Palladino sfiduciato dalla Fiorentina? C'è un solo nome che infiamma la piazza

Sarri come pensiero fisso dei tifosi e Palladino criticato per gioco e risultati
Palladino
Palladino / Ciancaphoto Studio/GettyImages
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Una stagione enigmatica quella vissuta dalla Fiorentina, stagione capace di offrire un po' tutte le sfumature che circondano un nuovo ciclo, un periodo fatto di cambiamenti: dall'entusiasmo per un'aria nuova e per risultati confortanti alla disillusione di una classifica divenuta, col tempo, meno idilliaca (sostanzialmente in linea con quanto emerso nelle scorse stagioni). Annata fatta di slanci e di ricadute, la prima di Palladino dopo il ciclo di Italiano, ed è più chiaro che mai come - al di là delle tre sconfitte consecutive - siano alti gli aspetti in grado di preoccupare e di minacciare un idillio risultato saldo solo nel vivo della striscia positiva vissuta dall'inizio di ottobre all'inizio di dicembre 2024.

La ragioni di un distacco

Le sconfitte contro Como e Verona sembrano aver disintegrato il credito accumulato dal tecnico, la piazza gigliata appare ampiamente schierata in senso negativo verso Palladino e non solo per i risultati deludenti dell'ultimo periodo. Quali sono gli aspetti che aggravano la situazione rispetto ai meri risultati (e a una corsa Champions divenuta utopistica)? Il tema del gioco è dirimente, lo è considerando il triennio vissuto con Italiano alla guida: l'abitudine a un gioco teso al dominio del possesso fa sì che l'ambiente gigliato non digerisca una squadra radicalmente lontana da quell'approccio, nel momento in cui anche i risultati smettono di sorridere.

Moise Kean, David De Gea
FC Internazionale v Fiorentina - Serie A / Luca Amedeo Bizzarri/GettyImages

Si rimprovera in sostanza all'ex tecnico del Monza di essersi affidato eccessivamente agli spunti dei singoli, con l'asse De Gea-Kean a fare la differenza, e a non aver dato un'identità alla squadra che esulasse appunto dalle individualità. Al contempo, in presenza di un mercato condotto in armonia tra le parti, la dirigenza stessa si aspettava qualcosa di ben diverso (e Ferrari lo ha anche detto a chiare lettere). Le indiscrezioni sulla presunta spaccatura Palladino-Pradè, hanno trovato una secca smentita ma è logico che - ad oggi - l'armonia sia quanto meno in stand-by e che la sfida di venerdì col Lecce sia da vincere a tutti i costi.

Un nome che torna

Siamo dunque al crocevia, con una qualificazione all'Europa League ancora in ballo tramite campionato e tramite Conference, e la sensazione è che la piazza viola abbia ben chiaro in mente il profilo di Maurizio Sarri come potenziale ragione di entusiasmo, come via per riconciliarsi con la squadra e ritrovare un senso di futuro. Al contempo si continua a sottolineare come quello di Sarri sia, ancora una volta, un fantasma che aleggia più che uno scenario da considerare come imminente: il rischio, ad oggi, è quello di una conferma "a tempo" poco comoda per Palladino e - solitamente - anticamera di un epilogo già scritto in partenza, soprattutto se con un pubblico ormai orientato altrove.

Maurizio Sarri
SS Lazio Training Session And Press Conference - UEFA Champions League 2023/24 / Paolo Bruno/GettyImages

Dopo la sfida col Lecce i viola dovranno affrontare un ciclo proibitivo in campionato, con tanto di Milan, Bologna e Roma col fiato sul collo, senza poter nascondere quanto pesi il rendimento in Conference e la doppia sfida col Panathinaikos per fotografare il momento della squadra e dare maggiore senso alla fase finale della stagione. Agli occhi della società il credito di Palladino non è ancora esaurito del tutto, è nota la tendenza di Commisso a dare fiducia e continuità alle proprie scelte, una larga parte della tifoseria però si spinge oltre e sogna una Fiorentina diversa fin da subito, dall'identità di gioco più in linea con quanto visto negli ultimi tre anni: una sintesi tra le due posizioni appare complessa da trovare, a maggior ragione quando manca il conforto dei risultati.