100 anni di Cagliari #91: la storia dello stadio Sant'Elia

Cagliari Calcio v Calcio Catania - Serie A
Cagliari Calcio v Calcio Catania - Serie A / Enrico Locci/Getty Images
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Chent'annos. Cento anni di ​Cagliari e cento racconti sul club rossoblù. I calciatori, allenatori, dirigenti e presidenti ma anche eventi e curiosità che hanno fatto la storia della società isolana. Un viaggio nel cuore della squadra che rappresenta un'intera regione per cento giorni, fino al 30 maggio 2020, giorno del Centenario rossoblù.


Per 47 anni è stata la sede delle partite interne del Cagliari. Lo stadio Sant'Elia è stato inaugurato nel 1970, subito dopo la vittoria dello Scudetto, ed è stato dismesso nel 2017. Dal record di presenze per l'esordio in Champions League contro il Saint-Etienne fino al decadimento e alla chiusura parziale di alcuni settori. Il Sant'Elia è stato protagonista della cavalcata in Coppa UEFA, così come di diverse promozioni in Serie A. Inoltre ha ospitato quattro gare dell'Italia (tre amichevoli e un match di qualificazione a USA '94) e negli anni '90 le tre partite della fase a gironi dell'Inghilterra nel Mondiale italiano.

Costi di costruzione e ristrutturazione

Con la prima promozione in Serie A del Cagliari, si penso subito alla costruzione di un nuovo impianto in città. Il primo progetto venne presentato nel 1964. Uno stadio con un solo anello di forma ellittica per una capienza totale da 35mila posti a sedere. Un anno più tardi vennero avviati i lavori nella zona di Sant'Elia. Con la crescita esponenziale della squadra in campo nazionale (sfiorò lo scudetto nel 1969), la società rossoblù decise di modificare il progetto iniziale aumentando la capienza e aggiungendo di fatto un secondo anello, per una capienza totale di quasi 60mila spettatori (con la possibilità di arrivare a 70mila sfruttando anche i posti in piedi, in quel periodo ancora consentiti).

Lo stadio Sant'Elia venne concluso nel 1970 per un costo totale di 1,9 miliardi di vecchie lire e vennero coperte totalmente dal Comune di Cagliari che usufruì di un credito da circa 550 milioni di lire garantito dal CONI.

L'impianto cagliaritano venne scelto tra le sedi dei match del Mondiale '90 e nel dicembre '87 vennero avviati dei lavori di ristrutturazione (obbligando la squadra a tornare all'Amsicora per giocare le gare interne di campionato, in quel periodo in Serie C). La struttura venne messa in sicurezza, vennero ridotti i posti (passando ad una capienza di 40mila spettatori, tutti a sedere e numerati). Inoltre venne potenziato l'impianto di illuminazione, realizzata una copertura sopra la tribuna centrale e creata una struttura per le conferenze stampa per un totale di 24 miliardi di lire (quasi il 50% in più rispetto a quanto preventivato). L'idea iniziale era quella di rendere tutto lo stadio coperto ma la spesa per la copertura venne destinata a rafforzare i collegamenti stradali.

Il decadimento e l'addio

Negli anni 2000 lo stadio Sant'Elia ha subito un rapido decadimento. La struttura avrebbe avuto bisogno di una totale ristrutturazione e per evitare di lasciare il Cagliari senza impianto, si è deciso di limitarne inizialmente la capienza e dal 2002 sono stati chiusi interi settori, sostituiti con gradinate prefabbricate costruite all'interno dello stadio stesso (sopra la pista di atletica). Questa situazione però ha creato non pochi problemi con le richieste di agibilità, non sempre ottenute (tanto da costringere la squadra a trasferirsi di tanto in tanto fuori città tra Olbia, Parma e Trieste, oltre al tentativo di costruire un piccolo impianto a Quartu Sant'Elena).

Nel 2017 viene disputata la gara d'addio al Sant'Elia. Nello stesso anno viene dichiarato inagibile con l'idea di demolirlo e costruire nella stessa area il nuovo impianto definitivo.


Articolo e rubrica a cura di Marco Deiana