I 10 potenziali gioielli italiani nel 2011 che hanno deluso le attese

Talenti italiani pronti a consacrarsi dieci anni fa che non si sono consacrati
Talenti italiani pronti a consacrarsi dieci anni fa che non si sono consacrati / 90min
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Non è un mistero che in Italia ci siano 60 milioni di allenatori, ognuno pronto a fare una propria formazione e a compiere scelte che (come minimo) risulterebbero migliori di quelle dell'allenatore effettivamente in carica, rischia così di passare sotto silenzio una folla altrettanto valida e nutrita: quella dei talent scout. Il brivido di vedere ragazzini che giocano in mezzo agli alberi e alle panchine e, colti da illuminazione, prorompere in un "eccoci, ho appena scoperto il nuovo Baggio".

Capita anche che uno sia convinto di aver scoperto il nuovo Roby Baggio e non si renda conto, invece, di aver scoperto suo fratello Eddy: un corto circuito che, su scala più ampia, ci ha portato spesso a vedere doti fenomenali dove le qualità erano presenti, sì, ma senza bisogno di troppo clamore, senza dover immaginare qualcosa di enorme, un futuro luminoso.

E 10 anni fa, nel vivo della stagione 2011/12, non mancavano giocatori italiani che - anche a dire dei più esperti - avrebbero vissuto di lì a qualche anno una carriera ai massimi livelli, nei club più importanti, con la possibilità di mettersi in mostra anche in Nazionale. Ecco 10 casi che ci fanno capire come, pur in presenza di carriere degne, quella del 2011 fosse un'impressione prematura o addirittura poco fondata:

1. Diego Fabbrini

Diego Fabbrini
Diego Fabbrini / Valerio Pennicino/GettyImages

Il peso di aspettative e accostamenti improvvidi finisce talvolta, spesso, per schiacciare e per lasciare poco spazio alla semplice verità dei fatti: quello di un giocatore di qualità che, fin dagli inizi di Empoli e poi all'Udinese, venne preceduto da aspettative slegate dalla realtà del campo.

Dopo un illusorio debutto in Nazionale con Prandelli non si può dire che il fantasista non si sia dannato l'anima per trovare la propria strada: tante esperienze in Championship, avventura in Romania e in Bulgaria, il tutto culminato col recente ritorno in Italia dopo più di 4 anni, all'Ascoli.

2. Federico Macheda

Fabio Cannavaro, Federico Macheda
Macheda allo United / Chris Brunskill/GettyImages

Un altro nome "pesante" tornando indietro nel tempo, seguito da un input che poteva fare la differenza in positivo ma che si rivelò invece portatore di un effetto opposto: la benedizione di Sir Alex Ferguson.

L'impatto con lo United, con tanto di gol al debutto, lasciava immaginare un futuro da stella di livello internazionale ma, nei fatti, Macheda ha finito per diventare agli occhi di tanti (e in un tempo troppo breve) un emblema del concetto di calciatore "irrisolto". Nel 2011/12 si divise tra United e Queens Park Rangers, collezionando poche presenze in Premier, dopo aver assaggiato la Serie A con la Samp nella stagione precedente.

3. Michelangelo Albertazzi

Michelangelo Albertazzi, Coutinho
Michelangelo Albertazzi / Giuseppe Bellini/GettyImages

All'interno del settore giovanili del Milan iniziò a farsi largo il difensore Albertazzi, con tanto di successo in Coppa Italia con la Primavera, ma il salto tra i grandi non fu facile, vedendolo arrancare tra il Getafe e il Varese. La società in cui Albertazzi ha raccolto più e presenze è il Verona, pur senza conquistare mai un posto da titolare inamovibile tra B e A.

Decisivo il peso degli infortuni nella sua mancata esplosione, con tanto di pesante diatriba con l'Hellas (e conseguenti risarcimenti per un'esclusione rivelatasi poi ingiusta). Restano però anni di carriera persi e tanti rimpianti per un profilo che, a inizio carriera, fece addirittura scomodare l'etichetta ingombrante di "nuovo Maldini".

4. Manuel Giandonato

Manuel Giandonato
Manuel Giandonato / Tom Szczerbowski/GettyImages

Il passaggio dalla Primavera alla prima squadra non è sempre leggero e indolore, finisce anzi spesso per portare con sé un bagaglio di disillusione e attese non rispettate, soprattutto se militi in una squadra di primo piano come la Juventus.

Giandonato iniziò ad affacciarsi in prima squadra dal 2010/11, con tanto di debutto in Europa League, e passò poi al Lecce per trovare continuità in Serie A, appena ventenne. Dall'Europa e dalla Serie A a una carriera del tutto diversa: Giandonato non ha infatti più assaporato la massima serie, vivendo una carriera tra le serie inferiori (oggi gioca all'Olbia, in C).

