nessun astio con la Juventus. Se non avessi scelta di andare alla Juve, oggi non sarei qui e non avrei fatto questo tipo di carriera. Il Torino è una grandissima società ma non ho resistito al fascino dei bianconeri. Ero un bambino e a quell'età non stai tanto a guardare la rivalità tra le squadre. Ma ho scelto bene, dovevo fare quel salto. Sentivo dentro di me la voglia di provarci".
"La Nazionale è un onore ed essere in competizione con Retegui mi motiva ancora di più. Lui segna tanto ma anche io so cosa posso fare. L'ho scelta perché sono nato qui ed è giusto rappresentare il Paese in cui sei nato. Anche se il mio sangue è ivoriano e non lo dimentico".
"Il centro di allenamento alla Continassa è bellissimo e funzionale ma il Viola Park è qualcosa di meraviglioso. Perfetto per lavorare. In un ambiente così non puoi che fare bene. Bisogna fare un applauso al presidente Commisso, sta dando tanto amore alla Fiorentina".
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