Pep Guardiola può essere il commissario tecnico giusto per l'Inghilterra?

Quale sarà la prossima scelta della Nazionale dei Tre Leoni?
Manchester City FC v Fulham FC - Premier League
Manchester City FC v Fulham FC - Premier League / Gareth Copley/GettyImages
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Momenti di cambiamenti. I calciatori che più abbiamo apprezzato nel XXI secolo salutano lo sport di cui sono stati icone per dedicarsi al post carriera, gli allenatori scelgono altre destinazioni e ruoli. Il 2024 è stato un anno intenso in quanto a saluti, che ha permesso interrogativi anche riguardo alle figure che dominano il calcio da oltre un decennio.

L'ultima notizia ha riguardato il rivale dell'uomo in copertina. Jürgen Klopp, a soli 5 mesi dal suo addio al Liverpool ha comunicato la sua prossima avventura: da gennaio 2025 diventerà il nuovo 'Global Head of Soccer' del gruppo Red Bull. Una figura di riferimento con un ruolo attivo nella programazione di uno dei colossi dello sport. Un'evoluzione di carriera innovativa per chi è considerato ancora uno dei migliori allenatori della contemporaneità, non del passato.

I nostalgici delle rivalità possono sperare che Pep Guardiola decida di contrastarlo diventando 'Global Head of Soccer' del Citizen Group, che come Red Bull vanta squadre professionistiche in tutto il mondo, ma il futuro riservato al catalano sembra ad oggi differente. Il ruolo più vociferato è quello di prossimo commissario tecnico della Nazionale inglese.

Il possibile addio al Manchester City

Pep Guardiola ha un contratto in scadenza con il Manchester City a giugno 2025, la Nazionale inglese deve ancora scegliere il commissario tecnico che la guiderà ai Mondiali del 2026. Una coincidenza forse irripetbile per chi nell'ultimo decennio ha ribaltato completamente le gerarchie della Premier Legue, asservendole al suo volere.

Che Guardiola domini il calcio per club è ormai una certezza che abbiamo constatato in tre paesi diversi (Spagna, Germania e Inghilterra) con le dovute specificazioni, tra il 2008 e il 2024. Se si resta in un giudizio generale è possibile sentenziare che quando Guardiola assume il ruolo di allenatore, accade sempre qualcosa di positivo.

Pep Guardiola
Manchester City v West Ham United - Premier League / Naomi Baker/GettyImages

Dopo aver modificato la storia del Manchester City in un percorso iniziato da Txiki Begiristain 4 anni prima, il catalano ha appreso, come tutti noi, la notizia che il direttore sportivo dei citizens saluterà il club a 13 anni dal suo arrivo. Una scelta che potrebbe indurre anche l'allenatore a lasciare Manchester alla scadenza del contratto, come lasciato intendere dopo i festeggiamenti dell'ultima Premier League (a maggio scorso): "Abbiamo parlato con il club e la mia volontà è quella di rimanere per la prossima stagione, ma nel corso dell'anno parleremo e vedremo per il futuro. La verità è che sono più vicino a lasciare che a rimanere".

Il ruolo vacante di CT dell'Inghilterra

Conquistato qualunque trofeo (per club), il numero di porte che Pep Guardiola può aprire nel mondo del calcio rasenta la totalità. La suggestione prinicipale però, come accaduto anche per Carlo Ancelotti (con il Brasile), è quella di vederlo alla guida di una Nazionale. Che si tratti di quella del paese in cui allena da 8 anni è banale, ma anche logico.

L'Inghilterra, dopo il lungo ciclo Gareth Southgate, è momentaneamente guidata da Lee Carsley, allenatore ad interim proveniente dalla Nazionale U21. Un messaggio che i Tre Leoni, al termine di un'avventura con il CT precedente durata 8 anni, si traduce nell'essere disposti ad attendere pur di non sbagliare la scelta del prossimo commissario tecnico.

Gareth Southgate
Spain v England: Final - UEFA EURO 2024 / Visionhaus/GettyImages

Quanto creato da Pep Guardiola a Manchester è probabilmente irripetibile, vedere un'estensione vincente del suo City nel calcio per Nazionali lo confermerebbe con un plebiscito come miglior allenatore della storia del calcio. Soltanto l'idea del tecnico catalano che compete per il Mondiale negli Stati Uniti a 60 dall'ultima e unica vittoria inglese nella Coppa del Mondo (1966) porta con sè un qualcosa di magico. Quella sensazione che ha lasciato il Mondiale in Qatar vinto da Lionel Messi con l'Argentina, quel senso di completezza per chi, nonostante quanto dimostrato in carriera, ha ancora qualche critico al seguito.