100 anni di Cagliari #82: lo stadio Is Arenas
Di Marco Deiana
Chent'annos. Cento anni di Cagliari e cento racconti sul club rossoblù. I calciatori, allenatori, dirigenti e presidenti ma anche eventi e curiosità che hanno fatto la storia della società isolana. Un viaggio nel cuore della squadra che rappresenta un'intera regione per cento giorni, fino al 30 maggio 2020, giorno del Centenario rossoblù.
Estate 2012. Il Cagliari si ritrova senza stadio. Dall'aprile dello stesso anno il Sant'Elia venne dichiarato inagibile, tanto da costringere la squadra sarda a terminare il campionato al Nereo Rocco di Trieste. Da qui l'idea di abbandonare definitivamente lo stadio storico rossoblù per costruire un impianto provvisorio vicino al capoluogo sardo, a Quartu Sant'Elena, sfruttando la presenza di uno stadio utilizzato fino a quel momento dalle società della città a carattere dilettantistico.
Il Cagliari e il Comune di Quartu Sant'Elena firmano una convenzione triennale da 30mila euro l'anno. Al club rossoblù venne data la gestione dello stadio di Is Arenas, da rendere agibile per la Serie A (fino a quel momento era presente una sola tribuna centrale e non era a norma) e da restituire tre anni più tardi smantellato e con alcune piccole migliorie rispetto all'impianto originale. Tutti contenti.
La società rossoblù, in quel periodo di proprietà di Massimo Cellino, lavora giorno e notte per il progetto e la realizzazione/ristrutturazione dello stadio Is Arenas. In pochi mesi l'impianto è completo con due curve, una tribuna centrale e i distinti. Uno stadio da 16mila posti, costruito con acciaio e tecnologia prefabbricata, con la possibilità di poter ospitare anche manifestazioni UEFA. Un piccolo gioiellino. Ma questo impianto venne sfruttato appena un anno a causa dei continui problemi burocratici.
I problemi burocratici e gli arresti
Fin dai primi giorni, pre e post firma della convenzione tra il Cagliari e il Comune di Quartu Sant'Elena, non mancarono le polemiche per la posizione dell'impianto, posizionato vicino allo stagno di Molentargius che ospitava (e ospita tuttora) migliaia di fenicotteri. La società rossoblù ha dovuto superare tanta burocrazia e accuse varie prima di riuscire a concludere la ristrutturazione dell'impianto. I problemi con il WWF prima, con la Commissione di Vigilanza poi, senza dimenticare le inchieste della procura di Cagliari che portarono all'arresto a metà febbraio 2013 del patron Cellino, del sindaco Contini e di due assessori comunali, costringendo il Cagliari ad emigrare nuovamente allo stadio Nereo Rocco di Trieste per concludere la stagione, avendo ormai compromesso la possibilità di ottenere l'agibilità e il via libera per l'apertura dello stadio Is Arenas.
Le partite disputate allo stadio Is Arenas
L'esordio allo stadio Is Arenas avvenne il 2 settembre 2012 in un Cagliari-Atalanta giocato a porte chiuse, essendo ancora lontana la conclusione dei lavori (in quel preciso istante era in costruzione la main-stand, ossia la tribuna centrale coperta). Il primo ok per l'ingresso dei tifosi arrivò in occasione del match contro il Pescara, a fine settembre, con l'apertura dei distinti ai soli possessori della Tessera del Tifoso. Il 10 novembre venne reso disponibile l'ingresso dei tifosi anche nelle due curve, mentre alla fine dello stesso mese (il 26 novembre) venne reso completamente accessibile l'impianto. Nella sfida contro il Napoli si sfiorò il tutto esaurito.
Ma qualche mese più tardi sopraggiunsero problemi su agibilità e sicurezza dell'impianto. In totale allo stadio Is Arenas si disputarono 14 incontro (tra Serie A e Coppa Italia), solamente la metà aperta al pubblico.
L'addio definitivo
Dopo aver chiuso la stagione 2012-13 lontano dalla Sardegna, al Nereo Rocco di Trieste, il Cagliari in accordo con la Regione Sardegna il 25 maggio decise di abbandonare definitivamente lo stadio Is Arenas e tornare al Sant'Elia, con l'obiettivo di renderlo agibile per gli incontri casalinghi della stagione successiva. Il patron Massimo Cellino smontò quindi l'impianto costruito nel Comune di Quartu Sant'Elena (smentendo chi accusava il massimo dirigente rossoblù di aver creato una struttura fissa e non smontabile) e gran parte delle stesse strutture vennero utilizzare al Sant'Elia.
Articolo e rubrica a cura di Marco Deiana