I 5 profili immancabili in una carriera di Football Manager nelle leghe inferiori

Football Manager
Football Manager /
facebooktwitterreddit

Ragionando sui massimi traguardi raggiungibili in uno scenario da sogno, nell'ambito di una carriera vissuta nel mondo del calcio, si utilizza spesso l'inno della Champions League come auspicio estremo a cui votarsi, come vetta inarrivabile dal fascino che non patisce i segni del tempo. Annate intere spese sognando quella musica, piazzandola a mo' di auspicio come suoneria dello smartphone, come sveglia, oppure come iniezione di carica per affrontare la giornata.

Il tutto trascurando, errore grave, il reale motore che muove il pallone e supera i confini, meccanismo internazionale che fa grande il calcio: zolle che si alzano quando le si colpisce in luogo della palla, le grida riconoscibili di ogni singolo tifoso sugli spalti (spalti poi, due panchine messe lì), il fumo del paninaro fuori dallo stadio che s'imprime nei vestiti e nei ricordi domenicali.

Un richiamo, quello dell'impresa sportiva condotta partendo dagli inferi (al di là delle sorti finali), che del resto popola la quotidianità di ogni appassionato di Football Manager e non certo da oggi: gli acquisti milionari sono prestigiosi, i bonus generosi al procuratore fanno sentire un magnate per qualche ora, ma il brivido del campo di periferia resta un faro insostituibile così come, di fatto, restano insostituibili alcuni pilastri basilari per ogni avventura che si rispetti all'interno delle serie inferiori.

1. Il centrale imbattibile nel gioco aereo

Christian Maghoma
Christian Maghoma / SOPA Images/GettyImages

Ormai è risaputo come nel calcio sia divenuto fondamentale, anche per un difensore, aver quel tocco e quella sapienza tattica necessarie per far ripartire il gioco e per accompagnare la squadra in fase offensiva. Risaputo, sì, ma non qui.

Non c'è costruzione dal basso che tenga, nessuna velleità d'impostare il gioco ma solo un'infinita voglia di spazzarla via: ogni rosa che si rispetti, nelle serie inferiori, avrà dalla sua almeno uno (ma non sono mai abbastanza) di quei centrali vicini ai due metri di altezza, di quelli che per colpirla di testa dovranno chinarsi anziché saltare.

Una peculiarità, certo inattesa ma sistematica, riguarda la presenza nel loro passato di stagioni con score da veri bomber: la loro utilità offensiva sui calci piazzati del resto è basilare, considerata soprattutto l'impossibilità tecnica di costruire azioni manovrate a certi livelli. Piazzarli in area sui corner offensivi sarà, dunque, un dovere non aggirabile.

2. Il "medianaccio"

Keith Keane
Keith Keane / Catherine Ivill - AMA/GettyImages

Spostiamoci sul centrocampo e su un altro dei protagonisti immancabili in ogni carriera che si rispetti condotta partendo dal basso: il mediano di rottura. Dove per rottura non s'intende certo riferirci al gioco avversario, quanto più propriamente all'avversario in persona.

Tra gli attributi a cui fare caso, per capire quando avremo a che fare col protagonista in questione, un ruolo cruciale è rivestito dalle qualità mentali: aggressività superiore ai 15/20, unita a coraggio e determinazione, per far sì che non tolga mai le gambe e che non molli un singolo pallone (tralasciando il fatto che il pallone si trovi a 30 metri di distanza dalla gamba del diretto avversario).

Cosa aspettarsi a livello statistico? Grandi numeri, senz'altro, perlomeno in uno sport ipotetico in cui cartellini rossi e giornate di squalifica portano a un trofeo. Nelle 7 partite stagionali in cui non sarà squalificato, però, farà la differenza.

3. Il giovane di belle speranze

Callum Wright
Callum Wright / Pete Norton/GettyImages

Tra palloni spediti in tribuna e ginocchia che partono sotto i colpi impietosi del mediano, all'improvviso, ecco un calciatore in grado di toccare il pallone o perlomeno di fare due passaggi corretti consecutivi.

Vi stupirà la sua tecnica, addirittura superiore a 11/20, tanto da immaginare un futuro radioso e una scalata alle serie maggiori sull'onda del rendimento del vostro gioiello. Piedi sopraffini, dinamismo e tiro da fuori: un quadro idilliaco, tutti i tifosi con la sua maglia, un vero sogno a occhi aperti.

Salvo poi spostarsi per caso sul suo contratto e scoprire che è di proprietà del Chelsea fino al 2028 e che i Blues ve lo hanno prestato per 3 giorni, con la possibilità di richiamarlo a piacimento, facendovi peraltro pagare il 95% dell'ingaggio.

4. La bandiera in declino

Glen Southam
Glen Southam / Pete Norton/GettyImages

Capita che arrivando da tecnico di belle speranze in una nuova realtà ci si imbatta in quel simpatico magazziniere, quel caratteristico signore che sistema le borse e prepara le maglie: stempiato, dall'andatura zoppicante e lo sguardo di chi ne ha viste tante.

Peccato però che non sia un magazziniere bensì un tesserato della vostra squadra, un giocatore che dovrete in un modo o nell'altro mandare in campo per non passare per un uomo senza cuore, impermeabile alle bandiere e alla loro lealtà. Il carisma sarà il suo punto forte, le doti tecniche talvolta potranno essere anche sensate, ma integrità fisica e velocità saranno ai minimi storici e difficilmente potrete tenerlo in campo dignitosamente per più di 15 minuti.

Proverete a convincerlo che sia arrivata l'ora di smettere, che sarebbe senz'altro un grande preparatore o un osservatore dall'occhio fino, ma lui (col supporto della sua gente) imperterrito rifiuterà ogni soluzione diversa. Va considerato, insomma, al pari degli spogliatoi, del pullman della squadra e dello stadio: è lì e ci rimarrà più a lungo di voi.

5. L'animale d'area di rigore

Nicky Maynard
Nicky Maynard / James Gill - Danehouse/GettyImages

Elemento chiave al pari del difensore centrale imbattibile nel gioco aereo, si tratta di fatto di una prima punta che vive per il gol e che non si preoccupa in alcun modo della strada che lo condurrà poi a segnare.

Un banale eufemismo sostenere che parta "sul filo del fuorigioco", accetta di buon grado gol arrivati in chiara posizione di fuorigioco, segnati di mano, cadendo e cercando invano di compiere una giocata degna di questo nome. Basta che funzioni, in sostanza, basta che lo score di fine stagione superi abbondantemente le venti reti per raggiungere la gloria imperitura.

In genere tra le sue azioni preferite figurano "cerca di infastidire gli avversari" e "cerca il supporto dei tifosi": assieme alla furbizia, coltiverà una sana passione per la proverbiale cazzimma, vitale per vedersela con difensori centrali dalle fattezze di un armadio a quattro ante.


Segui 90min su Instagram.