100 anni di Cagliari #98: i Chicago Mustangs, l'avventura americana del club rossoblù

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Chent'annos. Cento anni di ​Cagliari e cento racconti sul club rossoblù. I calciatori, allenatori, dirigenti e presidenti ma anche eventi e curiosità che hanno fatto la storia della società isolana. Un viaggio nel cuore della squadra che rappresenta un'intera regione per cento giorni, fino al 30 maggio 2020, giorno del Centenario rossoblù.


Nella storia (centenaria) del Cagliari Calcio c'è spazio anche per una curiosissima avventura in Nord America. Nell'estate 1967 infatti l'intera rosa rossoblù - ad eccezione di Gigi Riva, ancora ko a causa di un infortunio - si trasferì in America per giocare con la franchigia dei Chicago Mustangs un torneo creato proprio in quei mesi da Jack Cooke, ex proprietario dei Los Angeles Lakers. La stessa competizione venne appoggiata dalla FIFA e dalla Federazione Nord America. Il torneo prevedeva la selezione di alcune squadre (non di primissimo piano) da tutto il mondo, le quali vennero associate ad una franchigia, dando vita così alla United Soccer Association. Nella stessa competizione il Cagliari, ops... i Chicago Mustangs terminarono al terzo posto nella Western Division (con tre vittorie, sette pareggi e due sconfitte) mancando l'accesso alla finalissima.

La nascita del campionato americano

Tutto è nato per caso, inaspettatamente. Nella primavera 1967 mentre il Cagliari si trovava a lottare per un ottimo sesto posto in Serie A, dall'altra parte dell'oceano il mondo del calcio era nel caos. La situazione economica era nera: l'American Soccer League aveva un bilancio di qualche migliaio di dollari, l'International Soccer League invece era addirittura fallita. Quest'ultima era comandata da Bill Cox, uomo potente del baseball americano, con le conoscenze giuste, tanto da fondare subito la NSL (Nationsl Soccer League) conquistando anche il favore delle tv (pronte a trasmettere le partite) ma non riuscì ad ottenere il riconoscimento federale. Ma allo stesso tempo Jack Cooke, uomo potente del mondo dell'NBA (proprietario dei Los Angeles Lakers) fondò la United Soccer Association ottenendo il riconoscimento federale e della FIFA anche se nessuna televisione si fece avanti per comprarne i diritti televisivi.

Ma c'era un problema. La NSL contava sul forte appoggio televisivo e tutte le squadre del paese decisero di appoggiare il progetto di Bill Cox, così la USA (United Soccer Association) si ritrovò senza squadre di livello. A quel punto il fondatore della nuova competizione decise di affidarsi a squadre già esistenti provenienti da tutto il mondo.

Dallo Stoke City (associato ai Cleveland Stokers) al Cagliari (associato ai Chicago Mustangs) passando per il Wolverhampton (associato ai Los Angeles Wolves) al Sunderland (diventato Vancouver Royal Canadians). Senza dimenticare l'Aberdeen (associato ai Washington Whips) e al Den Haag (diventato San Francisco Golden Gate Gales). In totale vennero invitate dodici squadre, divise in due gironi. Il Cagliari disputò il girone della Western Division.

L'avventura del Cagliari americano

Sotto forma dei Chicago Mustangs, il Cagliari si ritrovò davanti un mondo completamente diverso. Come sedi delle partite vennero scelti degli stadi adibiti al baseball, con tutti i problemi del caso. Il terreno da gioco non era sicuramente curato nei minimi particolari, con alcuni punti lasciati completamente senza erba. Le gare inoltre finivano spesso in rissa.

L'avventura nella Western Division del Cagliari si chiuse con uno score di 3 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte che portò Boninsegna (diventato capocannoniere del torneo) fino al terzo posto, ma ciò non bastò per qualificarsi alla finale della United Soccer Association. Qualche anno più tardi si scoprì che diverse squadre europee (compresi i sardi) non giocarono al massimo del loro potenziale per evitare di disputare le finali a ridosso del ritiro estivo. Il torneo venne vinto al Wolverhampton, club inglese che disputò il campionato con il nome dei Los Angeles Wolves.


Articolo e rubrica a cura di Marco Deiana