Oltre i soliti noti: le 3 rivelazioni di un Marocco entrato nella storia
Il Marocco tra le prime quattro del Mondo. Ce l'avessero detto a inizio Mondiale o anche Mondiale in corso, ci avremmo creduto a stento. E probabilmente qualcuno l'aveva anche azzardato. Come abbia fatto la 17ª squadra per valutazione transfermarkt a scrivere una pagina così incredibile di storia sarà difficile da spiegare alle future generazioni.
La magia creata da Walid Regragui e i suoi ragazzi nella spedizione di circa un mese in Qatar, la passione dei sostenitori marocchini, ma soprattutto un'idea di gioco solida e concreta sposata perfettamente dal gruppo e messa in campo in maniera esemplare.
Un campione, qualche giocatore in ombra nei Top club e qualche altro nome noto. Queste le principali armi del Marocco semifinalista. Achraf Hakimi la stella, protagonista in tutte le statistiche difensive, Noussair Mazraoui, titolare sulla fascia sinistra, ma in ombra al Bayern Monaco, e ancora Hakim Ziyech, in uscita dal Chelsea, En-Nesyri e Bono, da qualche anno certezze del Siviglia, Nayef Aguerd, trasferitosi in estate dal Rennes al West Ham per 35 milioni di euro. Sofyan Amrabat, mediano di Vincenzo Italiano alla Fiorentina. Romain Saiss ora al Besiktas, ma con un passato in Premier League come Sofiane Boufal.
Chi sono invece i calciatori meno noti che hanno stupito con il Marocco al Mondiale? Ne abbiamo scelti tre.
1. Azzedine Ounahi - 22 anni, Angers
Se Amrabat ha svolto il ruolo di equilibratore del centrocampo marocchino in maniera così eccezionale, con il compito di organizzare la manovra e chiudere sui pericoli a ridosso della linea difensiva, parte del merito va ai suoi colleghi di reparto. Azzedine Ounahi è stato il miglior centrocampista visto in quasi un mese di Mondiale.
Eleganza e corsa al servizio di una Nazionale pragmatica in fase difensiva e soprattutto offensiva. Le conduzioni palla nell'attesa che i suoi compagni si smarcassero, le danze nello stretto per evitare il pressing dell'avversario, ma anche tanti scatti in ogni direzione per coprire le linee di passaggio e rendere complicato guadagnare il centro del campo contro Spagna e Portogallo.
Un centrocampista che ci è sembrato potesse fare tutto (un profilo perfetto è stato realizzato da Emanuele Atturo in questo articolo dell'Ultimo Uomo). La sua storia, dall'Avranches in terza divisione all'Angers, è stata ormai raccontata ovunque. La sensazione è che, dopo un Mondiale a questi livelli, tornare nei bassifondi di Ligue 1 sia fuori contesto. Le squadre alla finestra sono già arrivate: Barcellona e Leicester i primi rumor di mercato.
2. Selim Amallah - 26 anni, Standard Liegi
È lui il terzo centrocampista del Marocco. Quello meno appariscente, di certo non per suoi demeriti. Essere all'altezza delle prestazioni di Amrabat e Ounahi non è stato un compito semplice, eppure lui ha quasi sempre convinto Walid Regragui a schierarlo dal primo minuto (salvo nell'ultima sfida del girone contro il Canada) vincendo in 4 occasioni su 6 la staffetta con il doriano Sabiri.
Tanta quantità al servizio di un Marocco che ha rinunciato al possesso contro Nazionali più forti, ma mai a ripartire con trame organizzate. Classe 1996, è un centrocampista generoso nato in Belgio e cresciuto calcisticamente lì. Ha più di 100 presenze in Jupiler Pro League, la maggior parte con lo Standard Liegi con cui non gioca dal 30 settembre scorso ed è finito fuori rosa. Il suo contratto scadrà il prossimo giugno e dopo un Mondiale a questi livelli non farà fatica a trovare una nuova soluzione.
3. Jawad El Yamiq - 30 anni, Valladolid
Vi ricordate di Jawad El Yamiq? Quel difensore molto alto che per un brevissimo periodo abbiamo visto in Serie A con la maglia del Genoa. Gioca in Liga, esattamente al Valladolid, a cui la squadra ligure l'ha venduto per 250 mila euro due anni fa. Con la formazione di Ronaldo è retrocesso dalla Liga, ma poi ci è tornato servendo anche un assist nell'ultima giornata di Segunda contro l'Huesca.
In questo Mondiale avrebbe sulla carta dovuto guardare i suoi compagni Saiss e Aguerd dalla panchina e così è stato nelle prime giornate. Subentrato nel finale contro il Belgio e il Canada, ha poi giocato una mezz'ora con la Spagna. Contro il Portogallo la prestazione più esaltante dal primo minuto: dominio sulle palle aeree, tante chiusure e bacio sulla testa di Pepe in occasione del colpo di testa fallito dal difensore del Porto nei minuti finali della gara. Nell'ultima sfida con la Francia Regragui ha provato un cambio modulo e lui si è messo ancora in mostra prima con un intervento salvifico sul tiro di Mbappé indirizzato in rete e poi con una clamorosa rovesciata deviata sul palo da Lloris. Un gol che avrebbe senza dubbio cambiato la sua storia e forse anche quella del Marocco.