Pogba ammette di aver pensato al ritiro e rivela di voler restare alla Juve
Paul Pogba ha visto tornare in ballo la possibilità di sentirsi nuovamente calciatore, vedendo ridurre la squalifica per doping e potendo dunque rientrare in campo a marzo 2025. Lo stesso centrocampista tuttora di proprietà della Juventus, accostato con insistenza a un addio ai bianconeri, è tornato a parlare e lo ha fatto a La Gazzetta dello Sport oltre che a Sky Sport News. Non mancano dichiarazioni anche sorprendenti a tema bianconero, con tutta la voglia di restare a Torino in futuro, conquistandosi una nuova chance dopo un periodo da incubo (con tanto di pensiero sul ritiro). Queste le parole del francese:
Che ritorno si aspetta: “Sarà un nuovo Pogba: più affamato, più saggio e più forte. Mi sono allenato da solo con i preparatori in questo anno e sono pronto a tornare alla normalità nel 2025. Ho soltanto un desiderio, giocare a calcio”.
Rapporto con la Juve: “L’amore dei tifosi non è mai mancato. Con i tesserati della Juve non potevo avere contatti per questioni legali. Tanti compagni del passato e attuali mi hanno sempre sostenuto. Cuadrado mi chiamava ogni due giorni e mi faceva sempre ridere. Dybala mi ha mandato molti messaggi. E poi Vlahovic, McKennie, Weah, Kean… Non me ne aspettavo così tanti, anche perché ognuno di noi ha i propri problemi nella vita quotidiana”.
Se ha sentito Thiago Motta: “Non ho avuto modo di vederlo e parlarci, ma arriverà questo momento. Io penso di tornare pronto per allenarmi e giocare con la Juve. Io adesso sono un giocatore nella Juve. Nella mia testa c’è soltanto questo oggi”.
Futuro ancora alla Juve? “Non devo parlare io, parlerà il campo e poi Thiago Motta giudicherà con i suoi occhi, in base a quello che vedrà. Le chiacchiere sono belle, ma io voglio giocare e nella Juve e nella Francia voglio essere il migliore”.
Un desiderio chiaro: “Io sono disposto a rinunciare anche a dei soldi pur di giocare ancora nella Juve. Voglio tornare”.
La 10 a Yildiz: “Non è il mio numero, è della Juve! Quando nel 2016 sono tornato a Manchester, non mi sono portato dietro il 10. Ho detto a Kenan che ha talento, gli voglio bene e merita quella maglia. Lo avevo già capito ai primi allenamenti che era un ragazzo diverso. Dissi subito ai compagni: Yildiz deve venire in prima squadra. Il 10 non è il mio, sarà sempre della Juve. La Juventus ha fatto bene a pensare al presente, io ero squalificato per 4 anni quando hanno assegnato il 10 a Kenan”.
Un anno difficile: “E’ stato un anno molto difficile, la cosa che mi ha fatto più male è stato passare tutti i giorni davanti allo stadio e alla Continassa per accompagnare i mie figli a scuola senza poter entrare ad allenarmi o giocare con la Juventus. Mi sono sentito come un leone in gabbia. A un certo punto volevo andare via dall’Italia con la famiglia perché mi faceva troppo male al cuore questa situazione".
I problemi fisici passati: “Non ho deciso da solo di non operarmi, nessuno in un grande club sceglie singolarmente. Abbiamo intrapreso quella strada di gruppo e i dottori hanno detto che si sarebbe potuto anche fare. Non mi pento di nulla, la vita è fatta così”.
Ancora sulla Juve: “Altri club italiani? Oggi è impossibile, non mi vedo con un’altra maglia. Il mio focus adesso è quello di tornare a indossare quella della Juve”.
Idea OM: “Zio Pat conosce la mia situazione, ha detto così per scherzo perché è amico di Benatia e perché ha giocato al Velodrome. No, non sono stupito di vedere Rabiot al Marsiglia, ma immaginavo andasse in Inghilterra”.
Possibilità di giocare ancora nella Juve: “Non dipende tutto da me, ma anche dai progetti della Juve e da come mi alleno. Io mi voglio mettermi a livello degli altri per stare al passo con la squadra di Thiago Motta: ora la realtà è che sono un giocatore della Juve e mi preparo per giocare nella Juve”
Le parole a Sky Sport News
Come ha vissuto la squalifica: "Abbiamo attraversato l'inferno. Un tempo di oscurità. Ma questa è la mia seconda possibilità, devo sfruttarla. Ero entusiasta" riporta IlBianconero.
Effetti della squalifica: "Quando le persone sentono parlare di doping è come se pensassero che tu voglia diventare l'incredibile Hulk. È così che la gente mi vedeva. Ho davvero realizzato cos'è la vita: le persone mi evitavano e i miei amici non mi chiamavano più come prima. Sono cresciuto tantissimo, oggi sono una persona diversa. Quando porti via qualcosa che ami, ti rendi conto di quanto lo ami e lo apprezzi".
Ancora sulla squalifica per doping: "Non eravamo pronti per queste cose. Stava arrivando tutto in una volta. A un certo punto crolli e basta. Il mio errore è stato non ricontrollare più volte, ma se vai da un dottore e ti viene detto di prendere una determinata cosa due volte al giorno, tu cosa fai?".
L'idea di ritirarsi: "Ho pensato al ritiro quando mi è stata data la squalifica. Dovevo e dovrò essere più attento. Ho avuto tanti pensieri nella mia testa. Anche quello di smettere. Mi dicevo: ‘E ora cosa farò? Sono quattro anni, ci pensavo e facevo i conti nella mia testa. Quattro anni senza giocare, senza allenarsi. Quale club mi vorrà più? Tornerò ad essere in forma?’ Queste e tante cose del genere mi passavano per la mente. Ma d’altro canto avevo fede che tutto si risolvesse. Ero positivo. Sapevo di non aver fatto nulla di sbagliato di proposito quindi devo essere grato di quanto successo e che mi abbiano ridotto la squalifica"
Sul futuro: "In questo momento sono alla Juventus, quindi non sappiamo davvero accadrà. Tutte le parti stanno parlando, gli avvocati eccetera. Quindi vorrei sapere cosa succederà poi per me. Ma il mio obiettivo principale in questo momento è solo quello di prepararmi al meglio. Mi continuo ad allenare e faccio tutto quello che serve. Voglio essere pronto per poter andare in una squadra a gennaio."