I 5 motivi per cui il Milan di Giampaolo fallì in breve tempo

Marco Giampaolo
Marco Giampaolo / Tullio M. Puglia/GettyImages
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Prosegue la rincorsa del Milan verso il primo posto in Serie A. Domenica all'ora di pranzo, i rossoneri ospiteranno la Sampdoria a San Siro, con l'obiettivo di approfittare del big match tra Napoli e Inter che avrà luogo domani pomeriggio.

Per riuscirci dovranno però avere la meglio su una vecchia conoscenza, il tecnico Marco Giampaolo che, se adesso sta risollevando le sorti dei blucerchiati, a Milanello viene ricordato come uno dei peggiori allenatori della storia del Diavolo.

Arrivato con la nomea di "Maestro", la sua esperienza in panchina durò soltanto 6 partite, in cui Giampaolo raccolse solo 6 punti. Ma quali furono i motivi del suo fallimento?

1. Rosa poco adatta al suo stile di gioco

Suso
Suso / Nicolò Campo/GettyImages

Quando Giampaolo sbarcò al Milan, gli addetti ai lavori si chiesero da subito se i giocatori del Milan potevano ambientarsi al suo 4-3-1-2. In particolare, destò perplessità il ruolo di Suso, allora stella della squadra, che per il tecnico poteva giocare da trequartista. Altro esperimento del Maestro fu quello di schierare Calhanoglu nell'inedita posizione di mediano davanti alla difesa.

2. Giocatori ancora acerbi sotto l'aspetto mentale

Lucas Paquetà
Lucas Paquetà / Alessandro Sabattini/GettyImages

Paquetà, Bennacer, Saelemaekers, Leao, Andre Silva: tutti giocatori oggi validissimi che tre anni fa erano ancora dei diamanti grezzi. Giampaolo si ritrovo tra le mani una rosa piena di talento, ma per disputare una stagione di alto livello c'è anche bisogno di giocatori già pronti.

3. Poca pazienza da parte dell'ambiente

AC Milan vs Lazio - Coppa Italia
La curva rossonera / Anadolu Agency/GettyImages

Si sa, nel mondo del calcio la pazienza è una virtù rara e se i risultati non arrivano subito, un allenatore ha vita breve. Il motivo per cui i rossoneri decisero di puntare su Giampaolo fu per l'eccellente lavoro svolto con la Sampdoria. I blucerchiati però avevano raggiunto quel livello di gioco solo dopo 3 anni, quindi se il tecnico avesse avuto più tempo (e i giocatori giusti) a disposizione, le cose sarebbero andate diversamente.

4. Una società in fase di riassestamento

Paolo Maldini
Paolo Maldini / Nicolò Campo/GettyImages

Oggi quella del Milan è una delle società più invidiate ed emulate nel mondo del calcio, ma quando stava Giampaolo in panchina, il presidente Scaroni si era insediato da appena un anno. Come se non bastasse, in estate i rossoneri avevano visto diversi cambi nell'organigramma dirigenziale: con l'addio di Leonardo, Maldini venne promosso come direttore tecnico; poi ci fu il ritorno di Boban come chief football officer e infine arrivò anche la notizia dell'arrivo di Massara in veste di direttore sportivo.

5. Poca flessibilità tattica

Hakan Calhanoglu
Hakan Calhanoglu / Nicolò Campo/GettyImages

Da quanto detto, sembra quasi che le colpe siano tutte esterne e che Giampaolo si stato solo vittima di una serie di coincidenze sfortunate. L'allenatore ha anche il demerito di non aver saputo adattare la propria idea di gioco ai calciatori a disposizione, seguendo pedissequamente il proprio dogmatico 4-3-1-2. Quando hai diverse ali in rosa e ti manca un regista puro, devi necessariamente ripensare le tue idee.


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