100 anni di Cagliari #79: lo stadio di via Pola

Enrico Locci/Getty Images
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​Chent'annos. Cento anni di ​Cagliari e cento racconti sul club rossoblù. I calciatori, allenatori, dirigenti e presidenti ma anche eventi e curiosità che hanno fatto la storia della società isolana. Un viaggio nel cuore della squadra che rappresenta un'intera regione per cento giorni, fino al 30 maggio 2020, giorno del Centenario rossoblù.


Dopo i primi anni allo stadio Stallaggio Meloni, il Cagliari decide di fare un piccolo salto di qualità e nel 1924 fa partire i lavori per la costruzione del nuovo stadio Comunale di via Pola. La squadra rossoblù rimarrà qui fino ai primi anni '50 quando traslocherà nel più confortevole - per quei tempi - stadio Amsicora.

La storia dell'impianto di via Pola

La costruzione dello stadio di via Pola diventò una necessità dopo l'improvvisa passione dei cittadini cagliaritani per il calcio. L'idea della società era quella di crescere sempre più e competere a livello nazionale. Per farlo però era fondamentale avere un impianto adeguato alle competizioni nazionali. Lo stadio si trovava al centro della città, il campo era in terra battuta e la tribuna centrale dedicata agli spettatori (motivo per cui venne abbandonato lo stadio Stallaggio Meloni) venne ricavata nel pendio del colle.

Nel suo nuovo stadio oltretutto il Cagliari vestirà per la prima volta le magliette con i colori sociali del club: il rosso e il blu. Questo avvenne nel 1927. Nella stadio di via Pola, dopo vari tornei regionali portati in bacheca, esordirà nei campionati nazionali. L'impianto venne in parte distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ma una volta cessato il conflitto venne reso nuovamente agibile per disputare i tornei nazionali. Proprio in questo stadio venne conquistata la prima storica promozione in Serie B, prima del trasferimento all'Amsicora.

Una volta abbandonato l'impianto di via Pola, il terreno venne sfruttato dal Comune di Cagliari per la costruzione del mercato cittadino e successivamente trasformato nell'attuale Mediateca.


Articolo e rubrica a cura di Marco Deiana