Per Beltran è arrivato il momento del riscatto? I motivi per crederci
La goleada di Lecce, nell'ottava giornata di Serie A, ha permesso alla Fiorentina di trovare continuità sia dal punto di vista dei risultati che a livello tattico - dando seguito alle scelte compiute da Palladino dopo la vittoria sulla Lazio - ma al contempo ha dato modo ai viola di salutare con piacere tante prime volte della stagione 2024/25. Per Colpani, lo ha ribadito anche Palladino, era solo questione di tempo e la doppietta del Via del Mare può dunque alleggerire la pressione sull'ex Monza, pupillo del tecnico, mentre pensando a Lucas Beltran il discorso appare ben più sorprendente e in grado di spostare il racconto legato all'argentino e al suo momento. In mezzo alle tante ombre di inizio stagione, in parte già preventivabili anche nel corso dell'estate con la svolta tattica dovuta al passaggio al 3-4-2-1, ecco dunque che l'ex River può aver trovato il giusto materiale per costruire al meglio il proprio presente (e futuro) in viola.
Perché credere nel riscatto di Beltran?
L'utilità di un giocatore si misura anche, se non soprattutto, valutandone la capacità di farsi trovare pronto e di rispondere presente quando le circostanze lo richiedono: in questo caso la circostanza è stata quella dell'infortunio rimediato da Gudmundsson - ormai inamovibile nell'attacco gigliato - e la necessità di rimpiazzarlo già a inizio partita. Beltran ha risposto nel migliore dei modi ma sarebbe superficiale soffermarsi soltanto sul gol segnato, peraltro arrivato a partita già chiusa: la rete per un attaccante è un'iniezione di fiducia, è chiaro, ma gli aspetti incoraggianti della sua prova in terra salentina sono da ricercare anche in un atteggiamento che niente ha a che fare con quello di un corpo estraneo al gruppo o con quello di un possibile esubero.
Oltre al gol c'è di più
L'argentino si è messo in mostra abbinando qualità tecniche e un'aggressività fondamentale per mettere in crisi la retroguardia giallorossa, emblematico il lavoro fatto su Oudin in occasione del 2-0 viola, andando a recuperare palla in posizione pericolosa: si tratta del resto della cifra distintiva di Beltran, di una parte del suo repertorio che lo differenzia rispetto ad altri attaccanti. Aggressività e capacità di pressare l'avversario che Palladino avrà senz'altro gradito e che faranno comodo anche nei prossimi impegni, numerosi, che attendono la squadra: ben sei partite da qui alla prossima sosta, da qui al 10 novembre, tra Serie A e Conference League e - di conseguenza - tante opportunità per trovare ancora spazio sia come prima punta che, ancor di più, alle spalle di un terminale offensivo (Kean o Kouamé che sia).
Il ruolo ideale
Il tema del ruolo e dell'attuale assetto tattico della Fiorentina si accompagna alle ragioni di ottimismo attorno a Beltran: anche con Italiano, infatti, l'argentino aveva dimostrato di dare il meglio di sé nel 4-2-3-1 in appoggio alla prima punta (Belotti lo scorso anno, Kean attualmente). Palladino ha virato con continuità su questo assetto e non si prevedono al momento nuovi ribaltoni: Beltran ha modo di far valere la propria qualità tecnica e di non trovarsi isolato, come accade invece quando agisce da prima punta (senza quelle abilità atletiche e fisiche che caratterizzano invece Kean, soprattutto nel lavoro spalle alla porta). I tanti impegni e l'infortunio di Gudmundsson, assieme al fisiologico turnover, faranno sì che il calciatore arrivato nel 2023 a Firenze possa ritagliarsi uno spazio importante, allontanando ulteriormente le voci di un potenziale addio (anche se in prestito) a gennaio.
Una piazza dalla sua parte
Un addio che, del resto, suonerebbe come una sorta di ammissione di colpa della società a fronte di un investimento a dir poco oneroso per portare l'attaccante a Firenze (12 milioni di parte fissa e 12 di potenziali bonus), con tanto di battaglia all'ultimo colpo con la Roma per assicurarselo. Nonostante il rendimento fin qui discontinuo e la cifra spesa, però, il sostegno da parte della piazza non è venuto meno e - anzi - la tifoseria gigliata ha sempre apprezzato l'atteggiamento di un calciatore capace di attendere il proprio momento, senza sgomitare nonostante un minutaggio spesso ridotto. Una fiducia, quella del popolo fiorentino, che può rappresentare un'ulteriore base di partenza per sancire quel riscatto che - fino a pochi giorni fa - appariva del tutto utopistico.