5. Niccolò Giannetti

Niccolò Giannetti
Niccolò Giannetti / Enrico Locci/GettyImages

Il campionato Primavera 2009/10 vide esplodere a suon di gol l'attaccante senese Giannetti, tanto da attrarre le attenzioni della Juventus che decise di assicurarselo e di seguirne la crescita.

Può vantare anche un gol in Europa League coi bianconeri, un lampo più unico che raro a quel livello in una carriera spesa poi quasi interamente in B: solo il Cagliari gli ha dato nuovamente spazio in A, 2016/17 e 2017/18, senza però che Giannetti riuscisse a trovare il primo gol in Serie A, una gioia che non è mai arrivata. Oggi milita in C, nella Carrarese.

6. Giammario Piscitella

Joel Untersee, Giammario Piscitella
Giammario Piscitella / Valerio Pennicino/GettyImages

Tutti possiamo riconoscere in Luis Enrique un tecnico coraggioso, quando si tratta di lanciare giovani a sorpresa, anche su scenari importanti: lo ha dimostrato con la Spagna, in tempi recenti, ma anche in passato l'ex allenatore della Roma non ha mancato di stupire.

E nel 2011/12, proprio in giallorosso, scelse di dare fiducia a Piscitella, allora diciottenne e autore di grandi cose nelle giovanili. In Serie A, in quella stagione, l'esterno offensivo collezionò 2 presenze e un assist di prestigio contro l'Inter. Le 6 presenze col Genoa nell'anno successivo sono poi rimaste le uniche nel campionato maggiore: oggi gioca in Serie D, nel Rimini.

7. Giuseppe Bellusci

Giuseppe Bellusci
Giuseppe Bellusci / Marco Luzzani/GettyImages

Un difensore che pareva possedere i tratti del predestinato, fin dalle prime stagioni in Serie B con l'Ascoli e in A col Catania. Dal 2011/12 divenne titolare fisso tra i rossazzurri, sembrava sempre in procinto di poter spiccare il volo e il mercato lo vedeva sempre accostato a grandi squadre, come se il grande salto fosse dietro l'angolo.

Un passaggio che di fatto non è mai arrivato: Bellusci ha provato l'esperienza inglese, al Leeds in Championship dal 2014 al 2016, ed ha poi assaporato la Serie A soltanto a Empoli nel 2016/17, tornando poi nelle serie inferiori. Oggi milita nel Monza.

8. Michele Camporese

Michele Camporese
Michele Camporese / Gabriele Maltinti/GettyImages

Un altro difensore, come Bellusci, che nel 2011/12 era circondato da aspettative importanti: la Fiorentina, squadra in cui era cresciuto a livello giovanile, scelse di dargli fiducia anche in Serie A (20 in totale le presenze in viola per lui).

Un difensore che nelle prime tappe dell'avventura in viola sembrava possedere personalità e tecnica da futuro big: la carriera di Camporese ha avuto però un percorso diverso, non luminoso come si pensava, e lo ha visto giocare soltanto in Serie B se si escludono 2 presenze in A con l'Empoli nel 2015/16. Sta vivendo oggi la sua terza stagione nel Pordenone, sempre nel campionato cadetto.

9. Simone Dell'Agnello

Simone Dell'Agnello
Simone Dell'Agnello / Giuseppe Bellini/GettyImages

Il campionato Primavera fornisce spesso spunti intriganti, materiale per sognare un grande impatto anche tra i big di lì a poco: nel 2010/11 Dell'Agnello si rivelò più che mai prolifico con la Primavera nerazzurra, considerando peraltro 7 gol in 7 partite al torneo di Viareggio.

Attese importanti che non si sono però tradotte in realtà con la maglia dell'Inter, al di là di qualche amichevole da aggregato alla prima squadra, così come in linea generale in massima divisione: oggi Dell'Agnello milita nel Grosseto in Serie C, non ha mai collezionato una presenza in A in carriera.

10. Daniele Ragatzu

Daniele Ragatzu
Daniele Ragatzu / Enrico Locci/GettyImages

L'idea di un ragazzo di Cagliari capace di diventare protagonista proprio in rossoblu, di farlo magari a lungo termine e in Serie A, era senz'altro un incipit intrigante per un racconto che, di fatto, ha avuto poi tratti ben diversi. Le prime stagioni in prima squadra furono anche incoraggianti, con tanto di 32 presenze e 4 gol già collezionati dal 2008 al 2011.

A poco più di vent'anni partì per trovare spazio e fortuna altrove ma le sue avventure in giro per l'Italia non hanno mai rispettato le aspettative iniziali: l'unico altro gol in Serie A, oltre a quelli trovati in giovanissima età, lo ha siglato nel 2019/20 proprio col suo Cagliari (dopo 8 anni di digiuno in massima serie). Un gol che non è però servito a sancire il rinnovo: ora milita all'Olbia, dove è arrivato da svincolato.


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