Obiettivi economici e sportivi della Juventus, investimenti e infrastrutture: le parole di Scanavino

Maurizio Scanavino
Maurizio Scanavino / Daniele Badolato - Juventus FC/GettyImages
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Nel corso dell'intervista rilasciata a Radio Serie A, l'amministratore delegato della Juventus Maurizio Scanavino ha parlato della situazione bianconera a trecentosessanta gradi. Dal bilancio e le perdite d'esercizio all'obiettivo di mantenere equilibrio tra costi e competitività passando per la questione stipendi (ormai fuori controllo) fino agli investimento in infrastrutture, seconda squadra e formazione femminile.

"Come abbiamo rappresentato nella recente assemblea degli azionisti i numeri parlano di circa 200 milioni di euro di perdita, ma se andiamo ad analizzare nel dettaglio tra i mancati ricavi per la mancata partecipazione alle competizioni europee e oneri straordinari legati alla gestione, alla coda di tutti gli avvenimenti negli ultimi due anni abbiamo perdite che superano i 150 milioni di euro che non sono della gestione ordinaria. Come dicevo in Assemblea, la perdita reale di quest'anno va considerata intorno ai 70 milioni di euro, in recupero di oltre il 50% rispetto all'anno precedente. La traiettoria è molto buona anche per il futuro anche se chiaramente ci sono elementi di imprevedibilità legati ad alcune performance sportive e la coda di alcuni elementi del passato".

"L'obiettivo principale è mantenere l'equilibrio tra sostenibilità e competitività, quindi è importante trovare il maggior numero di risorse possibili all'interno dell'azienda da poter investire nella parte sportiva per essere sempre competitivi".

"Venivamo da una situazione particolare la cui somma delle voci stipendi e ammortamenti era particolarmente elevata. In prospettiva, pur avendo ridotto e facendo ancora un po' di fine tuning, la Juventus dovrebbe rimanere la squadra con il budget più alto da investire nella parte sportiva. Questo a garanzia di una grande competitività, poi ovviamente bisogna fare le scelte giuste, il mercato giusto e avere anche un po' di fortuna. Le basi però sono queste perché non sarebbe giusto immaginare una strategia solamente al ribasso e che fa perdere competitività per i massimi obiettivi".

"Questo fenomeno di sproporzione della possibilità di investire sui calciatori ha creato una inflazione degli stipendi e dei cartellini dei giocatori anche al di fuori delle stesse squadre interessante ad un certo tipo di livello. Oltre un certo limite credo non sia sano andare, per noi ma non solo. Un campione può fare la differenza, è vero, ma il calcio è un gioco di squadra e ci sono tanti elementi da tenere in considerazione. Con la parte sportiva rappresentata da Giuntoli e Thiago Motta stiamo lavorano molto nell'avere dei giocatori gorti che possano far parte di una squadra e che possano fare la differenza colmando il livello verso certi club, che sì hanno una raccolta di campioni ma spesso risultano difficili da tenere insieme".

"Sicuramente trovare una quadra su questa situazione sarebbe virtuosissimo per tutte le squadre. Aumenterebbe la competitività anche per squadre oggi non così ricche. Ho trovato una situazione molto positiva dal punto di vista delle infrastrutture, asset, brand e merchandising. Da queste basi stiamo proseguendo, abbiamo fatto secondo me un ottimo lavoro sullo stadio. L'anno scorso infatti abbiamo registrato il record storico di incassi al nette delle competizioni europee, quest'anno probabilmente riusciremo a fare il record storico comprendendo le competizioni europee. Lo stadio è un asset straordinario, con un livello di ospitality fantastico e per il futuro abbiamo qualche ulteriore idea sempre in ottica di migliorare l'esperienza e quindi di conseguenza i ricavi".

"Riteniamo il Mondiale per Club una opportunità molto positiva per il club e per i giocatori per fare esperienza in una vetrina mondiale. L'opportunitò deriva dalla visibilità che la Juventus può avere in tutto il mondo, pensiamo che già questa prima edizione possa avere un bel significato portandosi dietro, speriamo, un monte ricavi positivo. Su questo punto siamo in trattativa ferrea con la FIFA insieme alle altre squadre dell'ECA".

"Nella realizzazione della seconda squadra abbiamo fatto la valutazione che i giovani talenti che abbiano bisogno di tempi e di un contesto adeguato per esprimersi. Normalmente le prestazioni dei giovani non sono sempre in continuità, quindi anche un giocatore molto forte può trovarsi a non performare nel mondo giusto e di conseguenza a perdere delle opportunità di crescita. Questi sono i rischi nel mandare un giovane in prestito, è la nostra linea. La Next Gen che abbiamo creato riteniamo che dia esattamente quel contesto di competitività e di possibilità di crescere ai calciatori all'interno della famiglia, dove si possono valutare le prestazioni nel tempo senza un'esigenza di breve periodo. Dal punto di vista economico l'investimento c'è ed è costoso, il trade off rispetto all'acquisto dei giovani sul mercato va visto nel lungo periodo ma nell'insieme noi crediamo che sia la cosa più giusta da fare":

"Continueremo ad investire nella squadra femminile. È un movimento che esiste da diversi anni ma che forse è ancora agli albori dal punto di vista commerciale. Quello che manca in Italia è un apprezzamento, uno sviluppo della parte commerciale che quindi permetterebbe di portare risorse e migliorare ancora di più questo movimento. La nostra squadra sta andando molto bene e siamo soddisfatti".


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