Le 3 risorse e le 3 minacce per Iachini di ritorno sulla panchina della Fiorentina
La parabola del ritorno del figliol prodigo, quella degli amori che fanno i giri immensi e ritornano, è spesso una chimera nel calcio, un desiderio malcelato di qualche vecchio romanticone che vuole rinverdire qualcosa di passato. A Firenze, però, il discorso ha assunto tratti diversi e a tinte persino grottesche, non certo per i personaggi coinvolti quanto per le dinamiche: ritorno di Montella, ritorno di Iachini (dopo l'esperienza da giocatore), ritorno di Prandelli e nuovo ritorno di Iachini... sembrerebbe una filastrocca ma, di fatto, sono gli ultimi due anni della Fiorentina visti dalla panchina.
Una situazione che potrebbe aver avuto il suo epilogo col ritorno di Beppe Iachini dopo quasi mesi dall'esonero: ma, al di là di una squadra ancora in lotta per assicurarsi la permanenza in Serie A, cosa trova di nuovo il tecnico ascolano? Quali possono essere le risorse e quali i limiti, le minacce, da qui alla fine della stagione in viola?
Le risorse
I GIOCATORI RITROVATI - La nuova esperienza di Prandelli sulla panchina viola, al di là di un epilogo infelice, ha comunque dato un contributo importante nel recupero (e nella riscoperta) di alcuni giocatori. Innanzitutto Vlahovic si è preso il posto da titolare, rispondendo al meglio alla fiducia del tecnico, e ora è una risorsa irrinunciabile. Ma non solo: anche un elemento come Eysseric, spesso ai margini, è tornato parte integrante del gruppo e, al contempo, il nuovo acquisto Quarta ha saputo farsi spazio nel giro dei titolari
IL SOSTEGNO DEL GRUPPO - L'impressione che il rapporto tra il gruppo e Prandelli non sia decollato è forte e l'assenza di prese di posizione dei giocatori sui social, generalmente curati con meticolosità, ha in qualche modo acuito le voci in tal senso, pur senza conferme ufficiali. Iachini dal canto proprio trovò il sostegno di tanti al momento dell'esonero e non mancheranno elementi pronti a ricominciare il discorso senza problemi con un allenatore già conosciuto e vissuto nel quotidiano fino a pochi mesi fa.
L'ESPERIENZA NELLA LOTTA SALVEZZA - Già nella scorsa stagione Iachini fu chiamato a condurre la nave in porto e riuscì a conquistare la salvezza, trovando addirittura fiducia e conferma da parte di Commisso. La conferma, stavolta, appare utopia pura ma, osservando la storia di Iachini, è evidente l'abitudine a gestire situazioni di classifica delicate e a lottare anche in momenti più "drammatici" di quello vissuto ora dai viola.
Le minacce
I POSSIBILI MALUMORI - Il rapporto tra Iachini e il gruppo non sembrava del tutto compromesso a suo tempo ma, al contempo, è evidente che ci siano giocatori da far tornare al centro della squadra o a cui trovare spazio: Amrabat non vive un momento particolarmente felice, Callejon non ha visto aumentare il proprio minutaggio e Kouamé, dal canto proprio, ha dovuto fare i conti con l'esplosione definitiva di Vlahovic. Tutte questioni da risolvere, così come l'inserimento dei nuovi (Malcuit e Kokorin) fin qui impalpabili, seppur per motivi diversi.
I CAMBIAMENTI RISPETTO A NOVEMBRE - La squadra lasciata a novembre da Iachini è diversa da quella di oggi, i nuovi elementi sono soltanto due (Malcuit e l'infortunato Kokorin) ma al contempo sono partiti in tanti e nello specifico Duncan, Saponara, Cutrone e Lirola, tutti elementi che comunque con Iachini avevano una loro utilità all'interno del gruppo e un loro spazio piuttosto continuo sul campo (nel caso di Lirola e Cutrone).
I FANTASMI DEL FUTURO - Ultimo ma decisamente non ultimo è il discorso futuribile, salvezza permettendo: il contratto di Iachini scadrà a giugno e stavolta è fantascientifico immaginare di ripetere quanto accaduto l'anno scorso. Non sarà semplice, sulla carta, riuscire a isolarsi da voci, nomi e retroscena in modo tale da tenere tutto ciò lontano dal campo e dalle possibili influenze sulla squadra. Al contempo, al di là delle voci sul prossimo tecnico, non mancano e non mancheranno sirene di mercato sui protagonisti in viola: da Milenkovic a Vlahovic, servirà la massima concentrazione per non amplificare problemi e crisi.
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